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Il caso

Dal Pd di Siena e toscano no alla candidatura del "paracadutato Conte"

David Allegranti

Protestano i Democratici, che vorrebbero avere un candidato espresso dal territorio e non da Roma

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“Va bene che c’è la Folgore ma tutti questi paracadutati alla fine stufano”, dice Paolo Mazzini, ex assessore del Pd al Comune di Siena. La notizia dello sbarco di Giuseppe Conte come possibile candidato di coalizione Pd-M5s-Leu alle suppletive di Siena non è stata presa bene nella città del Palio, che già ha parecchi problemi (citofonare Mps). “L’autonomia di una comunità politica deve esistere sempre, tenendo conto peraltro di come si è generata questa vacatio”, ci dice ancora Mazzini, che fa parte dell’assemblea cittadina del Pd, organismo che si riunirà lunedì prossimo per parlare anche dell’affare Conte. “Noi abbiamo bisogno di una mano per la faccenda Mps, che rischia di diventare un bagno di sangue definitivo. E credo che Conte non farebbe – o potrebbe fare – alcunché”.

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“Va bene che c’è la Folgore ma tutti questi paracadutati alla fine stufano”, dice Paolo Mazzini, ex assessore del Pd al Comune di Siena. La notizia dello sbarco di Giuseppe Conte come possibile candidato di coalizione Pd-M5s-Leu alle suppletive di Siena non è stata presa bene nella città del Palio, che già ha parecchi problemi (citofonare Mps). “L’autonomia di una comunità politica deve esistere sempre, tenendo conto peraltro di come si è generata questa vacatio”, ci dice ancora Mazzini, che fa parte dell’assemblea cittadina del Pd, organismo che si riunirà lunedì prossimo per parlare anche dell’affare Conte. “Noi abbiamo bisogno di una mano per la faccenda Mps, che rischia di diventare un bagno di sangue definitivo. E credo che Conte non farebbe – o potrebbe fare – alcunché”.

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Contrario anche l’ex sindaco Bruno Valentini, che ci dice: “Si tratterebbe di una elezione artificiale, buona solo per l’interessato e per il disegno dei suoi sponsor. E’ pragmatico accettare che una parte dei membri del Parlamento sia composta da leader nazionali, in aggiunta ai rappresentanti del territorio, ma è meglio farlo in circoscrizioni più grandi, dove è possibile la presenza di entrambi i profili. Siena ha già dato (anche per il Senato!). E non siamo stati noi a determinare l’anticipazione della scadenza. Vogliamo un deputato locale. E se sarà meno famoso, pazienza”.

 

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Contraria anche la segretaria regionale del Pd Simona Bonafè: “Le candidature nei seggi toscani devono essere espressione dei territori, decise dai territori o perlomeno insieme ad essi. Le decisioni calate dall’alto non vanno mai bene, ma se addirittura avvengono ai danni di un partito che ha vinto tutte le ultime battaglie sono del tutto incomprensibili”.  

  
Il Pd di Siena e provincia d’altronde si era già espresso nelle settimane scorse con una lettera inviata a Nicola Zingaretti. “Va bene l’alleanza con i 5 stelle, ma qui si deve candidare un profilo che proviene da questo territorio”, ci dice Carlotta Lecami, segretaria provinciale dei Giovani Democratici. Il 3 dicembre, appunto, 20 segretari provinciali del Pd avevano firmato un documento invocando per Siena un candidato eminentemente senese (ci sperava, e forse ancora ci spera, il segretario provinciale Andrea Valenti): “Riteniamo che questa provincia sia in grado di esprimere personalità con le caratteristiche idonee a rappresentarla nelle istituzioni”. 

   

Insomma, niente paracadutati da Roma. Già nel 2018 c’è  stato appunto Padoan, che sconfisse il leghista Claudio Borghi (anche se pochi mesi dopo la città passò, alle amministrative,  al centrodestra guidato dalla Lega): “Abbiamo sempre dimostrato la nostra lealtà e il nostro impegno, misurandoci in ogni tornata elettorale con la massima determinazione e riuscendo ad ottenere risultati importanti per questo territorio e per il Partito Democratico”, scrivevano a dicembre  i segretari  del Pd dei comuni senesi. “Ad esempio, alle ultime elezioni regionali, abbiamo ottenuto il miglior risultato toscano dopo l’area metropolitana di Firenze”. Insomma, dice il segretario Valenti, “l’alleanza di governo tra Pd e 5 stelle va rinsaldata, ma non so se la scelta di candidare al parlamento nel collegio Giuseppe Conte è quella giusta. La nostra linea è quella di avere come candidato un rappresentante del nostro territorio, anche perché penso possa esserci una figura in grado di mettere d’accordo noi e i 5 stelle. Questa posizione è comune a tutti i segretari del Pd dei comuni interessati alle suppletive. Ancora non abbiamo fatto alcun ragionamento sul nome”. Certo, dice ancora Valenti, “è necessaria anche una interlocuzione con il Pd nazionale, parlare di temi e di alleanze e solo dopo dei nomi. Un processo che è stato rallentato dalla crisi di governo. Penso non sia assurdo chiedere la candidatura di una persona del territorio”. 

   
A disturbare Conte, ben protetto fin qui anche dal Pd nazionale, ci potrebbe essere Italia viva, che a Siena alle ultime elezioni regionali aveva preso – insieme a +Europa – il 6,7 per cento, sopra la media regionale (4,48). Il centrodestra potrebbe dunque sfruttare l’occasione. C’è chi vorrebbe candidare l’attuale sindaco di Siena Luigi De Mossi ma, come dicono nel centrodestra toscano, “candidare un sindaco al terzo anno del primo mandato significa non riprendere più il comune. Poi lui è bravo e sarebbe probabilmente l’unico che se la potrebbe giocare, ma gli rinfaccerebbero che lui aveva chiesto il voto per salvare Siena e poi al primo treno che passa prova a salirci sopra”. Il Comune di Siena vale più di un collegio parlamentare. 

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[Aggiornamento delle 16:53] Nicola Zingaretti dice che sarà rispettata l'autonomia dei territori ma non rinuncia all'idea di candidare Conte: "Rispetteremo l'autonomia dei territori e stiamo spingendo per questo. No a modelli catapultati dall'alto", dice Zingaretti che tuttavia aggiunge che un'alleanza politica nazionale "aiuterà anche i territori a scegliere con piu' opportunità piuttosto che essere isolati e quindi probabilmente sconfitti. Zingaretti ribadisce: autonomia dei territori, nessuna volontà di imporre dall'alto nulla, ma vocazione e spirito unitario".

 

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[Aggiornamento delle 19:50]  "Nessuno discute la qualità della candidatura di Conte, ma in Toscana non possiamo avere sempre candidati calati dall'alto, seppur di prestigio. Questa è la regione dove il Pd, da anni, è il più forte d'Italia. Il risultato delle ultime elezioni regionali lo conferma. Se va scelto un candidato per le suppletive del collegio, si lasci decidere alla Toscana e a Siena, ai dirigenti locali e agli iscritti". Così il sindaco di Firenze Dario Nardella, oggi in visita al sito produttivo della Bsp Pharmaceuticals a Latina, commentando l'ipotesi di una candidatura del premier uscente Giuseppe Conte alle elezioni suppletive alla Camera nel collegio di Siena."La base e gli amministratori locali rivendicano giustamente maggiore protagonismo - aggiunge Nardella -, in questa occasione come nelle scelte per il governo. Nel governo Conte non c'era neanche un ministro, né un viceministro, né un sottosegretario del Pd che rappresentasse la Toscana. Sarebbe giusto che il nostro partito chieda un ministro nel governo Draghi che rappresenti questa regione che tanto ha dato e continuerà a dare al centrosinistra".

  

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