Antonio Misiani, senatore e responsabile economico Pd (LaPresse)

Il colloquio

"Sul reddito di cittadinanza iI M5s metta da parte l'ideologia". Parla Misiani (Pd)

Ruggiero Montenegro

Il provvedimento bandiera dei grillini si prepara a diventare una nuova fonte di tensione per la maggioranza, anche per la convergenza tra Lega e Italia Viva. "Renzi? Spero non commetta l’errore, drammatico, di un abbraccio mortale con Salvini”

“Né arroccamento, né conservazione. Bisogna agire con realismo e non in maniera ideologica". Ha le idee chiare e non usa troppi giri di parole Antonio Misiani, senatore e responsabile economico del Pd, quando gli chiediamo del reddito di cittadinanza, il provvedimento bandiera del Movimento 5 stelle che rischia, dopo la bagarre sulla giustizia, di diventare il nuovo fronte caldo su cui misurare il perimetro della maggioranza e la tenuta del governo: “Non dobbiamo avere un approccio moralistico rispetto al tema della povertà. C'è stata una drammatica recessione, il 2020 ha sprofondato un milione di italiani al di sotto della soglia della povertà. Questa è la situazione e va affrontata”.

 

Facile a dirsi, ma intanto Giuseppe Conte, leader del principale alleato del Pd, ha dichiarato che, a differenza di quanto accaduto con la riforma Bonafede, non permetterà di mettere in discussione il Rdc. Queste parole non minano la stabilità dell'esecutivo? “Nella parole di Conte vedo una reazione di difesa. Un modo per ribadire il proprio ruolo. Ma sono sbagliate sia le posizioni di chi non vuole toccare il reddito di cittadinanza sia quelle opposte, perché in questo modo ci allontaneremmo dall'Europa e rimarremmo disarmati contro l’emarginazione sociale”, risponde il senatore, sicuro che al momento della verità i grillini faranno un passo indietro: “Sono convinto che quando il Parlamento sarà chiamato a intervenire anche i 5 stelle collaboreranno per migliorare la misura. Sono sicuro che ci confronteremo e troveremo la soluzione migliore”. E quale sarebbe la soluzione allora, come si migliora in concreto questo il rdc? “Le proposte avanzate dalla Caritas e dall’Alleanza contro la povertà sono delle buone basi da cui partire. Anche la commissione ministeriale guidata da Chiara Saraceno farà proposte”.

 

Ci spieghi meglio: “A mio giudizio bisogna intervenire su tre livelli: sui criteri d'accesso, in quanto ci sono tante famiglie povere che non riescono ad accedere al reddito e altre che non ne avrebbero bisogno e invece ne beneficiano. Poi bisogna agire sugli incentivi occupazionali, migliorarli per fare in modo che il lavoro non sia scoraggiato. Infine – continua l'ex viceministro all'Economia durante il governo Conte 2 –, potenziare i servizi per l'impiego e i servizi sociali dei comuni, perché senza questo tipo di strutture il reddito diventa uno strumento di mera assistenza, mentre deve essere uno strumento che favorisce l'inclusione sociale”.

 

Si tratta, nel ragionamento di Misiani, di provvedimenti di buon senso, che muovono dalla realtà di questi giorni e dalle esigenze della pandemia. “E su questi punti – dice ancora il senatore – al di là delle dichiarazioni, sono convinto che la maggior parte dei partiti si potrà ritrovare in Parlamento. La rete di protezione sociale va riformata, superando i limiti emersi durante la pandemia: lo stiamo facendo per gli ammortizzatori sociali, va fatto anche per il reddito di cittadinanza”.

 

Nel frattempo, nei giorni scorsi, è partito il fuoco incrociato da parte di Matteo Salvini e Matteo Renzi, uniti dall'intento di archiviare in maniera definitiva il provvedimento grillino e chissà, anche da quello di dare vita a un nuovo asse in prospettiva Quirinale: “Per il momento vedo tanta tattica politica, che mi lascia molto perplesso. Spero che Renzi, che è stato anche segretario del Pd, non commetta l’errore, drammatico, di un abbraccio mortale con Salvini. La questione del reddito di cittadinanza – conclude Misiani, con un appello al pragmatismo –va affrontata al di là delle beghe tra partiti, perché riguarda milioni di italiani. Guai a noi se la povertà diventa materia per un teatrino politico. Sarebbe un grande errore”.

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