La telefonata

Draghi chiama Xi per costruire il G20 afghano. Una telefonata e due versioni

Superare l'ostilità degli Usa

Carmelo Caruso

Il premier cerca di costruire il vertice straordinario allargato alla Cina ma chiude ad alcune richieste. Intanto, i media di stato cinesi, offrono un resoconto di parte. Presto una “ministeriale” fra diplomatici italiani per preparare l'evento

La telefonata c’è stata. Molto dipende dall’America. Ma non è impensabile vedere la Cina partecipare al G20 straordinario sull’Afghanistan. Il premier Mario Draghi e il presidente cinese Xi Jinping hanno avuto una conversazione questa mattina. La Cina cerca una legittimità internazionale che gli Usa non vogliono concedere. L’Italia, chiamata a presiedere il G20, pensa invece che ci siano “tutte le premesse per costruire questo appuntamento allargato”. Presto verrà convocata quella che nel gergo viene chiamata una “ministeriale” fra diplomatici.

 

Nella nota ufficiale del governo italiano si precisa che la conversazione fra Draghi e Xi si è “concentrata principalmente sugli ultimi sviluppi della crisi afghana e sui possibili fori di cooperazione per farvi fronte, ivi compreso il G20”. Nel corso del colloquio, ed è una perifrasi diplomatica, “non tutte le domande cinesi hanno avuto risposta”. Significa che la partecipazione cinese non vuol dire negoziare su tutto. Questa è come detto la versione italiana. La versione cinese è per gli addetti ai lavori, per gli esperti di fenomeni asiatici, singolare. Nella nota diffusa dall’agenzia Xinhua, l’agenzia di “stato”, riguardo alla telefonata tra Draghi e Xi, è vero che si parla del prossimo G20 ma a mancare è la parola Afghanistan. Si evidenzia la collaborazione fra i due stati e si parla dei Giochi olimpici di Milano e Cortina. La parola “Afghanistan” appare  invece nel comunicato ufficiale del governo cinese, quello per la propaganda interna. La nota dell’ agenzia cinese, la scaletta degli argomenti, non deve stupire. Questo è quanto dicono gli ambasciatori italiani. Si tratterebbe di una sintesi alla “cinese”. Come scritto all’inizio rimane, questa sì da superare, l’ostilità americana nei confronti di Xi. Nei giorni scorsi, è stato il ministro Lorenzo Guerini, in visita al Pentagono, di fronte al segretario americano alla Difesa, a ribadire l’importanza di questo coinvolgimento. E’ sicuramente un passaggio complesso. Ieri il governo si dichiarava ottimista.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio