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Il caso

La crisi vista dal centrodestra: Meloni preferisce il voto, Salvini gioca la tripla

David Allegranti

La Lega teme le urne anticipate, Fratelli d'Italia le auspica

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Matteo Salvini prende la mira al mattino, su Radio Anch’io: “Noi siamo pronti a prenderci responsabilità di governo. Ovviamente non con il Pd o con i 5 stelle. Tutti insieme per non far nulla non serve a niente, un governo invece di centrodestra sì, i numeri ci sono”. La aggiusta, la mira, il capo della Lega, in conferenza stampa, qualche ora dopo: “Elezioni oppure un governo che fa tre cose fatte bene. Su questo il centrodestra è pronto”. Ma a far cosa? “Su cinque punti precisi, io penso che un'alternativa in Parlamento ci possa essere e  che sia nostro dovere offrirla agli italiani. Penso a cinque riforme da fare nell’arco di pochissimo tempo: salute, lavoro e imprese, scuola, infrastrutture e giustizia. Penso che nei due rami del Parlamento una maggioranza che metta al centro il rilancio del Paese, con la guida del centrodestra,  sia la soluzione migliore”.

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Matteo Salvini prende la mira al mattino, su Radio Anch’io: “Noi siamo pronti a prenderci responsabilità di governo. Ovviamente non con il Pd o con i 5 stelle. Tutti insieme per non far nulla non serve a niente, un governo invece di centrodestra sì, i numeri ci sono”. La aggiusta, la mira, il capo della Lega, in conferenza stampa, qualche ora dopo: “Elezioni oppure un governo che fa tre cose fatte bene. Su questo il centrodestra è pronto”. Ma a far cosa? “Su cinque punti precisi, io penso che un'alternativa in Parlamento ci possa essere e  che sia nostro dovere offrirla agli italiani. Penso a cinque riforme da fare nell’arco di pochissimo tempo: salute, lavoro e imprese, scuola, infrastrutture e giustizia. Penso che nei due rami del Parlamento una maggioranza che metta al centro il rilancio del Paese, con la guida del centrodestra,  sia la soluzione migliore”.

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Ah, ecco. Ma insomma, il bersaglio salviniano qual è? A occhio, l’ex ministro dell’Interno non è pronto per il voto. Chi gli è vicino auspica un “rimpasto di governo”, anche perché la Lega ha un po’ di problemi da affrontare. È un partito in ristrutturazione. Da Nord a Sud. Dalla Lombardia al Mezzogiorno. C’è un partito da rifare sui territori, c’è un’attività politica da rilanciare. La fine dell’amministrazione Trump certo contribuisce a mettere in crisi un modello populista che ha trovato spazio anche in Italia negli ultimi 4 anni. Insomma, bisogna prendere tempo. Lo prendono un po’ tutti.

 

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Matteo Renzi inizia la conferenza stampa in ritardo di 45 minuti, il centrodestra, che aspettava le sue parole, lo segue a ruota posticipando l’inizio dell’incontro per decidere la strategia. Fissato alle 18, inizia alle 18.43. Ma quello che ha più bisogno di altri di prendere tempo è il segretario leghista. Lo si è capito dalle dichiarazioni di Salvini delle ultime settimane. Dall’elogio di Mario Draghi al tentativo di un accordo con Matteo Renzi. Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista vicinissima al segretario, parlando con il Foglio aveva prefigurato un possibile accordo con il senatore di Scandicci pur di liberarsi di Giuseppe Conte. “Farei anche un patto con il diavolo”, ci aveva detto l’eurodeputata. Tutto pur di non tornare alle elezioni, dove inevitabilmente, nel centrodestra, Giorgia Meloni sarebbe avvantaggiata. I sondaggi la danno a due punti dal Pd. Sicché, pronti al voto.

 

“Per noi è la soluzione naturale e corretta”, dicono da Fratelli d’Italia, che negli ultimi anni ha cercato di stabilizzarsi e rafforzarsi nei territori, potendo contare in alcuni zone su un vantaggio naturale. Mentre Salvini nel Mezzogiorno è stato costretto a imbarcare personale politico post-missino da candidare, Fratelli d’Italia ha potuto semplicemente puntare su ciò che aveva già. “Siamo compatti e in crescita”, dicono dal partito di Meloni. La parola chiave è naturalmente “compatti”. Mentre la Lega è attraversata da un dibattito sul proprio necessario rinnovamento e il capo non controlla più il partito come una volta, mentre Salvini è incalzato da Luca Zaia, Meloni non ha di questi problemi. Non deve rendere conto ad avversari interni, per il momento.

 

Dunque, se Salvini deve proprio pensare a qualche elezione, davanti a sé preferirebbe avere le amministrative. Non a caso, nelle ultime settimane si occupato soprattutto delle candidature nelle città dove si vota, come Roma. Anche in questo caso ci sono vedute differenti. Salvini vorrebbe Guido Bertolaso. “Per me a oggi la candidatura migliore in campo è quella di Maurizio Dallocchio”, economista e professore all'Università Bocconi, replica Meloni. “Con gli alleati parleremo anche di questo”. Per Salvini basta che non si parli di voto politico anticipato. 

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