festival dell'innovazione

Leonardi: "La vera sfida del Recovery comincia ora"

Il consigliere economico di Draghi: "Per spendere i fondi europei bisogna dare una mano ai comuni. Entro fine anno la riforma degli ammortizzatori sociali"

"Finora abbiamo costruito l'architettura del Pnrr. Ma adesso comincia la vera sfida che è l'implementazione del Recovery, con il monitoraggio della prima tranche dei finanziamenti europei da parte della cabina di regia istituita dal governo". Il Capo Dipartimento alla Programmazione Economica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri Marco Leonardi chiarisce, intervenendo al Festival dell'Innovazione del Foglio, quali sono gli obiettivi del governo Draghi per i mesi a venire: "I veri enti attuatori sono i comuni e sarà lì che si dovrà valutare la caduta dei progetti europei. Per questo ci dovrà essere una sorta di tutoraggio, di aiuto nei confronto di chi dimostra di non saper rispettare il crono programma". Non ci sarà, come spiega Leonardi, un sistema di punizioni per gli enti inadempienti ma "una forma di aiuto, vista la storica difficoltà che abbiamo nel nostro paese a spendere i fondi europei". Per questo, fondamentale sarà "investire sulle competenze tecniche di chi dovrà completare sui territori i progetti, colmando le disparità territoriali. Tenendo presente che ci siamo dati l'obiettivo ambizioso di investire il 40 per cento delle risorse al sud". 

L'impatto che la pandemia ha avuto sulle dinamiche occupazionali è stato notevole. Cosa si può fare per colmare il vuoto di competenze che emergono nel mercato del lavoro italiano? "Nel Pnrr su questo tema abbiamo un progetto molto ambizioso, e cioè cercare di riqualificare fino a 3 milioni di persone entro il 2025", dice Leonardi. "In alcune regioni come Lombardia e Veneto i centri per gli impiego funzionano bene. La sfida è arrivare a una omogeneità a livello nazionale". Entro la fine dell'anno, comunque, rassicura il consigliere economico di Draghi, arriverà la riforma degli ammortizzatori sociali, che dovrà tenere conto dell'uscita da un'emergenza economica "che un po rischia di cristallizzare il mondo del lavoro. Non dobbiamo impostare il dopo sulle stesse basi di adesso". 

Alla fine dell'anno scadrà quota 100, cosa farà il governo? E qui l'economista non prende una posizione in prima persona. "E' una decisione che spetterà alla politica. Ma è chiaro che siamo ancora in una fase di transizione rispetto al sistema contribuitivo. Ritengo che delle soluzioni accettabili sarebbero quelle che consentono una fuoriuscita facilitata per alcune categorie professionali specifiche: ad esempio chi ha svolto lavori gravosi oppure con il ricorso a Opzione donna".