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Il sorriso del Cav.

Salvatore Merlo

Dalla scaletta dell’aereo al disvelamento di fronte a Draghi: giù la mascherina. Berlusconi torna dopo un anno di assenza. Cronaca di una rentreè da taumaturgo  

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E’ sceso dalle scalette del suo aereo alle 10.30, sotto un cielo che per sapienza del destino, tra le nuvole stinte, virava a quella stessa tonalità di azzurro dei cartelloni pubblicitari del 1994. Licia Ronzulli, senatrice e sua assistente, se ne accorge subito. E infatti: click. Prima immagine del grande rientro in Italia, a Roma. Dopo un anno di assenza. E già sotto la mascherina sorrideva, Silvio Berlusconi. In un’apparizione che preparava il disvelamento finale, ovvero il gesto di togliersela quella Ffp2, qualche ora dopo, a Montecitorio, per mostrare quello stesso sorriso a Mario Draghi.

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E’ sceso dalle scalette del suo aereo alle 10.30, sotto un cielo che per sapienza del destino, tra le nuvole stinte, virava a quella stessa tonalità di azzurro dei cartelloni pubblicitari del 1994. Licia Ronzulli, senatrice e sua assistente, se ne accorge subito. E infatti: click. Prima immagine del grande rientro in Italia, a Roma. Dopo un anno di assenza. E già sotto la mascherina sorrideva, Silvio Berlusconi. In un’apparizione che preparava il disvelamento finale, ovvero il gesto di togliersela quella Ffp2, qualche ora dopo, a Montecitorio, per mostrare quello stesso sorriso a Mario Draghi.

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Più forte di qualsiasi parola, accordo, promessa. Voleva assolutamente che quel sorriso si vedesse. E infatti si è visto eccome: è finito pure su internet, in un video rubato dalla stanza più protetta della Repubblica. Berlusconi dà del tu a Draghi, unico tra tutti i leader politici. E allora l’impressione, ieri, era che il Cavaliere, col suo volto che ormai sfida le malattie, l’età e gli inciampi, abbia sviluppato inconsciamente quel principio che Block attribuiva ai Re taumaturghi. La capacità di curare con l’imposizione delle mani, anzi del sorriso. Funzione ipnotica. Non da stregatto, ma da nume della salute.

 

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Prepotenza del sorriso di fronte a Draghi, vivente fatalità. Ieri tutti ne volevano un pezzo, del Cav. Un centimetro, uno spicchio. I cortigiani, i deputati, persino i giornalisti. Mentre Berlusconi attraversa i corridoi della Camera, inseguito e applaudito dai suoi, ecco che i deputati di Forza Italia cercano di disporsi nella posizione migliore per incrociarne lo sguardo, la benevolenza, il sorriso taumaturgico appunto. “Mettiti qua che lo vedi meglio”, “no spostati di là”, “guarda che passa dall’altra parte”, “corri”. Ecco Brunetta, Mulè, Prestigiacomo, Gelmini, Bernini, Cattaneo, Sisto, Bergamini... Tutti indossavano il vestito migliore, quello delle grandi occasioni. Cravatte, spillette, foulard, scarpe lucide. “L’ultima volta che l’ho visto era il 5 febbraio del 2020”, dice Sestino Giacomoni, uno dei più vecchi collaboratori. “Me lo ricordo perfettamente perché gli dissi: ‘Presidente, non mi farò più la barba finché lei non ritorna. Dopo un anno sembravo Babbo Natale”. Oggi invece rasatura Gilette, anzi: Publitalia. E sarà anche vero come dice uno di loro, con cinismo, che “sono tutti qui attorno a lui perché ci sono solo due posti al governo”. Chissà. Ma il passaggio di Berlusconi, provato nella voce eppure ottimista tra le rughe di cui è diventato orgoglioso, il suo incedere nei corridoi bui di Montecitorio, ieri aveva la forza magnetica delle icone.

 

“Oddio, non lo ho visto! Non l’ho visto!”, si lamentava la collega del Fatto quotidiano, il giornale dei nomignoli, del Cainano e di Al tappone. “Torna presto”, gli urlava Paola Pelino, l’ex senatrice, la signora dei famosi confetti di Sulmona. A un certo punto, nella piccola folla intorno al Santo, si fa largo pure un deputato grillino, Filippo Scerra. Ecco che il peone 5 stelle tira fuori il cellulare e si mette a scattare foto al Cavaliere. Vuole entrare in Forza Italia? “No, ma sono qui per Silvio. Tifo Milan”. Alla fine ieri il Cavaliere non ha detto quasi niente, ai cortigiani, ai giornalisti, forse persino a Draghi. Solo un sorriso. Viatico di benedizione. Un raggio di luce che si porta via un anno di Arcuri, di banchi a rotelle, di dpcm e stati generali. Forse nessuno si aspettava di sentirlo parlare davvero. D’altra parte il Santo che conclude è quello che dà un segno. Non ti fa mai la predica.

 

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