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Passo a due

Il predellino di Salvini. Studia il Cav. e cerca di spostarsi al centro

Si avvicinano. Due lampade e una fotografia per sigillare il rapporto

Carmelo Caruso

Moderato come Silvio Berlusconi che vorrebbe la Lega nel Ppe. Si preoccupa della salute del Cav. e coccola gli alleati della coalizione. Nessuno può dire se la svolta è vera, ma è così che Berlusconi e Salvini danzano insieme

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Roma. Gli vuole somigliare perché ha capito che è impossibile da sostituire. C’è una foto che racconta meglio di qualsiasi retroscena i movimenti del centrodestra, le danze di Matteo Salvini. E’ l’immagine che è stata scattata a villa Zeffirelli, la nuova residenza romana di Silvio Berlusconi. Da una parte c’era tutto quello che Salvini non può (ancora) essere, ma dall’altra c’è tutto quello che Berlusconi ha imparato lentamente ad apprezzare: “E’ maturato. L’appoggio a  Draghi ne è la prova”. Adesso non lo chiama più “il ragazzo”.

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Roma. Gli vuole somigliare perché ha capito che è impossibile da sostituire. C’è una foto che racconta meglio di qualsiasi retroscena i movimenti del centrodestra, le danze di Matteo Salvini. E’ l’immagine che è stata scattata a villa Zeffirelli, la nuova residenza romana di Silvio Berlusconi. Da una parte c’era tutto quello che Salvini non può (ancora) essere, ma dall’altra c’è tutto quello che Berlusconi ha imparato lentamente ad apprezzare: “E’ maturato. L’appoggio a  Draghi ne è la prova”. Adesso non lo chiama più “il ragazzo”.

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E dicono che quando Salvini ha saputo della notizia, del suo piccolo incidente domestico, quell’incidente che ha costretto, ieri, Berlusconi a lasciare la Capitale, sia stato lui il primo a voler sapere quali fossero le sue condizioni di salute. Lo fa periodicamente attraverso Licia Ronzulli che è il ponte fra loro due. Berlusconi dice: “Chiamate Licia per qualsiasi cosa”. Salvini è per merito di Licia se agli occhi di Berlusconi è più complesso di come appare. Da rispettare. E infatti, ogni volta che Salvini incontra Berlusconi, si sente grande e piccolo nello stesso tempo. Tutti i voti della Lega cosa sono rispetto a un leader che dà il gomito a Mario Draghi?

 

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Era da un anno che i due non si guardavano in faccia. Salvini si è presentato a casa dell’altro perché era un “gesto di cortesia che devo fare”. Per metterlo a suo agio, e fargli capire che con le sue ultime decisioni merita davvero di sedergli accanto, Berlusconi ha voluto che sul suo tavolo ci fossero due lampade. Erano simmetriche: una luce per ciascuno. Non era una scelta lasciata al caso. Lo garantiscono. Ed è vero che Berlusconi stava seduto e che la sua postura era quella del sire, ma Salvini metteva le mani sui braccioli della sedia come le mette adesso sulla coalizione del centrodestra che è riuscito a tenere unita malgrado il rifiuto di Fdi. A dicembre deve aver compreso che rischiava di rimanere solo il segretario di un partito e mai più il capo di uno schieramento.

 

Ha cominciato a convocare settimanalmente gli alleati su Zoom. Non solo Fi e Fdi ma anche i piccoli. Un senatore di Forza Italia dice che senza questa operazione oggi “l’Udc sarebbe al governo con Giuseppe Conte. Salvini li ha fatti sentire parte di qualcosa. Se non lo avesse fatto, sarebbe tutta un’altra storia”. Nessuno può stabilire se la decisione di spostarsi dalla destra verso il centro, se la voglia di Salvini di non fare il vecchio Salvini sia dissimulazione o la sua nuova identità, la sua linea d’ombra superata. Di sicuro c’è che anche Carlo Calenda, uno che immagina una piattaforma centrista, è preoccupato: “Se non ci sbrighiamo qui il centro lo fa Salvini”. E anche se non lo dice perché impegnato a rilasciare interviste internazionali, Matteo Renzi, che non è sciocco, si angoscia.

 

Se Salvini si avvicina a lui, Renzi che fa? Si avvicina a Salvini? Dopo il colloquio che ha avuto con il segretario della Lega, Berlusconi, a pranzo con gli uomini e le donne di Fi, lo ha lodato. Ne ha parlato bene e il suo augurio è stato questo: “La Lega deve entrare nel Ppe e bisogna agevolare questo percorso. Una Lega moderata rafforza anche la compagine europea”. Insieme hanno scherzato sul Monza e concordato che “su di noi non ci devono essere veti”. Berlusconi parlava come il legno antico e forte che ne ha viste tante e superate troppe.

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Una volta, Massimo D’Alema, che ha il vizio della scorciatoia intelligente, spiegò che non si può essere delfino di Berlusconi perché non si può essere “delfini di un pescecane”. Si riferiva ai dinosauri che ciclicamente Berlusconi ha tirato fuori dal cappello: Samori, Fiori, Parisi… Angelino Alfano ha lasciato la politica. Fa un altro lavoro. E’ felice così. Ed è chiaro che Salvini non fosse il figlio che Berlusconi cercava. Eppure, quando alle elezioni la Lega superò Forza Italia, volle invitarlo ad Arcore. Gli disse questo: “Il leader da ora sei tu. Dimostra che lo puoi fare”. Ci sono delle ragioni pratiche che stanno favorendo la svolta europeista della Lega. Il lavoro di Giancarlo Giorgetti che da mesi visita ambasciate. La minaccia del proporzionale che per Salvini equivale alla fine di qualsiasi ambizione di governo. C’è del metodo ma c’è pure una sorta di fusione tra Fi e Lega, una Opa non ostile. Salvini non parla solo con Berlusconi. Lo studia. Impara dall’uomo del predellino come si può fare un predellino.

 

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