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Oggi Pd e Italia Viva al Quirinale

La risurrezione del patto del Nazareno

Li cerca il Pd, li invoca il M5s, li teme Conte, li studia Mattarella, li coccola Salvini. La crisi ha rimesso al centro della scena Renzi e il Cav. e il futuro del TrisConte ora passa dalle traiettorie parallele dei due ex premier. E da una parola magica: Ursula

Claudio Cerasa

Renzi e Berlusconi. Berlusconi e Renzi. Il futuro della legislatura dipende da loro. E sarà compito loro nelle prossime ore fare quei compromessi necessari per evitare ciò che sia Renzi sia Berlusconi in fondo vogliono evitare: trasformare la crisi in un veicolo per rafforzare i nemici dell’Europa

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Il punto alla fine è sempre quello: che cosa farà Renzi e che cosa dirà Berlusconi? A prescindere da quale sarà l’esito finale delle consultazioni avviate ieri dal presidente della Repubblica, c’è una piccola ma gustosa verità che giorno dopo giorno tende a emergere sempre con maggiore forza all’interno del dibattito innescato dalla scazzottata tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Una verità per alcuni difficile da accettare ma che potrebbe essere sintetizzata con un’affermazione tanto brutale quanto ormai evidente: la vittoria postuma del patto del Nazareno.

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Il punto alla fine è sempre quello: che cosa farà Renzi e che cosa dirà Berlusconi? A prescindere da quale sarà l’esito finale delle consultazioni avviate ieri dal presidente della Repubblica, c’è una piccola ma gustosa verità che giorno dopo giorno tende a emergere sempre con maggiore forza all’interno del dibattito innescato dalla scazzottata tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Una verità per alcuni difficile da accettare ma che potrebbe essere sintetizzata con un’affermazione tanto brutale quanto ormai evidente: la vittoria postuma del patto del Nazareno.

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Non è ancora chiaro quale sarà la traiettoria che verrà imboccata dalla 67esima crisi di governo dell’Italia repubblicana, non è chiaro ancora quanto Giuseppe Conte potrà contare sul sostegno di Sergio Mattarella, non è ancora chiaro quanto Matteo Renzi vorrà giocare d’azzardo provando a far saltare Conte, non è ancora chiaro fino a che punto il M5s difenderà il suo attuale premier, non è ancora chiaro fino a che punto il Pd si stia preparando già oggi a un’alternativa diversa da Conte. Ma quello che invece è chiaro a tutti, oggi, è che i veri protagonisti della scena, quelli che tutti cercano, quelli che tutti chiamano, quelli che tutti vogliono capire cosa diavolo combineranno, sono loro e sempre loro e sono Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Il punto alla fine è sempre quello: che cosa farà Renzi e che cosa dirà Berlusconi?

  

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Che cosa farà Renzi se lo chiede naturalmente il Pd, diviso tra coloro che sognano di usare i senatori di Berlusconi per sostenere Conte e dare una lezione a Renzi e coloro che sognano invece di usare Renzi per dare una lezione a Conte, e se lo chiede con preoccupazione anche il M5s, diviso tra coloro che sognano di allargare il perimetro della maggioranza a Forza Italia pur di non tornare da Renzi e coloro che per non dover andare in ginocchio dal Cav. sarebbero disposti anche a chiedere scusa a Renzi (con paradossi niente male come quelli di Pier Luigi Bersani, che nel 2013 si dimise da segretario del Pd per non fare un governo con Berlusconi e che nel 2021 pur di non fare più un governo con Renzi sarebbe disposto a fare un governo anche con Berlusconi).

 

L’affermazione postuma del patto del Nazareno, intesa come la centralità simmetrica di due fantasisti imprevedibili come Berlusconi e Renzi, la si legge poi osservando altri piccoli dettagli presenti sulla scena che convergono all’interno di una formula magica chiamata Ursula. La formula Ursula – intesa come una collaborazione strutturale tra Pd, M5s, Italia viva e Forza Italia, che un anno e mezzo fa hanno eletto insieme al Parlamento europeo Ursula von der Leyen come presidente della Commissione – viene rilanciata ormai quotidianamente dal Pd con un’idea del tutto simmetrica a quella che il Pd di Renzi lanciò nel 2014 quando, nonostante l’ostilità degli stessi dirigenti del Pd che oggi propongono al Cav. un asse per ricostruire il paese, fece convergere le strade di Forza Italia e quelle del Pd: non un patto di governo, ma un patto per le riforme.

 

Lo dice il Pd, riesumando la formula del patto del Nazareno, ma lo dice anche Renzi, seppure con un’idea del tutto diversa, che potrebbe essere, come si dice in questi casi, il vero “game changer” della crisi di governo: cambiare Conte per portare Forza Italia fuori dal perimetro del centrodestra. E’ per questo che Matteo Renzi, da giorni, si prodiga in prima persona per informare anzitempo Forza Italia sulle proprie mosse. Ed è per questo che da giorni Matteo Renzi fa sapere indirettamente al Cav. che la sua intenzione di far saltare Conte è sincera (da tempo i renziani dicono ai berlusconiani che un premier che potrebbe riunire insieme Pd, M5s, Italia viva e Forza Italia è Lorenzo Guerini, che insieme con Gianni Letta fu presente al Nazareno, sede del Pd, il giorno del patto con il Cav., il 18 gennaio del 2014).

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L’obiettivo di Renzi è chiaro: il modo più facile per far saltare Conte è dimostrare che nella crisi è emerso un “fatto nuovo” tale da costringere Mattarella a studiare geometrie che prescindano dalla figura che incardina meglio delle altre oggi l’equilibrio dell’attuale maggioranza di governo; ma fino a che l’intenzione di Forza Italia sarà una semplice promessa e nulla di più, la mossa di Renzi di far saltare Conte potrebbe incontrare più ostacoli del previsto.

  

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Non possono dunque fare a meno di Renzi e di Berlusconi il Pd e il M5s (passa da loro due il futuro di Conte) ma non possono fare a meno di Renzi e Berlusconi neppure gli altri leader del centrodestra. E la centralità dei due inventori del patto del Nazareno (divisi dallo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che oggi potrebbe benedire un nuovo patto del Nazareno) la si indovina quando Matteo Salvini, per evitare di far scappare via Berlusconi dal centrodestra, è costretto a dire in tv che “Berlusconi potrebbe essere il nostro candidato al Quirinale” e quando la Lega è costretta a dire in piena crisi (lo ha fatto ieri Gian Marco Centinaio) che pur di far nascere un governo di centrodestra “saremmo disponibili a fare un governo anche con Renzi, se fosse davvero responsabile”.

  

Renzi e Berlusconi. Berlusconi e Renzi. Il futuro della legislatura dipende da loro. E sarà compito loro nelle prossime ore fare quei compromessi necessari per evitare ciò che sia Renzi sia Berlusconi in fondo vogliono evitare: trasformare la crisi in un veicolo per rafforzare i nemici dell’Europa. Incrociamo le dita. 

  

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