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La svolta dorotea di Salvini

Simone Canettieri

Europa, atlantismo, Draghi, un buffetto alla Meloni e “nessun veto per la nascita del governo”. Il leader della Lega sterza dal sovranismo

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Cita Santa Dorotea, santa del giorno per dare forza a una svolta nel solco (almeno a parole) di un equilibrismo Diccì. E nel suo discorso fa scivolare dentro De Gasperi e De Gaulle, l’europeismo e il senso di responsabilità. 

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Cita Santa Dorotea, santa del giorno per dare forza a una svolta nel solco (almeno a parole) di un equilibrismo Diccì. E nel suo discorso fa scivolare dentro De Gasperi e De Gaulle, l’europeismo e il senso di responsabilità. 

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Matteo Salvini esce dall'incontro con Mario Draghi e sembra quasi entusiasta. È stato un confronto stimolante sui temi, dice. E fa capire che sì, ci vuole essere, vuole vedere le carte. Sedersi al tavolo. Senza calcoli di partito, ma ascoltando le richieste che gli provengono dal nord (vedi Luca Zaia). Il Salvini che mette veti che dice no che non si muove su calcoli dei partiti punzecchia a più riprese Giorgia Meloni, l'altra gamba sovranista che ha deciso di non partecipare alla festa draghiana, di farsi sentinella di pensare all'astensione. 

 

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È la svolta della Lega tanto evocata da Giancarlo Giorgetti, convitato di pietra di questo incontro? A parole sì. Ora serviranno i fatti quando si entra nel merito delle formule. "Ma noi vogliamo stare dentro e controllare per il bene dei nostri figli: dire no è semplice, io non penso agli interessi di partito". Nel gioco delle coppie Salvini sembra salutare la Meloni per Draghi. Miracoli di Santa Dorotea.

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