PUBBLICITÁ

C’è un trombone a Via Solferino

Giuliano Ferrara

Caro Galli della Loggia, il Conte 2 ci ha salvati dalla pescivendola e dal Truce. Punto

PUBBLICITÁ

Non fossi vecchio e infragilito, e incline a mantenere comunque (potendo) i termini di una vecchia amicizia, chiederei a Galli della Loggia di togliermi il saluto. Quello che ha scritto ieri è scandalosamente scemo, sono le scempiaggini ripetitive e bolse del vecchio lobbismo che si dice e vuole liberale, un sunto delle penose lamentazioni travestite da politica di tutti i “più euro”, i più “Azione!”, di tutti i tromboni che agitano bandiere decliniste e distruttivi luoghi comuni in un paese che da un anno è semplicemente e decentemente amministrato da un caretaker, un amministratore che la sorte politica ci ha permesso di avere in una situazione critica e da un personale politico modesto ma efficace, dopo un deliquio di grossolanità causato dal voto grillino e leghista (e tra gli elettori grillini, anche se opportunisticamente lo ha confessato solo dopo il misfatto, c’è anche lui, il Galli marchese del Grillo). Deve aver pensato a tipi come lui e altri rompiballe, Emmanuel Macron, quando è sbottato e ha detto agli studenti di un’università: “C’è questa specie di caccia incessante all’errore. Siamo diventati una nazione di sessantasei milioni di procuratori”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Non fossi vecchio e infragilito, e incline a mantenere comunque (potendo) i termini di una vecchia amicizia, chiederei a Galli della Loggia di togliermi il saluto. Quello che ha scritto ieri è scandalosamente scemo, sono le scempiaggini ripetitive e bolse del vecchio lobbismo che si dice e vuole liberale, un sunto delle penose lamentazioni travestite da politica di tutti i “più euro”, i più “Azione!”, di tutti i tromboni che agitano bandiere decliniste e distruttivi luoghi comuni in un paese che da un anno è semplicemente e decentemente amministrato da un caretaker, un amministratore che la sorte politica ci ha permesso di avere in una situazione critica e da un personale politico modesto ma efficace, dopo un deliquio di grossolanità causato dal voto grillino e leghista (e tra gli elettori grillini, anche se opportunisticamente lo ha confessato solo dopo il misfatto, c’è anche lui, il Galli marchese del Grillo). Deve aver pensato a tipi come lui e altri rompiballe, Emmanuel Macron, quando è sbottato e ha detto agli studenti di un’università: “C’è questa specie di caccia incessante all’errore. Siamo diventati una nazione di sessantasei milioni di procuratori”.

PUBBLICITÁ

   

"Ma non è così che si affrontano le crisi e che si avanza. Tutti sbagliamo tutti i giorni. Non sbagliano mai solo quelli che non fanno niente o che ripetono, meccanicamente, le stesse cose”. Le stesse cose, meccanicamente. Ecco l’attacco becero corrierista all’avvocato quidam de populo, per illustrare ieri la linea scombiccherata del giornale di Via Solferino; dopo aver dato il suo obolo elettorale alla piattaforma Rousseau nel 2018 (non dieci anni fa), ai grillini pelosi del peggiore populismo, ecco l’attacco all’avvocato Conte, non quello del popolo e del sovranismo, che in grazia del Quirinale e di Padre Pio accompagnò le bellurie prepapeetiche per poi mollare quella carovana di pazzi e mediare il passaggio dei grillini rincitrulliti dalla foga del Truce a un’alleanza possibile e benedetta con l’ultimo partito costituzionale d’Italia, il povero ma provvidenziale Pd. No, il Conte insopportabile è quello che si muove nella normalità della politica parlamentare e si occupa di Europa e di vaccini, avendo portato all’Europa e ai vaccini la squadra degli scassinatori della scatola di tonno delle istituzioni, gli amici dei gilet gialli che volevano demolire Palazzo Berlaymont e ora devono investire nella rinascita un bel gruzzolo sotto la sorveglianza della Commissione von der Leyen. Un giurista dal curriculum modestissimo, venuto dallo studio Alpa, non il peggio certo, e scelto dal segretario del Quirinale per dirimere la controversia di potere Di Maio-Salvini. Non ci fosse stato Conte 1, avremmo avuto direttamente, con il voto di Galli, il Truce o il Bibitaro al potere esecutivo, una vera alleanza strategica. Ma l’attacco è al Conte 2, il risultato di una manovra politica democratica che ci ha risparmiato al governo, in tempo di pandemia, i comizi della pescivendola e le fregnacce di un senatore Salvini che voleva denunciare la “semplice influenza” del Covid in sintonia con i trumpisti di QAnon e dell’assalto al Campidoglio di Washington.

     

PUBBLICITÁ

Galli della Loggia, in questa situazione di cui è stato responsabile, per quanto come sempre ininfluente, ripertica la filastrocca delle regole: uninominale come in Inghilterra, polemica antipartitica, ammannisce il suo arrogante disprezzo per la classe dirigente che è sempre una casta di incompetenti da eliminare con il maggioritario, e altre ridicole bellurie già sperimentate, anche cose giustissime come l’abolizione del bicameralismo paritario appena rigettate in un referendum per il quale il Galli non spese troppa energia riformatrice. Gli eredi della lista Giannini e di mille battaglie inconcludenti e fallimentari, con la loro voce severa, lagnosa, e inclini a nuove elezioni con il sussiego populista-chic dei votosubitisti che avrebbero anche dato a chi sappiamo noi i pieni poteri, tornano alla carica alla prima curva per imbruttire con i loro perfezionismi imparaticci e monotoni, ma sempre coerentemente liberali al Barolo, un paese che si tiene su con lo spago di Conte e degli altri, che Dio li benedica. 

PUBBLICITÁ