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La Trasfigurazione del senatore Salvini

Giuliano Ferrara

Baciato da Draghi, ha detto cose soavi, d’impronta schiettamente europeista. Una resa senza condizioni alla realtà mistica della politica

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Chissà se Giotto agli Scrovegni e Raffaello in Vaticano, spalmando colori e linee, linee e colori,  pensavano alla Trasfigurazione del senatore Salvini. Sul Monte Citorio invece che sul Tabor, “si trasfigurò davanti a loro, e la sua faccia splendette come il sole e le sue vesti diventarono bianche come la neve”. Mosè e Elia lo affiancavano, come Borghi e Bagnai. Non ho intenzioni blasfeme, e sono notoriamente un devoto della narrazione evangelica, ma la forza del paradosso cristiano si riflette anche nel trasporto di significato, nella metafora civile delle avventure mistiche. Un tizio scaciato che a fianco di fior di fascisti europei invocava rosario alla mano, quello sì in modo blasfemo, il cuore immacolato di Maria per il sostegno a politiche demenziali, nazionaliste, populiste, xenofobe, violente, quello stesso tizio, baciato da Draghi, ha detto cose soavi, improntate a una filosofia di stato e a un’impronta schiettamente europeista, e le ha dette dopo la consultazione alla Camera, dopo una resa senza condizioni alla realtà mistica della politica, in una solenne modalità vocale che voi umani non avreste mai pensato di poter udire. 

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Chissà se Giotto agli Scrovegni e Raffaello in Vaticano, spalmando colori e linee, linee e colori,  pensavano alla Trasfigurazione del senatore Salvini. Sul Monte Citorio invece che sul Tabor, “si trasfigurò davanti a loro, e la sua faccia splendette come il sole e le sue vesti diventarono bianche come la neve”. Mosè e Elia lo affiancavano, come Borghi e Bagnai. Non ho intenzioni blasfeme, e sono notoriamente un devoto della narrazione evangelica, ma la forza del paradosso cristiano si riflette anche nel trasporto di significato, nella metafora civile delle avventure mistiche. Un tizio scaciato che a fianco di fior di fascisti europei invocava rosario alla mano, quello sì in modo blasfemo, il cuore immacolato di Maria per il sostegno a politiche demenziali, nazionaliste, populiste, xenofobe, violente, quello stesso tizio, baciato da Draghi, ha detto cose soavi, improntate a una filosofia di stato e a un’impronta schiettamente europeista, e le ha dette dopo la consultazione alla Camera, dopo una resa senza condizioni alla realtà mistica della politica, in una solenne modalità vocale che voi umani non avreste mai pensato di poter udire. 

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Dopo aver ascoltato questo possono pure caderci le orecchie dai due lati della testa, resteremo appagati, contenti, edificati come non mai. Un Truce che diventa un buon repubblicano e un europeista è più di un lieto fine, è come scrivevamo sabato una “rigenerazione”. Sappiamo che i parecchi che hanno risposto all’appello di pacificazione nazionale portano con sé mille riserve, agiscono in uno stato di necessità che la vita buona e la crisi buonissima del governo Conte hanno reso obbligante, sappiamo che non tutto sarà così semplice, perfino uno che tira dritto whatever it takes avrà il suo bel daffare, ma il più è accaduto, nascerà un supergoverno con una supermaggioranza per una superpolitica, qualcosa che sta più in alto delle recenti miserie e che della politica è destinato a toccare il lato appunto superiore. La Provvidenza ci ha dato il trucido Papeete, Bisconte con i suoi coalizzati strategici, Renzi con le sue solite deliziose mattane, Mattarella con la sapiente scelta di argomenti e tempi costituzionali.

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A questo punto si può tranquillamente smetterla di lagnarsi sulla morte della politica, l’inefficacia e l’incompetenza di parte cospicua della classe dirigente eletta, ci si può mettere alle spalle quasi del tutto il malmostoso sentimento generale di inadeguatezza italiana, si può guardare perfino ai no di Meloni&Dibba come a un regalo, perché una mancata unanimità, in questo clima sulfureo di neodraghismo farfelu e una punta ruffiano, è una vera benedizione. Spero che il Fatto di Travaglio, la Verità di Belpietro e Libero di Feltri, in associazione con social e tvtalk, grandi bastonati del momento,  contribuiscano da par loro al casino democratico inventandosi i nuovi Arcuri, le statistiche capaci di inchiodarci al nostro eterno minchionismo, tutto il materiale necessario all’autorappresentazione coatta della nazione: ci sta anche quella, in uno scenario non dico paradisiaco ma certo non più infernale, diciamo purgatoriale.

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