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le parole del premier incaricato

Frammenti di un discorso draghiano

Luca Roberto

"Escludere la Lega? Vediamo...". Il siparietto con il Cav. Draghi dice a ciascuno quel che vuole sentirsi dire. E ognuno fa dire a Draghi quel che preferisce. I molti appunti consegnati dal premier ai partiti (secondo i giornali)

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Son tutti lì ad aspettare che parli: "Vediamo in pubblico cosa dirà". Perché per ora Mario Draghi, ai partiti, ha trasmesso confidenze ovattate, l'ossequio a un codice da cerimoniale. Congedando la gran parte delle delegazioni con fare cortese, chiosa laconica: "Ci vediamo in Parlamento". Di dichiarazioni pubbliche, in effetti, n'è rimasto solo l'innesco, più di una settimana addietro: quel "sono fiducioso che dal confronto con i partiti e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e, con essa, la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all'appello del Presidente della Repubblica". Poi solo schegge raccolte e riassemblate, frammenti di un discorso draghiano che poco a poco è finito ad aggiornare i manuali del retroscenismo politico italiano. 

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Son tutti lì ad aspettare che parli: "Vediamo in pubblico cosa dirà". Perché per ora Mario Draghi, ai partiti, ha trasmesso confidenze ovattate, l'ossequio a un codice da cerimoniale. Congedando la gran parte delle delegazioni con fare cortese, chiosa laconica: "Ci vediamo in Parlamento". Di dichiarazioni pubbliche, in effetti, n'è rimasto solo l'innesco, più di una settimana addietro: quel "sono fiducioso che dal confronto con i partiti e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e, con essa, la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all'appello del Presidente della Repubblica". Poi solo schegge raccolte e riassemblate, frammenti di un discorso draghiano che poco a poco è finito ad aggiornare i manuali del retroscenismo politico italiano. 

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E se è improbabile che a Grillo l'uomo del whatever it takes abbia davvero confessato di volersi iscrivere al Movimento cinque stelle ("credevo fosse il banchiere di Dio, ma è più grillino di noi"), sta in un più naturale gioco delle parti la risposta alla pretesa avanzata dal comico-garante di escludere la Lega dal governo nascituro: "Non lo so eh, vediamo...". Come pure, dando ascolto alle inquietudini del Partito democratico, la confessione a cuore aperto per cui "capisco che con una coalizione più ampia, con contraddizioni interne, la navigazione è più complicata". Salvo poi chiarire, a scanso di equivoci, che quello da lui guidato "sarà un governo europeista, nel senso della prosecuzione del processo di integrazione e nella concessione di sovranità”. 

 

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Un messaggio in bottiglia per Salvini? Ma pure con il segretario leghista Draghi è stato capace di trovare le parole giuste. E' vero che, escludendo l'ipotesi di flat tax, lo avrebbe un poco rabbuiato. Ma poi sì è subito premurato di chiarirgli che non ci sarà “nessun aumento delle tasse, nessuna patrimoniale, ma piuttosto l'avvio di un tavolo per diminuire il carico fiscale a partire dall'Irpef. Non faccio il presidente del Consiglio per tassare gli italiani”. Tant'è che uscito dalle consultazioni l'ex ministro dell'Interno ha dato consegna al proprio gruppo parlamentare a Bruxelles di operare una virata a 360 gradi, dando infine il via libera al Recovery Fund. 

 

Eppure è dall'incontro con il Cav. che resterà a futura memoria il documento più valido. Non un frammento ma un frame. Breve siparietto immortalato in video. Si distingue un "Grazie per essere venuto". "Complimenti ti sei preso una bella gatta da pelare!". "E sì, se lo dici te che sei stato tre volte presidente del Consiglio..."., sarebbe andata avanti la conversazione. "Purtroppo siamo in ritardo con la tabella di marcia, perché bisogna attendere l'esito delle consultazioni dei cinque stelle su Rousseau. Speriamo bene...". Con una postilla sulla composizione del governo: "La squadra come saprete la deciderò io. Ma sono certo che saranno nomi di tuo gradimento”.

 

Tutto quel che pare abbia proferito Draghi è tutto quel che in fondo non è stato possibile accertare, né smentire.

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