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L'intervista

"Sulle zone rosse tornano a decidere i sindaci". Parla Decaro

Chiusure, vaccinazioni, zone rosse e poteri ai comuni

Carmelo Caruso

"Più liberi di istituire chiusure mirate. Pensare a riaprire i ristoranti la sera. Meglio seduti e ordinati che in piedi e confusi. Arcuri? La soluzione non è sostituirlo ma usare anche i militari per vaccinare". Parla il presidente dell'Anci

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Diventerete piccoli governatori o sarete solo super sindaci? “Intermediari, istituzioni di prossimità. E’ quello che vogliamo essere. Di sicuro ci riappropriamo di un potere, quello di chiusura, a cui noi stessi avevamo rinunciato per senso di responsabilità”. Sostituire Domenico Arcuri? “Non è super ma ha fatto quello che doveva. Io non chiedo teste da fare saltare. Non è la soluzione”. Aprire i ristoranti la sera? “Meglio un locale ordinato che una piazza incontrollata. Dico sì”. Mario Draghi, il ruolo dei comuni. Il Foglio ne parla con il presidente Anci, sindaco di Bari, Antonio Decaro.

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Diventerete piccoli governatori o sarete solo super sindaci? “Intermediari, istituzioni di prossimità. E’ quello che vogliamo essere. Di sicuro ci riappropriamo di un potere, quello di chiusura, a cui noi stessi avevamo rinunciato per senso di responsabilità”. Sostituire Domenico Arcuri? “Non è super ma ha fatto quello che doveva. Io non chiedo teste da fare saltare. Non è la soluzione”. Aprire i ristoranti la sera? “Meglio un locale ordinato che una piazza incontrollata. Dico sì”. Mario Draghi, il ruolo dei comuni. Il Foglio ne parla con il presidente Anci, sindaco di Bari, Antonio Decaro.

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La possibilità di istituire zone rosse senza correre più il rischio di essere impopolari. La volontà da parte dell’esecutivo di comunicare con anticipo le decisioni. Non è un mondo nuovo ma è sicuramente un modo nuovo di agire. Non significa che finirà il ruolo delle regioni ma è sicuro che i sindaci saranno protagonisti più di prima. “In realtà lo siamo sempre stati. E’ grazie al lavoro fatto con il governo, è grazie alla nostra collaborazione, che si è arrivati al sistema delle colorazioni, insomma all’automatismo, che ritengo un sistema ancora valido”.

 

E infatti per Decaro, che è anche sindaco di Bari, uno che nella sua città ha già messo a disposizione “sei palasport per favorire una campagna vaccinale intensa, importante”, i sindaci faranno tutto ciò che in loro potere per tenere basso l’indice di contagio, ma lo faranno in accordo con le regioni che hanno “la pienezza dei dati”. Dice che il vituperato sistema dei colori in realtà “ha responsabilizzato tutti quanti”. Aggiunge però che i parametri possono essere modificati se occorre. Dunque presidente-sindaco meglio una zona arancione unica, come si è proposto, o l’Italia a nuance? “Non sono contro una zona arancione unica. So pure io che chiudere adesso, un lockdown, è sicuramente saggio. Ma non terrebbe conto di quella parte d’Italia che, per fortuna, ha dei contagi bassi e che con una zona unica, arancione, finiremmo per danneggiare ulteriormente”.

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Difendiamo quindi la tavolozza? “I colori ci hanno liberato da quella foresta di ordinanze. Adesso, noi sindaci, ci riprendiamo quel potere sancito dall’articolo 50 del Testo Unico degli enti locali e che ci consente di varare chiusure territoriali strategiche, quel potere che, in rappresentanza dei miei colleghi, ho consegnato al governo. E’ la prima volta che accade qualcosa di simile. E’ la prima volta che un’istituzione rinuncia a una sua prerogativa. Da sindaci siamo orgogliosi di averlo fatto”. Non siete adesso per le riaperture dei ristoranti? E’ così o sbagliamo noi? “Sono stato il sindaco che a Bari ha smontato i sedili dalla piazza. Dovevo evitare assembramenti. Ma adesso, e ho avuto modo di spiegarlo alla ministra Maria Stella Gelmini, è più utile aprire che lasciare che la gente si accalchi fuori dai locali”. E’ un azionista della campagna “io apro”? “Sono solamente un sindaco che gira per la città e che osserva. Mi sono reso conto che è meglio riaprire bar e ristoranti. L’ho già detto ma mi ripeto. Meglio aprire con disciplina. Meglio seduti ma ordinati che in piedi e confusi. Anche le forze dell’ordine hanno un problema nei controlli”.

 

E se invece si dovesse chiudere ancora a causa delle varianti che stanno circolando? “Il divieto di spostamento fra regioni, confermato ieri, aiuta a confinare le varianti. Ci tengo a precisare che nessuno milita nel partito del chiudere o aprire. I sindaci appartengono, se proprio li si vuole collocare, al partito dell’equilibrio”. Le scuole aperte e da non chiudere. Ce la faremo? Risponde Decaro: “Aperte, il più possibile. E vaccinazioni. Qui siamo indietro. Lo sappiamo tutti, lo diciamo tutti, ma è sempre poco”. Cosa non funziona? “Non giriamoci intorno. Mancano i vaccini. Abbiamo cominciato a vaccinare gli over 80 e il personale medico ma dobbiamo dotarci di un piano vaccinale massiccio. Quello deve essere fatto. Serviamoci anche dei militari. Non ho imbarazzo a suggerirlo. Voglio ricordare che nel 1973, a Napoli e a Bari, in una settimana è stato vaccinato oltre un milione di abitanti. Si è fatto nel 1973. Credo che oggi si possa fare anche meglio. Non è forse così”. E se invece si cominciasse con il sostituire il super commissario Arcuri? “Ho come l’impressione che prima gli abbiamo affidato tutto e che oggi sia scattata la gara a togliergli qualsiasi cosa. Lo conosco. Non è cacciando uomini che si risolve. Ha lavorato. Dobbiamo smetterla di ritenere i super commissari dei supereroi. Non lo è lui così come non lo sono io. Siamo solo uomini che ci provano”.

 

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