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L'intervista

Marco Marsilio: "La variante inglese non va sottovalutata. Siamo anche pronti al lockdown"

Le mutazioni del virus, i casi di Pescara e Chieti. Cosa fare?

Carmelo Caruso

Parla il presidente dell'Abruzzo. "Se sarà necessario chiudere la mia regione lo farò. Nessun allarme, ma la variante non può essere sottovalutata come mi sembra si stia facendo. A Pescara e Chieti, terapie intensive al limite. Il Cts? Mi fido, ma sia sobrio come Draghi"

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Il governo chiuderà il suo Abruzzo o saranno i contagi dell’Abruzzo a convincerlo che si deve chiudere tutto e nuovamente? “Se il ministro Roberto Speranza deciderà di chiudere io non mi opporrò. Ci sono due mie province, Pescara e Chieti, che stanno combattendo con la variante inglese. Una variante che mi sembra sia stata sottovalutata. Sta aggredendo i giovani, saturando nuovamente le terapie intensive. Non serve angosciare un paese ma neppure ridicolizzare”. Marco Marsilio, presidente dell’Abruzzo, di Fdi, dice al Foglio che un lockdown nazionale spera non serva ma che lui “farà quello che serve e che mi auguro di non fare”.

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Il governo chiuderà il suo Abruzzo o saranno i contagi dell’Abruzzo a convincerlo che si deve chiudere tutto e nuovamente? “Se il ministro Roberto Speranza deciderà di chiudere io non mi opporrò. Ci sono due mie province, Pescara e Chieti, che stanno combattendo con la variante inglese. Una variante che mi sembra sia stata sottovalutata. Sta aggredendo i giovani, saturando nuovamente le terapie intensive. Non serve angosciare un paese ma neppure ridicolizzare”. Marco Marsilio, presidente dell’Abruzzo, di Fdi, dice al Foglio che un lockdown nazionale spera non serva ma che lui “farà quello che serve e che mi auguro di non fare”.

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Due importanti province come Chieti e Pescara sono in zona rossa. In Abruzzo cosa sta accadendo? “Si sta verificando quello che molti esperti, a mio avviso, hanno sottostimato. C’è una variante come quella inglese che si propaga e che si sta rivelando aggressiva. Più di quanto si racconta”. E Marsilio dice dunque che quello che sta registrando nella sua regione è preoccupante. Non significa perdere la testa o straparlare. Pescara sarà la prossima Wuhan? Esagerato chi lo minaccia? O sempliciotto chi non se ne cura? “Pescara non è come Wuhan. Ma le terapie intensive sono al limite, Da quello che mi ha detto il ministro della Salute, al momento non sembra esserci all’orizzonte un lockdown duro e nazionale. Ma a Speranza chiedo adesso che il Cts parli con una voce sola e che i consulenti stiano al loro posto. Se Draghi è la sobrietà anche il Cts faccia come Draghi”. Eviterete la zona rossa o forse è buona cosa anticiparla? “Grazie al lavoro svolto, siamo riusciti a fare scendere l’Rt di pochissimi punti. Abbiamo effettuato screening massicci. Quanto ci consente, e spero ci consentirà, di rimanere in zona arancione”. In Abruzzo la variante inglese, spiega ancora questo presidente, ha fatto scendere l’età dei contagi. Si stanno ammalando i giovani, ventenni. Si diffonde nelle scuole. Attacca in maniera violenta le vie respiratorie.

 

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Non vuole che passi l’idea che “bisogna urlare che sta bruciando la casa” ma chiede, e con insistenza, che si acceleri, e davvero, sul piano vaccinale. “Siamo arrivati alla terza ondata senza con un numero bassissimo di vaccinati. Ogni giorno che perdiamo non è altro che un giorno di tormento ormai lunghissimo che si aggiunge”. Ha paura di chiudere lei e quindi attende che a chiudere sia Speranza? “Sono stato il governatore che per ben due volte ha chiuso. Non ne faccio un vanto, anzi. Solo per ricordare che se è necessario lo farò. Non c’è dubbio”. Ed è evidente che non ci sono più governatori aperturisti e chiusuristi, gli apocalittici contro gli integrati, “e io non partecipo a questa sagra”. Marsilio, ad esempio, è tra quelli che non contesta la decisione di chiudere ma i tempi della chiusura. “Io avrei preferito anticiparla se solo fosse servita a fermare il dilagare di questa variante. Non sopporto invece la decisione di fermare tutto quel mondo della montagna dopo averlo preparato alla ripartenza. Serviranno altri bonus ma questa volta era possibile evitarli”.

 

Dice che se davvero al ministero dell’Istruzione è partito un nuovo corso, ai governatori deve essere risparmiata la pena del Tar che ribalta le chiusure delle scuole in aperture e le aperture in chiusure. Se è vero, e lo è, che a Mario Draghi piacciono i processi decisionali rapidi, Marsilio rinuncerà di buon grado agli appuntamenti quotidiani con quella che chiama una “vecchia comitiva”. Da chi era composta? “Domenico Arcuri e l’ex ministro Francesco Boccia. Quasi mi manca non sentirli. Voglio spiegare che non servono ore di riunioni se poi la concertazione con le regioni viene scavalcata dai dpcm”. Draghi ha annunciato che si impegnerà, dove possibile, a comunicare con sufficiente anticipo le decisioni e di concordarle con le regioni. E anche per Marsilio è arrivato il momento, argomentando di pandemia, di “discutere meno, ma discutere con più qualità. Ce la faremo?”.

 

 

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