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Il caso

Recovery istruzione: la Toscana di Giani riapre la scuola (a metà)

David Allegranti

Il presidente toscano: "È evidente che è rischioso, lo so benissimo, però sono anche convinto che se questa esperienza in Toscana funziona e nelle prossime settimana, o nelle prossime settimane, non vi sarà un aumento dei contagi che ci costringe a richiudere, diventerà un messaggio a livello nazionale”

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La riapertura delle scuole superiori toscane, oggi, seppur al 50 per cento, è apparsa una piccola conquista per una Regione che aveva perso mesi preziosi tra settembre e novembre, quando aveva una percentuale di tracciamento dei contagi molto bassa e un Rt troppo alto che le era costato parecchi giorni di zone arancione e rossa. 

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La riapertura delle scuole superiori toscane, oggi, seppur al 50 per cento, è apparsa una piccola conquista per una Regione che aveva perso mesi preziosi tra settembre e novembre, quando aveva una percentuale di tracciamento dei contagi molto bassa e un Rt troppo alto che le era costato parecchi giorni di zone arancione e rossa. 

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La Regione Toscana — che era pronta a partire già il 7 gennaio — ha stanziato 4 milioni di euro per il aumentare di 329 unità gli autobus e quindi migliorare il trasporto pubblico. “Ritengo che la sicurezza stia nel far vivere la comunità tutti insieme e quindi la scuola non poteva essere considerata la cenerentola”, dice il presidente della Regione Eugenio Giani. Ma è un rischio? “È evidente che è rischioso, lo so benissimo, però sono anche convinto che se questa esperienza in Toscana funziona e nelle prossime settimana, o nelle prossime settimane, non vi sarà un aumento dei contagi che ci costringe a richiudere, diventerà un messaggio a livello nazionale”. Secondo Giani, “meglio rischiare che mettersi nell’apatia di dire: per sicurezza aspettiamo la fine del mese. Ho ascoltato molti ragazzi e ormai della didattica a distanza non ne potevano più”. Giani non se la sente però di criticare i colleghi che hanno scelto di rimandare l’apertura. “Il regionalismo è una caratteristica del nostro paese e quindi io rispetto ogni mio collega per quello che è il dato epidemiologico che si trova a dover affrontare”.

 

Le parole di Giani però non convincono il segretario del Pd e governatore del Lazio Nicola Zingaretti: “La curva non si è arrestata. Anzi è in aumento. Deve essere chiaro che l’apertura in presenza delle scuole porterà a un ulteriore aumento della curva dei contagi Covid ed è molto probabile che presto molte aree torneranno in zona rossa”. Quindi “nuovi contagi, nuovi ricoveri, terapie intensive piene e aumento delle morti degli esseri umani”. E’ evidente però che la Didattica a distanza non è sufficiente, dice il presidente del Consiglio regionale toscano, Antonio Mazzeo, che pure non vuole discutere con Zingaretti: “La Regione Toscana ha consentito una riapertura, seppur parziale, delle scuole superiori perché il livello di diffusione del contagio in Toscana è più basso che nel resto d’Italia”, dice Mazzeo al Foglio. “Sono anche state predisposte misure specifiche, si è investito su nuovi bus e sul personale per cercare di evitare affollamenti alle fermate. E’ stato predisposto un piano per bloccare subito eventuali focolai. E’ stato fatto partire un sistema di tamponi per studenti e personale scolastico. Non dobbiamo mai dimenticare che la Dad non basta, che senza la scuola in presenza si acuiscono le differenze fra figli di famiglie benestanti e figli di famiglie che non hanno i mezzi per seguire i propri ragazzi a casa”.

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Quindi, dice il presidente dell’assemblea toscana, “la strada da seguire è quella che porta alle lezioni in presenza, ma sempre con massima attenzione. Serve continuare a chiedere a tutti i cittadini e quindi anche ai nostri ragazzi prudenza e buon senso. Per cui capisco e non critico quei presidenti di Regione che hanno ha deciso di spostare più in là nel tempo la riapertura delle scuole”. In quelle Regioni, però, come il Lazio, gli studenti sono scesi in piazza per chiedere di tornare in classe (a quante generazioni sarà capitato di farlo nella vita?): “Dobbiamo al più presto riaprire le scuole superiori. Trasporti adeguati e tamponi rapidi. Le Regioni devono attrezzarsi. Devono scegliere di dare priorità ai propri giovani. Il rischio zero non esiste, ma va affrontato”, dice la deputata del Pd Rosa Maria Di Giorgi, componente della commissione Cultura. Nel Pd insomma non si discute solo di Recovery.

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