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Ripartire si può

Annalisa Chirico

Draghi, i ristoranti, la crisi e Bertolaso. Parla l'assessore lombardo Guidesi (Lega)

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“Al viceministro Sileri dico: benvenuto nel mondo reale”, l’assessore lombardo Guido Guidesi la tocca piano. Leghista della prima ora con natali a Codogno, già sottosegretario di stato per i Rapporti con il Parlamento al tempo dei gialloverdi, Guidesi è il quarantenne chiamato dal presidente Attilio Fontana a guidare l’assessorato dello Sviluppo economico nella locomotiva d’Italia. “Sileri poteva dirlo prima che i ristoranti vanno aperti pure a cena – incalza Guidesi – Chiunque abbia un po’ di conoscenza della vita reale sa che un’attività non copre i costi restando aperta soltanto a pranzo. Qui ristoranti e bar sono chiusi praticamente da un anno, una situazione insostenibile. La prevenzione sanitaria deve andare di pari passo con la tutela del lavoro”. Assessore Guidesi, come va a finire la crisi di governo? “Viviamo un incubo, la maggioranza uscente ha un solo obiettivo: riproporsi per la terza volta con gli stessi partiti e lo stesso presidente del Consiglio, un tipo talmente coerente che ha sottoscritto i decreti sicurezza per poi cancellarli con la propria firma, lo stesso che ha aperto al regime forfettario per le partite Iva e alla flat tax salvo poi farne tabula rasa per andare a braccetto con il Pd. Questo signore pensa esclusivamente alla propria poltrona, non al bene del paese”.

 

Ma voi della Lega dite solo al voto al voto? “In un paese normale i cittadini scelgono da chi farsi governare con il voto democratico, da noi sembra un lusso. Si vota in tutta Europa, si voti pure in Italia. Nell’attesa, non staremo a guardare perché il paese ha bisogno di risposte. Sul decreto ristori, sul Recovery plan e sulla campagna vaccinale siamo disposti a dare una mano: se il governo porta i provvedimenti in aula, li approviamo in un paio di giorni”. Il capo dello Stato Sergio Mattarella sembra voler scongiurare il voto anticipato in tempi di pandemia mentre aleggia il nome di Mario Draghi. “Tutti abbiamo stima del presidente Draghi, anzitutto per ciò che ha fatto alla Bce, la sua caratura e competenza sono fuori discussione ma i partiti della maggioranza puntano al Conte ter per tirare a campare. Se poi si volesse conferire un ruolo a Draghi non spetta a me decidere”. Mi ha colpito apprendere che, nel pieno della prima ondata, lei abbia trascorso il confinamento a Codogno senza mai uscire di casa per oltre venti giorni. “E’ stata una scelta personale, passavo le giornate al telefono in contatto con le famiglie in difficoltà e i sindaci locali. Abbiamo dismesso le maglie politiche e ci siamo dati una mano l’un l’altro, è stato fondamentale l’aiuto della regione Lombardia perché da Roma arrivavano soltanto parole sbagliate. Ho perso anche io persone care, la cosa più grave dal punto di vista umano è che non abbiamo potuto rivolgere loro un ultimo saluto”.

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La sanità lombarda è finita sul banco degli imputati. “Il nostro sistema, un’eccellenza a livello europeo, ha fatto tutto ciò che poteva per rispondere a un flagello di carattere eccezionale che nessuno poteva prevedere. Voglio ricordare che il governatore Fontana fu tra quegli amministratori leghisti tacciati di razzismo per aver proposto il blocco dei voli con la Cina”. La medicina del territorio ha mostrato evidenti lacune. “E’ vero, in parte è conseguenza dei tagli operati dal governo centrale alle Regioni. Questa tragedia ci costringe a ripensare il modello sanitario per renderlo più vicino alle esigenze dei cittadini ma ciò non può mettere in ombra i meriti e le virtù del nostro apparato”. Adesso la Regione ha reclutato, insieme all’assessore alla Salute Letizia Moratti, il consulente Guido Bertolaso che, a titolo gratuito, coordinerà la campagna vaccinale lombarda. “E’ stata una scelta condivisa di cui mi rallegro. Vogliamo vaccinare tutti i lombardi entro giugno utilizzando anche la Protezione civile”. Secondo lei, per quale ragione il governo non la impiega a livello nazionale? “Non so spiegarmelo ma francamente ho capito ben poco della gestione di Domenico Arcuri, un commissario che più inanella errori, ritardi e gaffe più appare intoccabile”.

 

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