PUBBLICITÁ

Mercato delle vacche

Quelli che si scagliano contro le "operazioni responsabili" ma le digerirono in senso opposto

Lo specchio rovesciato. I "passaggi" dei volenterosi secondo i leader del centrodestra sono "teatrino" e "mercimonio". E i casi De Gregorio e Scilipoti?

Marianna Rizzini

Le parole dure di Meloni, Salvini, La Russa e Capezzone contro il novello gruppo di "europeisti". Il passato che incombe. E La Lega oggi chiama Renzi alla "responsabilità" a destra

PUBBLICITÁ

Chiamali, se vuoi, responsabili. O costruttori, disponibili, volenterosi. Chiamali se vuoi anche “ciampolilli”, come li ha definiti l’ex deputato di Forza Italia poi fittiano nonché ex portavoce del Pdl d’antan Daniele Capezzone. Chiamali pure oggetto di “scandaloso mercimonio”, come da anatema della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. O pedine nel “mercato delle vacche”, come da etichetta di Matteo Salvini. E insomma sono giorni che la decina di senatori strappati alle nebbie dell’indefinito parlamentare per andare a fare la “quinta gamba” di Giuseppe Conte  – come dice Ricardo Merlo, che del nuovo gruppo è voce onnipresente (ieri a “Un giorno da Pecora”, su Radio1) – viene tirata in ballo nei j’accuse del centrodestra, ultimo ma non ultimo quello di Ignazio La Russa contro l’ex m5s Gregorio De Falco, anche noto per il “salga a bordo” detto a Francesco Schettino durante il naufragio della Costa Concordia, ora destinatario di un “scenda da quella nave se ha un minimo di dignità” detto dal vicepresidente del Senato, indignato come non mai a “L’Aria che tira”, su La7.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Chiamali, se vuoi, responsabili. O costruttori, disponibili, volenterosi. Chiamali se vuoi anche “ciampolilli”, come li ha definiti l’ex deputato di Forza Italia poi fittiano nonché ex portavoce del Pdl d’antan Daniele Capezzone. Chiamali pure oggetto di “scandaloso mercimonio”, come da anatema della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. O pedine nel “mercato delle vacche”, come da etichetta di Matteo Salvini. E insomma sono giorni che la decina di senatori strappati alle nebbie dell’indefinito parlamentare per andare a fare la “quinta gamba” di Giuseppe Conte  – come dice Ricardo Merlo, che del nuovo gruppo è voce onnipresente (ieri a “Un giorno da Pecora”, su Radio1) – viene tirata in ballo nei j’accuse del centrodestra, ultimo ma non ultimo quello di Ignazio La Russa contro l’ex m5s Gregorio De Falco, anche noto per il “salga a bordo” detto a Francesco Schettino durante il naufragio della Costa Concordia, ora destinatario di un “scenda da quella nave se ha un minimo di dignità” detto dal vicepresidente del Senato, indignato come non mai a “L’Aria che tira”, su La7.

PUBBLICITÁ

 

E insomma, quelli che a sinistra sono visti come responsabili-costruttori-disponibili-volenterosi, sotto la lente del centrodestra si trasformano in anime vagolanti nel girone dei voltagabbana (oltreché in simulacri di Prima Repubblica). Ancora Salvini: “Abbiamo Conte presidente del Consiglio che sta cercando senatori di notte per cercare di tirare a campare”. E Meloni: “Il mercato delle vacche, fatto da loro, diventa ‘boutique delle chianine’”.

 

PUBBLICITÁ

Ed è come se la crisi edizione 2021 cancellasse improvvisamente la memoria di altre, precedenti crisi, ma a parti rovesciate. Per esempio nel 2008, quando il celeberrimo (e famigerato) Sergio De Gregorio, eletto con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, contribuì alla sfiducia contro il governo Prodi II, dopo aver abbandonato il centrosinistra per spostarsi verso il centrodestra (il passaggio fu anche oggetto di caso giudiziario, e l’accusa riguardava un cosiddetto “mercimonio”). Alle elezioni successive, De Gregorio fu eletto con il Pdl, formazione in cui alcuni esponenti politici indignati oggi ricoprivano ruoli di primo piano.

 

Per esempio quando, nel dicembre del 2010, il governo Berlusconi IV si salvò dalla sfiducia per l’aiuto giunto da sinistra, previo passaggio a destra dei senatori Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, già eletti con Italia dei Valori, due dei quattro voti necessari. A quei tempi Giorgia Meloni era ministro della Gioventù e Ignazio La Russa ministro della Difesa. Capezzone, che due sere fa, su Rete4, a “Quarta Repubblica”, insisteva sui “raccattati da Conte”, era allora portavoce del Pdl (ma va detto che, in un’intervista al network Messinaora.it, così mette la questione: ” …Se qualcuno si muove da sinistra verso destra, come Razzi e Scilipoti, diventa subito un reietto, un paria… Se qualcun altro, a parità di folklore, fa il percorso opposto, è già in odore di santità”).

 

Matteo Salvini, che nel 2010 era europarlamentare leghista, guarda intanto il tutto come colui che sta sulla turris eburnea, rifugio ideale che potrebbe rivelarsi mediaticamente friabile, viste la passata e presente alleanza leghista con i co-accusatori odierni di responsabili che un tempo digerirono De Gregorio, Razzi e Scilipoti. E ieri, proprio dalla Lega, si levavano voci che chiamavano alla giravolta volenterosa addirittura il leader di Italia Viva (diceva il senatore ed ex ministro dell’Agricoltura gialloverde Gianmarco Centinaio: “Siamo disponibili a un governo di centrodestra con chi vuole fare un governo con i nostri i responsabili.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Anche con Renzi se è responsabile e dice che vuole fare un governo con noi”). E a sera si capiva che Centinaio non era solo nella speranza di un’operazione “responsabili alla rovescia”: pare cioè che il centrodestra stia lavorando a un altro gruppo uguale e contrario agli “Europeisti” per Conte, puntando su ex m5s e scontenti m5s, gruppo Misto, centristi e totiani, in “prospettiva federativa”. E il lessico vorrebbe fare il monaco: non “mercato delle vacche”, ma “contenitore dei delusi”. 
 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ