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Guida all'uso

Lavoro e green pass, che succede? Undici domande (e risposte)

Francesco Stati

Breve guida al dpcm sul certificato verde obbligatorio in vigore dal 15 ottobre

Da venerdì 15 ottobre entra in vigore l'obbligo di green pass in tutti i luoghi di lavoro. Ecco cosa cambia, in base al decreto legge pubblicato in Gazzetta ufficiale. Undici domande e risposte per capire meglio come funziona il nuovo provvedimento.

  

Come saranno controllati i green pass dei lavoratori nel settore pubblico? E in quello privato?

Ogni amministrazione o azienda è autonoma nel rispetto delle normative sulla privacy e delle linee guida del Dpcm. Spetta ai datori di lavoro definire le modalità operative per le verifiche (che possono essere anche a campione). In via preferenziale, i controlli sono da eseguire all’ingresso dei luoghi di lavoro. Questi individuano inoltre i soggetti incaricati dell’accertamento delle violazioni degli obblighi di cui ai commi 1 e 2. È opportuno utilizzare modalità di accertamento che non determinino ritardi o code all’ingresso. Nelle pubbliche amministrazioni, l’accertamento, che dovrà avvenire su base giornaliera (prioritariamente nella fascia antimeridiana) potrà essere generalizzato o a campione, purché in misura non inferiore al 20 per cento del personale in servizio e con un criterio di rotazione che assicuri, nel tempo, il controllo su tutto il personale dipendente. La verifica, oltre che con l’app “VerificaC19”, sarà possibile anche con altri mezzi, quali: l’integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura; per gli enti pubblici aderenti alla piattaforma NoiPA, realizzata dal ministero dell'Economia, l’interazione asincrona tra la stessa e la piattaforma nazionale-Dgc; per i datori di lavoro con più di cinquanta dipendenti, sia privati che pubblici non aderenti a NoiPA, l’interazione asincrona tra il portale istituzionale Inps e la piattaforma nazionale-Dgc; per le amministrazioni pubbliche con almeno mille dipendenti, anche con uffici di servizio dislocati in più sedi fisiche, una interoperabilità applicativa, in modalità asincrona, tra i sistemi informativi di gestione del personale e la piattaforma nazionale-Dgc.

 

    

Come accede ai luoghi di lavoro chi non può vaccinarsi per comprovati motivi di salute?

I soggetti interessati dovranno esibire un certificato contenente l’apposito QR code in corso di predisposizione. Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente – previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell’amministrazione di appartenenza – non potrà essere soggetto ad alcun controllo.

  

    

   

Come devono comportarsi i lavoratori che hanno diritto al green pass ma sono ancora in attesa del suo rilascio o aggiornamento?

Sarà possibile, per questi soggetti, avvalersi degli appositi documenti rilasciati in formato cartaceo o digitale dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.

  

Quali provvedimenti deve prendere il datore di lavoro che accerta che il dipendente abbia effettuato l’accesso alla sede di servizio pur essendo sprovvisto di green pass? Che sanzioni rischia il lavoratore?

Il lavoratore, pubblico o privato, viene considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass. Nel caso di aziende con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta. Il datore di lavoro deve inoltre effettuare una segnalazione alla prefettura ai fini dell’applicazione della sanzione amministrativa. Con provvedimento del prefetto, Il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza green pass è soggetto a una sanzione amministrativa che va da 600 a 1500 euro. Vengono poi applicate anche le sanzioni disciplinari eventualmente previste dai contratti collettivi di settore. In aggiunta alla retribuzione, non sarà più versata al lavoratore senza green pass qualsiasi altra componente della retribuzione, anche di natura previdenziale, avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario, prevista per la giornata di lavoro non prestata. I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita della relativa anzianità di servizio.

  

    

 

Chi deve svolgere i controlli sul green pass dei lavoratori che arrivano da società di somministrazione?

I controlli devono essere effettuati sia dalla società di somministrazione, sia dall’azienda presso la quale il lavoratore svolge la propria prestazione.

  

    

 

L’utilizzo del green pass sostituisce i protocolli e le linee guida di settore contro il Covid-19, quali la sanificazione, il distanziamento e l’uso di mascherine?

No, l’uso del green pass è una misura ulteriore, non sostitutiva.

 

I clienti devono verificare il green pass dei tassisti o degli autisti di vetture a noleggio con conducente?

No, non sono tenuti a farlo.

  

I parrucchieri, gli estetisti e gli altri operatori del settore dei servizi alla persona devono controllare il green pass dei propri clienti? E i clienti?

I clienti sono esenti da controlli di questo tipo. Inoltre, questi non sono tenuti a chiederlo a chi svolge l’attività lavorativa in questione.

   

È necessario verificare il green pass dei lavoratori autonomi che prestano i propri servizi a un’azienda e che per questo devono accedere alle sedi della stessa?

Sì: tutti coloro che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato nelle sedi dell’azienda sono soggetti a controllo.

 

È possibile per il datore di lavoro verificare il possesso del green pass con anticipo rispetto al momento previsto per l’accesso in sede da parte del lavoratore?

Sì. Nei casi di specifiche esigenze organizzative, i lavoratori sono tenuti a rendere al datore di lavoro le comunicazioni relative al mancato possesso del green pass con il preavviso necessario.

  

    

Quali sanzioni rischia il datore di lavoro che non effettua le verifiche previste per legge?

Il datore di lavoro che non controlla il rispetto delle regole sul green pass rischia una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro.

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