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Editoriali

Avanti tutta sul proporzionale

Redazione

Anche Forza Italia ha tutto da guadagnare da una nuova legge elettorale

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Giuseppe Conte ha reiterato, ma questa volta in modo più convincente, l’impegno a modificare la legge elettorale in senso nettamente proporzionale. Si tratta di una richiesta da tempo sostenuta dal Partito democratico, al quale Conte deve molto, soprattutto in questa fase. Inoltre il problema posto da Matteo Renzi sul livello della soglia di sbarramento ora si può considerare superato, a meno che non venga riproposto da Liberi e uguali.

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Giuseppe Conte ha reiterato, ma questa volta in modo più convincente, l’impegno a modificare la legge elettorale in senso nettamente proporzionale. Si tratta di una richiesta da tempo sostenuta dal Partito democratico, al quale Conte deve molto, soprattutto in questa fase. Inoltre il problema posto da Matteo Renzi sul livello della soglia di sbarramento ora si può considerare superato, a meno che non venga riproposto da Liberi e uguali.

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La riforma è utile e corrisponde a un quadro politico in cui il tradizionale bipolarismo è tramontato e non se ne consolida ancora uno nuovo, almeno finché i 5 stelle resteranno tetragoni a alleanze elettorali preventive. Si può recriminare che a questo si arrivi con tanto ritardo, quando è dubbio che sussista una maggioranza in grado di approvare la riforma. Altrettanto sensate, ma altrettanto illusorie, sono le indicazioni di Conte su altre riforme istituzionali, a cominciare da una riscrittura del titolo quinto che determini in modo preciso le competenze delle regioni e dello stato. Alla riforma elettorale si potrebbe giungere egualmente anche se l’attuale maggioranza non dovesse essere confermata, perché anche altri, a cominciare da Forza Italia, sarebbero interessati a mantenere una certa autonomia anche all’interno della coalizione alternativa. Chiunque abbia l’onere di governare in attesa che sia possibile ricorrere a elezioni generali, che evidentemente non si possono tenere finché dura la pandemia, dovrebbe mettere la legge elettorale proporzionale tra le priorità: la situazione eccezionale finirà, si spera, e a quel punto è necessario che ci siano regole per riattivare il meccanismo democratico in modo consono alla situazione, senza le forzature necessariamente connesse a meccanismi maggioritari che peraltro, sperimentati per due decenni, non hanno affatto garantito la stabilità dei governi e quindi la governabilità del paese. Neppure, va osservato, quando il bipolarismo era reale e i due poli coprivano sostanzialmente l’intero arco elettorale.

 

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