L'intervista

"Assurdo che i sindacati difendano i no pass". Parla Boccuzzi, il superstite del rogo ThyssenKrupp

"Non esiste la libertà di farsi male. Il vaccino è come l'elmetto"

Carmelo Caruso

"Il sindacato dovrebbe accompagnare i dipendenti a vaccinarsi. Occuparsi di delocalizzazioni e non degli scettici anti vaccini. Giusto ragionare sull'obbligo vaccinale per entrare in fabbrica". Intervista al sopravvissuto della tragedia della Thyssen, Antonio Boccuzzi

Un sindacato moderno, un sindacato che veramente aspira a essere protagonista, inseguirebbe con la scopa i lavoratori “no pass”. Un sindacato responsabile non avrebbe mai  perso tempo dietro ai meccanici “io non mi vaccino”. Dice Antonio Boccuzzi, sopravvissuto a una delle più grandi tragedie italiane sul lavoro, il rogo della ThyssenKrupp del 2007, che “è arrivato il momento di parlare non più di green pass ma di obbligo vaccinale” e che in fabbrica si entra “vaccinati perché il vaccino è il nostro nuovo elmetto”.

 

Cosa è accaduto al “più grande sindacato italiano e di sinistra”? A proposito, ma da quando l’incoscienza è un valore di sinistra? E da quando un segretario come Maurizio Landini ha cominciato a scrivere lettere lunghissime ai giornali, lui che ha sempre preferito l’oralità, il parlare franco, e non questa sintassi da sociologo? E’ successo questo: la voglia di acchiappare nuovi iscritti gli sta facendo perdere di vista la sua missione antica. Cosa farebbe un dipendente che vuole lavorare in sicurezza? La fa corta. Si vaccina. Perché Boccuzzi? Perché è stato anche lui sindacalista. Nella Uil. Dopo il rogo è stato eletto deputato del Pd per due legislature. Cosa è tornato a fare? Lavora in una società di sanificazioni.

 

Lei si è vaccinato? “Ovviamente. Sono un ultra vax e sinceramente non capisco come siamo finiti dentro questa polemica assurda sul green pass. Non capisco la diffidenza dei sindacati. Da quando esiste la libertà di farsi male? Voglio ricordare che abbiamo una legislazione severa per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Ed è una conquista. Io stesso ho combattuto in Parlamento. Abbiamo detto, e lo ripetiamo ogni giorno, che il tema della sicurezza è centrale. Episodi come la Thyssen hanno scoperchiato anni di leggerezze fatali. Come si può chiedere sicurezza se non si entra in fabbrica in salute?”.

 

Le sembra di buon esempio un sindacato che fa i picchetti di carta (e si intendono le lettere sui giornali, le interviste faq del segretario della Cgil per rispondere alle faq del governo) e che è costretto a spiegare che “noi della Cgil non siamo mai stati no vax”? “Non solo un sindacato che fa l’occhiolino agli scettici è un cattivo esempio. Lo trovo sconveniente. Non si sponsorizzano né si prendono le difese di chi non crede nella scienza. Un sindacalista deve essere pronto anche a prendere schiaffi quando si devono difendere le buone ragioni. Come si fa a non capire che è questo il momento storico migliore per far tornare protagonista il sindacato? Dicono che il problema sia la mensa? Separare dipendenti vaccinati da non vaccinati? Benissimo. Il governo dovrebbe togliere ai sindacati questo alibi. Anche per scongiurare vertenze, la guerriglia del ricorso”. E’ infatti giusto cominciare a ragionare seriamente sull’idea dell’obbligo.

 

Dice Boccuzzi: “A questo punto la migliore formula è quella dell’obbligo vaccinale per permettere l’ingresso nei luoghi di lavoro”. Dice che solo in questo modo il sindacato sarebbe chiamato a fare il sindacato. Chiamato a fare cosa? “A spingere, ad accompagnare i dipendenti a vaccinarsi”. Da chi è formato questo piccolo reparto di irriducibili del vaccino? Chi sono? Che cosa pensano? Che facce hanno? Spiega Boccuzzi: “In realtà sarebbe facile parlarne. Cosa propongono di alternativo al vaccino? Hanno qualcosa di migliore? Nulla di tutto questo. Che credibilità hanno? Mi sembrano solo confusi che devono essere appunto aiutati”.

 

Dove dovrebbe stare un sindacato? Di cosa si dovrebbe occupare? “Delle multinazionali che licenziano con le mail. Di episodi come quello della Gkn. Dovrebbe mostrare tutto il suo temperamento di fronte a questo tipo di imprenditoria”. Il sindacato è al suo tramonto? “Non è al suo tramonto. Al contrario. Nel mondo del dopo Covid c’è ancora più bisogno di sindacati e sindacalisti”. Vaccinati? “Naturalmente”.

 

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio