Il caso

M5s, Grillo assiste stizzito al trionfo di Conte: "Se ho votato? Che domande!"

Via libera della base grillina al nuovo premier, il comico cercherà di limitarlo con gli organi di garanzia. Ma lo spaventa il futuro

Simone Canettieri

Il silenzio del Garante davanti alla transizione del Movimento e le battute con gli amici: "Ci sarà una stanza per me nella nuova sede?"

Non fa salti di gioia. E se proprio deve dire qualcosa, marca le distanze. Cartoline da Marina di Bibbona: Beppe Grillo osserva la transizione del M5s. E’ dominato da sentimenti contrastanti. Non ha partecipato al giubilo dei parlamentari per il voto del nuovo statuto.

Ed è sempre stato zitto anche in questi due giorni che servono a eleggere a presidente del Movimento l’avvocato di Volturara Appula. Anzi, visto che il vecchio comico capisce i tempi della comunicazione si è divertito, nel frattempo, a mandare un messaggio. Mentre tutti nel M5s parlavano del nuovo statuto e si fotografavano con la scheda virtuale del sì al presidente Conte, è partito con una roba delle sue, da sedicente visionario sui “cicli produttivi/energetici”,  e “aumento dell’evapotraspirazione”. Ma alla fine ha votato Grillo? E cosa? “Secondo te?”, risponde a chi lo interroga, con ghigno seguìto da studiata pausa comica. La resa del vate del vaffa? “Sarò io a proporre i nomi dei probiviri e del collegio di garanzia: non vado in pensione”. Sospensione: “Ma c’è una stanza per me nella nuova sede del Movimento?”. Ride.  

Grillo, il vecchio capo che ha pareggiato in casa la sfida con Conte, sa di avere ancora cartucce nell’immediato. Alla fine lo statuto partorito, dopo settimane di travaglio, gli dà la possibilità in qualità di Garante di nominare i sei nomi da sottoporre alla rete per il comitato di garanzia (ecco dunque Fico & Di Maio) e allo stesso modo funzionerà con il collegio dei probiviri (sei nomi indicati dal comico e poi il voto degli iscritti per arrivare a una terna: per decidere il nuovo tribunale interno si farà presto). 

Per il resto Grillo, al di là della dissimulazione della foto a pranzo con Conte, confessa a chi lo chiama che ormai qualcosa si è rotto con l’ex premier, ma è consapevole di aver fatto la scelta migliore. “Non c’erano altre soluzioni”. O meglio, forse sì. Ma avrebbero portato a una scissione. A perdite di tempo, a doverci mettere la testa, e questo adesso Grillo non vuole e non può farlo. E così eccolo qui. Solitario e dall’umore cangiante. “Ma tranquillo”. Sicuramente lo staff di Conte, quando uscirà la certificazione del nuovo capo del Movimento, lo pregherà e lo farà chiamare per chiedergli un gesto pubblico: un bravo, un sono con te, un avanti insieme. Insomma, tutte quelle formulette che servono a non descrivere lo stato delle cose tra il fondatore e l’ex premier. Magari Grillo lo farà. E poi non potrà che aspettare: la vera partita ci sarà con le elezioni, quando Conte potrebbe compilare liste a sua immagine e somiglianza con tanti saluti al Garante. E forse a tutta la baracca.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.