PUBBLICITÁ

Dal Nazareno

Il Pd riparte da Conte (e da Renzi). Maggioranza Ursula? C'è chi dice sì

David Allegranti

I dem scommettono sulla pace tra i duellanti. Sicuri che il leader di Iv non dirà di no a Matterella per il Terconte

PUBBLICITÁ

Il Pd riapre ufficialmente le porte a Matteo Renzi, senza “veti” — dice Nicola Zingaretti nella sua relazione approvata oggi dalla direzione nazionale, alla presenza virtuale (su Zoom) di tutti i ministri e persino i sottosegretari — ma solo se da Italia viva arriveranno segnali di affidabilità. Senza “preconcetti”, insomma, purché anche dall’altra parte non ve ne siano. Il rapporto con Italia viva “non ha nulla a che vedere con il risentimento per il passato, ma riguarda legittimi dubbi sull’affidabilità per il futuro”. Il segretario del Pd ha ribadito nella sua relazione che non è stato il suo partito ad aver provocato la crisi. Con Renzi anzi c’è sempre stato un dialogo aperto, ha detto Zingaretti.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Il Pd riapre ufficialmente le porte a Matteo Renzi, senza “veti” — dice Nicola Zingaretti nella sua relazione approvata oggi dalla direzione nazionale, alla presenza virtuale (su Zoom) di tutti i ministri e persino i sottosegretari — ma solo se da Italia viva arriveranno segnali di affidabilità. Senza “preconcetti”, insomma, purché anche dall’altra parte non ve ne siano. Il rapporto con Italia viva “non ha nulla a che vedere con il risentimento per il passato, ma riguarda legittimi dubbi sull’affidabilità per il futuro”. Il segretario del Pd ha ribadito nella sua relazione che non è stato il suo partito ad aver provocato la crisi. Con Renzi anzi c’è sempre stato un dialogo aperto, ha detto Zingaretti.

PUBBLICITÁ

 

Il Pd dunque propone di ripartire da Giuseppe Conte come presidentesarà questo il nome che proporrà al Quirinale – che dovrà essere a capo di un “governo di legislatura, europeista e repubblicano”. Sostenuto quindi da “forze europeiste”, dice Zingaretti, che diano vita a una maggioranza più larga. “Zingaretti ha colto il punto. Mai come in questa fase gli europeisti vanno uniti, non frammentati. E’ questo il presupposto vero di un nuovo governo Conte. Per questo non possono esserci preclusioni verso Renzi, nonostante quanto avvenuto”, dice al Foglio il senatore Francesco Verducci, che insieme a Matteo Orfini guida i Giovani turchi. Le aperture di credito a Renzi, insomma, aumentano. Al Nazareno sembrano essere convinti che Renzi non potrà dire no al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

PUBBLICITÁ

Base riformista — dicono all’unisono il portavoce Andrea Romano e il coordinatore nazionale Alessandro Alfieri — approva la relazione e dunque la ripartenza del Pd “da Giuseppe Conte per la formazione di un governo di responsabilità nazionale… E’ fondamentale guardare all’interesse nazionale e lavorare dunque per dare rapidamente uno sbocco positivo alla crisi di governo su basi di un europeismo forte”. Br, dove pure abbondano gli ex renziani, approva. La domanda dunque sorge spontanea: ma nel Pd si pensa a una maggioranza Ursula? L’ex ministro Lorenzo Guerini la considera un’ipotesi “complicata”, l’ha anche detto ai suoi parlamentari. Piuttosto, secondo Guerini e Base riformista l’orizzonte sembra essere quello di una maggioranza composta dai cosiddetti responsabili, come testimonia il prestito della senatrice Tatjana Rojc per formare il nuovo gruppo al Senato, e anche da Italia viva.

 

Il partito di Renzi tuttavia per ora mantiene coperte le carte, dice – come il Pd – che non mette veti su nessuno, neanche su Conte come presidente del Consiglio. Ma è pretattica, la crisi di governo è appena iniziata. Anche secondo il senatore Verducci la maggioranza Ursula sarebbe complessa da raggiungere: “Deve essere una maggioranza solida e più forte e attrezzata di prima, ma questo non significa aprire a Forza Italia, cosa che sarebbe complicata dal mio punto di vista”. “Ho votato la relazione del segretario”, dice al Foglio il sindaco di Firenze Dario Nardella. “Stante questa situazione non si poteva non ripartire da Conte, che resta per il momento il migliore punto di equilibrio tra consenso popolare e rapporti di forza parlamentari. Qualunque maggioranza per un nuovo governo sostenuto dal Pd deve essere larga, credibile e costruita in un rapporto vero con il territorio. Il rischio più grande di fronte a noi è infatti che il partito si faccia risucchiare nella dinamica perversa della politica di palazzo e si allontani pericolosamente dal paese reale, i nostri elettori non ce lo perdonerebbero”.

 

Il richiamo ai “valori europei” convince Simona Bonafè, europarlamentare, che invece vede possibile una “maggioranza Ursula”, e al Foglio lo dice apertamente: “Il rischio di perdere la credibilità in Europa per il nostro paese che nel pieno di una pandemia e di una ricostruzione economica si avvita in una crisi di governo o peggio ancora si avvia sulla strada delle elezioni, è molto alto. Ecco perché tutte le forze che si richiamano ai valori europei devono fare prevalere il senso di responsabilità nei confronti del paese, prima del proprio interesse di parte”. Oggi, dice Bonafè, “serve un governo stabile con una maggioranza la più ampia possibile che sia in grado di portare avanti il piano di vaccinazione e soprattutto che sia in grado di interloquire con autorevolezza con le istituzioni europee. Al Parlamento europeo queste stesse forze insieme hanno reso possibile il cambio di passo che ha portato al varo di NextGenerationEu (Recovery fund) e che deve continuare nella riforma della governance economica”. 
 

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ