La fotografia

Mattarella in piedi sull'uscio

Carmelo Caruso

C'è un messaggio scenografico nel discorso verticale del presidente: esce o forse non esce? Sulla porta che lo separa dall'addio, la postura come monito ad agire

In piedi perché chi sta per uscire non ha bisogno della sedia. In piedi per indicare il movimento, la volontà di uscita, sull’uscio, sulla porta quella che tutto il Parlamento non vuole che chiuda: “Presidente, perché non resti?”. I vaccini ovviamente, il ricordo di quando l’Italia li ha invocati, ma c’è qualcosa di speciale in questo Sergio Mattarella verticale, come la piega dei suoi pantaloni, in questo discorso di fine anno che non ha bisogno di sostegni.

 

E per una volta soltanto si lasci perdere la scenografia con la vista sul cortile d’onore del Quirinale; e però cosa è il cortile se non lo sguardo altrove? In sette anni c’è stato il paralume, la scrivania, e sempre, i quirinalisti hanno cercato di scorgere in qualche oggetto, la penna, l’arazzo, qualche indicibile segreto che potesse restituire il pensiero presidenziale.

 

C’è un bellissimo libro di Longanesi che ha come titolo “In piedi e seduti” e distingueva l’Italia in piedi che “obbedisce”, che si sacrifica (non è il sacrificio di Mattarella che si chiede?) da quella seduta, l’Italia riottosa, la pigra e sconsolata che Mattarella questa sera ha frustrato perché, ha ricordato, “non dobbiamo scoraggiarci. Si è fatto molto”.

 

E’ insomma magnifica questa assenza della sedia che spiegava Ettore Sottsass è qualcosa di importante tanto che, ricordava, si dice “offri una sedia”. E’ stato l’ultimo ('?) discorso di Mattarella e i riferimenti erano appunto ai sette anni e infatti “non tocca a me dire se e quanto sia riuscito ad adempiere a questo dovere…” ma c’è un passaggio in cui il presidente ha precisato che il presidente “esercita i suoi doveri fino all’ultimo giorno del suo mandato”.

 

Viene finalmente allontanata quella stupidaggine di un mandato sobrio e lento. Un anno fa, velocemente, Mattarella risolse la crisi di governo chiamando Mario Draghi  e quest’anno, in piedi, e con l’appello ad agire, a cavalcare “i processi di cambiamento accellerati”, è come se volesse indicare al Parlamento, ai partiti, di non perdere tempo. E’ troppo presto per dire che Mattarella esce questa sera di scena. C’è però nella sua postura il racconto di sette anni e di un certo modo di dominare la scena. In piedi!

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio