PUBBLICITÁ

Saverio ma giusto

Lista della spesa per Mario Draghi

Saverio Raimondo

Qualche consiglio al premier incaricato su come spendere i soldi del Recovery

PUBBLICITÁ

Ho alcuni consigli da dare a Mario Draghi su come spendere i 210 miliardi di euro del Recovery. Immagino la vostra perplessità: come può un laureato in Dams come il sottoscritto dare consigli di spesa pubblica a un economista, ex governatore della Banca d’Italia, ex presidente della Banca centrale europea, ma soprattutto uno che dai Parioli dove abita va fino all’Anagnina a comprare le crocchette per il proprio cane – evidentemente dopo un attento studio comparativo fra le offerte di cibo per cani disponibili nella capitale e il costo della benzina per andare da Roma nord a Roma sud. Ma se persino Giorgia Meloni ha detto che sarà utile al governo Draghi, non vedo perché non io. Anche perché non sarò certo un’autorità su come guadagnare soldi, ma sullo spenderli meriterei una laurea ad honorem – una laurea comprata ovviamente, a dimostrazione della mia tesi.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Ho alcuni consigli da dare a Mario Draghi su come spendere i 210 miliardi di euro del Recovery. Immagino la vostra perplessità: come può un laureato in Dams come il sottoscritto dare consigli di spesa pubblica a un economista, ex governatore della Banca d’Italia, ex presidente della Banca centrale europea, ma soprattutto uno che dai Parioli dove abita va fino all’Anagnina a comprare le crocchette per il proprio cane – evidentemente dopo un attento studio comparativo fra le offerte di cibo per cani disponibili nella capitale e il costo della benzina per andare da Roma nord a Roma sud. Ma se persino Giorgia Meloni ha detto che sarà utile al governo Draghi, non vedo perché non io. Anche perché non sarò certo un’autorità su come guadagnare soldi, ma sullo spenderli meriterei una laurea ad honorem – una laurea comprata ovviamente, a dimostrazione della mia tesi.

PUBBLICITÁ

 

In primis, suggerirei al presidente Draghi la riassunzione dei 2.700 navigator, però riconvertendoli in personal shopper di stato: così facendo non solo non si creano nuovi disoccupati, ma si istituzionalizza la giusta figura professionale per guidare questa stagione di spesa pubblica. A proposito di riconversione industriale: i famigerati banchi a rotelle del commissario Arcuri, invece che abbandonarli al loro destino (cioè le fiamme), potrebbero essere impiegati come mezzi di trasporto pubblico individuale. Se dotati di manubrio, pedali e freni, potrebbero viaggiare su corsie preferenziali apposite (vedi alla voce infrastrutture), così che quelle rotelle abbiano finalmente un senso.

 

PUBBLICITÁ

 

A proposito di trasporti, credo che fra gli impegni che il nuovo governo debba prendere ci sia anche la bonifica delle nostre città da tutti quei monopattini elettrici, il cui incentivo da parte del precedente esecutivo ha creato un’emergenza a metà strada fra l’atto vandalico e l’attentato alla salute pubblica: i marciapiedi ormai sono ingombri da quei trabiccoli parcheggiati perpendicolarmente al senso di marcia, e i pedoni costretti a scegliere se inciampare su uno di questi o camminare in mezzo alla strada e farsi investire da una macchina. Propongo l’immediato sequestro di quei cosi e l’immediata carcerazione per chi li ha comprati, venduti e incentivati, rinchiudendoli dentro alle strutture a primula sempre del sopra citato Arcuri (detenuto honoris causa): è vero che per la prima volta nella storia recente l’Italia ha soldi da spendere, ma un po’ di manodopera gratuita da impiegare in lavori forzati può fare la differenza nel completamento di strade, ponti, gallerie.

 

Mi permetto infine di suggerire al governo Draghi di non abbandonare la politica dei sussidi per sostituirla con quella degli incentivi; semmai, di fondere le due cose e incentivare i sussidi. Qui in Italia il problema non è tanto far lavorare tutti: la questione è far lavorare solo quelli che sono capaci (mi scuso con Mario Draghi se gli fischiano le orecchie), lasciando a casa chi invece non lo è, mettendolo nelle condizioni di non recare danno alla collettività ma al tempo stesso mantenuto dallo stato – in fondo se non sono capaci la colpa è dell’istruzione pubblica che non ha saputo renderli abili e arruolabili. Si potrebbero quindi risarcire economicamente non solo ristoratori o operatori del mondo dello spettacolo, ma anche altre condizioni di disagio, sociale se non addirittura personale: si potrebbero assegnare ristori anche ai single, a chi non dorme la notte, a chi non raggiunge l’orgasmo. Tanto i soldi stavolta ci sono.  

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ