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Il racconto

Nel circolo di Pd di Zingaretti: "Ha rinnovato la tessera: sembrava un uomo libero"

La crisi del Partito democratico vista dal circolo del leader: "Nel 2019 eravamo 250 iscritti, tanti sono sotto choc per l'addio di Nicola"

Simone Canettieri

Il segretario della sezione Trionfale-Mazzini è andato in Regione per consegnare la tessera al leader dimissionario: "Ora è un'altra persona". Ma intanto i big litigano per il successore. E spunta il nome di  Provenzano

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“Ci avevo visto lungo: ora governiamo insieme”. Giovanni De Lupis, 34 anni e una faccia pacioccona, scherza. Ha iniziato con i volantini di Forza Italia, dal 2018 è il segretario del circolo Pd Trionfale-Mazzini. Nella vita fa il fornitore di prodotti per capelli. Parcheggia la Smart. E’ di ritorno da una consegna sulla Cristoforo Colombo, Regione Lazio. Niente shampoo per Nicola Zingaretti, ma la tessera del Pd. “Mi è sembrato un uomo finalmente libero”. Poi apre la sede del circolo. Anche se di lunedì ormai è chiusa. 
 

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“Ci avevo visto lungo: ora governiamo insieme”. Giovanni De Lupis, 34 anni e una faccia pacioccona, scherza. Ha iniziato con i volantini di Forza Italia, dal 2018 è il segretario del circolo Pd Trionfale-Mazzini. Nella vita fa il fornitore di prodotti per capelli. Parcheggia la Smart. E’ di ritorno da una consegna sulla Cristoforo Colombo, Regione Lazio. Niente shampoo per Nicola Zingaretti, ma la tessera del Pd. “Mi è sembrato un uomo finalmente libero”. Poi apre la sede del circolo. Anche se di lunedì ormai è chiusa. 
 

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Il segretario dimissionario ha così rinnovato la tessera del partito che ha mandato in tilt.

 

Con spirito militante, ma anche con una certa dose di soddisfazione, per nulla nascosta domenica da Barbara D’Urso (seconda soddisfazione con striatura di vendetta contro chi “ha la puzza sotto il naso”). “Poi dimmi quando bisognerà pagare la tessera del 2021”, ha detto Zingaretti, spalancando le finestre del suo ufficio, all’ormai ex collega di Trionfale-Mazzini. Qui una volta era tutta una mobilitazione libera e bella, come le lacche per capelli che vende il giovane segretario.

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Del circolo Mazzini faceva parte Massimo D’Alema, resistono ancora David Sassoli e Matteo Orfini (presente sulle pareti in diverse foto: capellone e barbuto). Costa 40 euro all’anno far parte di questo club, prezzo obbligato dopo il buco in bilancio scoperto ai tempi di Mafie capitali e Mondi di mezzo.  

 

Nel 2019 gli iscritti delle due sezioni, ora riunite, erano in tutto circa 250. Una miseria. Adesso, causa pandemia, si va ancora più a rilento. “Siamo al 70 per cento”, dice De Lupis.

 

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Nella tessera che ha appena consegnato a Zingaretti - “ha donato molto più di 40 euro, ma la cifra esatta è segreta” - c’è scritto il seguente claim: “Oggi per un domani”. Slogan che nelle mani di chi si è dimesso da qualche giorno, e si sente “rinato”, fa sorridere.

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Metà circolo è fuori uso: fu incendiato da mani ignote nel 2013. Resiste una sala dai muri scrostati e umida, dove non prende il cellulare, con la foto di Enrico Berlinguer e la prima pagina dell’Unità del 13 giugno 1984. Storico titolo: “Addio”. Non c’è la tenda delle Sardine. “E ci mancherebbe!”, dice l’ex giovane berlusconiano transitato anche dall’Italia dei Valori.

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La sede è aperta ormai solo martedì e giovedì: due ore, dalle 18. La sede è di Zingaretti. O meglio: della Regione. E’ un immobile Ater (600 euro d’affitto al mese). In fondo alla stanza, una biblioteca mai consultata: I Malavoglia, Cuore di tenebra, L’uomo che guardava passare i treni, Lo schiaffo, Orgoglio e pregiudizio. Più che un catalogo, la biografia di questo partito. Che visto da quaggiù, uno scantinato già sede del Fascio littorio e poi dato al Pci nel ‘46, sembra precario come gli intenti dei vari leader sotto choc che si ripetono: “Che fare?”. 

 

Rapida panoramica. Sabato e domenica ci sarà l’assemblea - su Zoom - del Pd. E’ uscito fuori il nome di Enrico Letta, come segretario, ma il diretto interessato ha declinato (facile: Pd stai sereno).

 

L’ex premier sarebbe piaciuto a tutti. “Ma adesso faccio un altro lavoro”, come ripetono tutti gli ex segretari del Pd, d’altronde. Altrimenti: Dario Franceschini, infastidito e critico, punta su Roberta Pinotti. Andrea Orlando, Anna Finocchiaro e Piero Fassino, adesso vede bene Peppe Provenzano, già ministro per il Sud. Tuttavia Debora Serracchiani insiste sull’opzione donna: “Una ventata di cambiamento, come i Maneskin a Sanremo”. La notizia: nel Pd si sono incartati. Non sanno che pesci prendere. Litigano. E Zingaretti davanti alle contorsioni del suo partito - “un legno storto”, riflette chi gli sta vicino - assiste curioso. Forse con un sorriso. “Sì,  - dice ancora il segretario del circolo Trionfale-Mazzini - Nicola sembrava un altro: libero, spensierato, ride”. Si chiude la porta del circolo. E’ stato confermato il tesseramento di un iscritto che era  molto critico. Soddisfazioni. Segue dibattito. 

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