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La coppia di governo

Pillon e Cirinnà. Tradizione vs diritti civili. Sono i Draghi arcobaleno

Il senatore leghista e la senatrice dem, due mondi diversi insieme. E se andassero d'accordo?

Carmelo Caruso

Il sostenitore del Family day e la paladina delle unioni civili. Lui della Lega e lei del Pd. Draghi li tiene insieme. Pillon: "Moratoria sui temi divisivi", Cirinnà: "Contiamoci in aula". E se ci soprendessero?

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Roma. Se litigheranno daranno ragione agli stupidi ma se dovessero andare d’accordo sarà il matrimonio più solido che esista. Simone Pillon è l’organizzatore del Family Day (senatore della Lega,  chiesa e tradizioni). Monica Cirinnà è il cognome legge, la senatrice del Pd sulle unioni civili (ogni suo riccio è un diritto civile). Si trovano nello stesso governo di Mario Draghi. E’ sicuro che sono il fuoco e il ghiaccio, è noto che sono lontanissimi, ma perché non dovrebbero sorprenderci?

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Roma. Se litigheranno daranno ragione agli stupidi ma se dovessero andare d’accordo sarà il matrimonio più solido che esista. Simone Pillon è l’organizzatore del Family Day (senatore della Lega,  chiesa e tradizioni). Monica Cirinnà è il cognome legge, la senatrice del Pd sulle unioni civili (ogni suo riccio è un diritto civile). Si trovano nello stesso governo di Mario Draghi. E’ sicuro che sono il fuoco e il ghiaccio, è noto che sono lontanissimi, ma perché non dovrebbero sorprenderci?

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Pillon ha chiaramente capito che il premier incaricato ha un’agenda molto fitta, ma nel suo discorso (soprattutto nella replica) ha ascoltato parole dolcissime su come combattere la denatalità. Dice che tutto quello che Draghi ha lasciato fuori dal suo programma è stato poi aggiunto da Matteo Salvini a tarda sera: “Il mio segretario ha ricordato che l’Europa è la culla del cristianesimo e che bisogna mettere la vita al primo posto”. Nei vuoti di Draghi c’è chi vede degli spazi e li riempie. E infatti, per Pillon, il presidente non ha parlato di temi gender perché gli obiettivi di questo governo sono altri: “Piano vaccinale, riqualificare la sanità. Mi sembra di capire che voglia tenere fuori tutti i temi divisivi”. Ed ecco che torna la frase scorciatoia. Si chiama “moratoria”. Pillon la suggerisce: “Serve una moratoria”. E fin qui Pillon.

 

Adesso è però il turno della senatrice Cirinnà. Sostiene Draghi convintamente e non ci sono dubbi. Non ha gradito la scarsa presenza di ministre, ma questa, riconosce, “non è colpa di Draghi ma dei partiti”. Attende pazientemente il riequilibrio di genere nei posti di sottogoverno. Ha molto apprezzato il passaggio sull’ambiente, sul clima e sul lavoro perché “Draghi ha detto delle cose importanti ma, come ha suggerito lui stesso, saranno i fatti a validare”. E i diritti civili? Le grandi sfide millecolori? Cosa fare? Risponde allora la senatrice: “Purtroppo i diritti sociali, quelli che Draghi ha messo al centro della sua agenda, non si possono separare da quelli civili. Prima o poi se ne dovrà parlare”. E non per incrinare questa unione europeista, atlantista, repubblicana, ma questo non va bene a Pillon. E dunque si cambia ritmo. “Se si vuole governare dobbiamo dare risposte alle emergenze economiche” dice Pillon. Ma così non ci sta la Cirinnà: “I diritti civili sono diritti quotidiani”.

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Pillon: “Ma io sui miei valori non posso  cedere”. Qui è pienamente d’accordo anche lei: “Io sono una che ha sempre pensato che è meglio morire in battaglia ma combattendo che rimanere fuori dalla mischia”. Si può sempre trovare una soluzione. Si ricominci da Pillon: “Io ho cercato un punto di incontro anche con la sinistra. E’ possibile. L’ho trovato quando era ministra all’Istruzione, Valeria Fedeli. Per quale ragione non dovrei trovarlo ora? La denatalità non è né di destra né di sinistra”. Pace fatta. Cirinna: “Ma sono d’accordissimo. Anche io voglio più figli e dare la possibilità a due coppie di uomini o di due donne di averne”. Eh no. Perché? Si stava andando bene. Di nuovo. Pillon: “Le idee che porto avanti, come si sa, sono lontane da quelle della Cirinnà”. La senatrice Cirinnà: “Tutte le battaglie sui diritti civili sono di natura parlamentare. Sarà l’aula a stabilire. Non si può rinunciare alla battaglia”. Battaglie? Pillon: “Sono certo della bontà di questo esecutivo ma è chiaro che il mio compito è vigilare sui temi affinché non vengano applicate agende strane, inseriti i famosi temi divisivi”. E però, con il calendario alla mano vince la Cirinnà: “Abbiamo approvato la legge Zan alla Camera e adesso è stata trasmessa al Senato. Su questo ci si misurerà in aula. E poi si deve legiferare sul fine vita, sui diritti delle famiglie arcobaleno”. Questa è un’insidia. Pillon: “Rimaniamo sulle priorità, per favore”. Cirinnà: “E cosa vuol dire? L’unità è un dovere e ha ragione Draghi, ma il parlamento esiste. Io accetto anche il rischio di perdere ma in aula”. A quel punto a Pillon cosa rimane se non fare Pillon? “Sui valori non transigo. Non si passa”. La senatrice: “Ma Salvini non è passato dalla parte dell’europeismo? Gli chiedo di guardare alle leggi dei paesi europei. Ha un’occasione per uscire dall’oscurantismo. Io lo accolgo”.

 

La banalità è dire che sono destinati a separarsi. Sarà difficilissimo capirsi. Proveranno a farli divorziare senza passare dal matrimonio. Potrebbero avere discussioni sull’opportunità del divorzio breve. Non lo sanno ancora, ma sono Pillon e la Cirinnà la vera coppia del tempo nuovo. Sono i Draghi arcobaleno.

 

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