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editoriali

Un negoziato in cui vinceranno tutti

redazione

Più investimenti e visione. Sì: la crisi governo rafforzerà la maggioranza

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Fare compromessi e anche un po’ compromettersi, sono le strade percorribili per la politica quando non vuole essere vuota enunciazione di posizioni, insomma se non deve servire solo da didascalia alle foto sui social davanti alle lasagne o alle caciotte. I compromessi fanno miracoli. Oggi se ne tenterà uno direttamente in Consiglio dei ministri. La preparazione dell’accordo, stando alle dichiarazioni ufficiali, non sembra lineare, punteggiata com’è dalla rinnovata evocazione delle proprie dimissioni da parte della ministra Teresa Bellanova. Ma si vede che l’intesa è possibile. E pur scontando qualche eccesso di minacciosità porta anche qualche buon risultato.

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Fare compromessi e anche un po’ compromettersi, sono le strade percorribili per la politica quando non vuole essere vuota enunciazione di posizioni, insomma se non deve servire solo da didascalia alle foto sui social davanti alle lasagne o alle caciotte. I compromessi fanno miracoli. Oggi se ne tenterà uno direttamente in Consiglio dei ministri. La preparazione dell’accordo, stando alle dichiarazioni ufficiali, non sembra lineare, punteggiata com’è dalla rinnovata evocazione delle proprie dimissioni da parte della ministra Teresa Bellanova. Ma si vede che l’intesa è possibile. E pur scontando qualche eccesso di minacciosità porta anche qualche buon risultato.

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E’ ragionevole ed è politicamente sensato che le forze di maggioranza dicano la loro prima e durante il Consiglio dei ministri su un piano di intervento nella nostra politica economica così importante e così doviziosamente dotato, e va dato atto a Iv di aver sempre posto questioni non spicciole né legate in modo utilitaristico alla sua constituency. E poi dalle comprensibili impuntature di Iv, e dal loro superamento attraverso compromessi nella maggioranza, sortisce un effetto balsamico per Giuseppe Conte. E’ uno dei tanti paradossi della sua vicenda politica, si rafforza attraversando i conflitti nella sua maggioranza, perché da essi sempre emerge come punto di mediazione. Mentre, in una logica win-win, i renziani acquistano visibilità e il Pd e i 5 stelle si rafforzano come forze capaci di negoziare e di mantenere la calma. Ma c’è qualcosa di più nel compromesso in vista per il Recovery plan. C’è, come si diceva, anche il compromettersi. Perché l’avvio di quella gigantesca operazione di politica economica non è solo un trasferimento di risorse. Non è benzina che va ad alimentare un motore, ma prevede il cambio del motore. Perché gli impegni europei, impliciti ed espliciti, faranno in modo che l’arrivo e l’uso di quelle disponibilità finanziarie siano legati a riforme, e tutte importanti, dalla giustizia alla scuola, dal lavoro alle regole per gli appalti pubblici. E’ il compromettersi e richiederà di saper stare al gioco, di esserne all’altezza.

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