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lo spauracchio delle urne

Cosa succederebbe se si andasse a votare oggi

Domenico Di Sanzo

I cinque scenari ipotizzati da YouTrend. Nelle proiezioni il centrodestra è favoritissimo, e prenderebbe tutti i collegi tranne Bologna, Firenze, Roma. L'alleanza obbligata Pd-M5s: una riedizione del centrosinistra allargato, modello Unione, come unico argine a Salvini e Meloni. E se Fi si unisce al centro con Renzi e Calenda, diventa decisiva

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Se si votasse oggi, con il Rosatellum e i nuovi collegi frutto della riduzione dei parlamentari, il centrodestra vincerebbe le elezioni, ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera e al Senato. Gli avversari se la giocherebbero soltanto in due casi. In uno scenario con una destra sovranista staccata da Forza Italia, dove nessuno avrebbe i numeri per governare da solo, e allora un ipotetico polo centrista formato dai berlusconiani, Italia Viva, Azione e +Europa diventerebbe decisivo per costruire qualsiasi alleanza di governo. Mentre soltanto in un caso, seppure di poco, il fronte alternativo al centrodestra avrebbe la meglio: solo, cioè, con un centrosinistra extra-large sul modello de L'Unione di Romano Prodi. Tutti dentro, insomma: Pd, M5s, Verdi, La Sinistra, Italia Viva, Azione e +Europa. Comunque, per essere competitivi alle elezioni, Pd e Cinque Stelle paiono obbligati a un accordo. Perché con i grillini separati dai dem, l'Italia sarebbe tutta inequivocabilmente colorata con il blu del centrodestra.

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Se si votasse oggi, con il Rosatellum e i nuovi collegi frutto della riduzione dei parlamentari, il centrodestra vincerebbe le elezioni, ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera e al Senato. Gli avversari se la giocherebbero soltanto in due casi. In uno scenario con una destra sovranista staccata da Forza Italia, dove nessuno avrebbe i numeri per governare da solo, e allora un ipotetico polo centrista formato dai berlusconiani, Italia Viva, Azione e +Europa diventerebbe decisivo per costruire qualsiasi alleanza di governo. Mentre soltanto in un caso, seppure di poco, il fronte alternativo al centrodestra avrebbe la meglio: solo, cioè, con un centrosinistra extra-large sul modello de L'Unione di Romano Prodi. Tutti dentro, insomma: Pd, M5s, Verdi, La Sinistra, Italia Viva, Azione e +Europa. Comunque, per essere competitivi alle elezioni, Pd e Cinque Stelle paiono obbligati a un accordo. Perché con i grillini separati dai dem, l'Italia sarebbe tutta inequivocabilmente colorata con il blu del centrodestra.

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Questo è il quadro che emerge da una simulazione pubblicata oggi da YouTrend. Il valore attribuito a ciascun partito in ogni collegio parte dalla media dei sondaggi al 17 dicembre, combinata con i risultati alle europee del 2019.  Gli scenari analizzati sono cinque. Con degli schieramenti identici a quelli delle politiche del 2018, con Iv insieme al Pd, il M5s e gli ex Leu in solitaria, il centrodestra "classico" avrebbe il 62% dei seggi sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama. Colpisce la mappa sui risultati nei nuovi collegi uninominali di Camera e Senato. Con un'Italia tutta per il centrodestra e un centrosinistra che resiste soltanto in alcuni collegi dell'Appennino Tosco-Emiliano e della città di Roma. I Cinque Stelle terrebbero solo Napoli e alcune zone della provincia, feudi di Luigi Di Maio e Roberto Fico. Una situazione molto diversa rispetto alle politiche di due anni fa, quando il M5s fece cappotto in tutto il Sud. Compresa la Sicilia, dove addirittura gli eletti pentastellati furono di più dei seggi a disposizione nei listini proporzionali della Camera.

 

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La partita sarebbe più equilibrata, ma comunque con una vittoria del centrodestra, con uno schema come quello sperimentato alle ultime elezioni regionali in Liguria. Ovvero con una coalizione formata da M5s, Pd e Sinistra. Ma senza Azione, Iv e +Europa. Così il centrodestra avrebbe la maggioranza, anche se con numeri meno dirompenti rispetto a uno scenario sul modello delle politiche del 2018, andando a conquistare 210 deputati e 108 senatori.

 

E se gli azzurri si staccassero da Meloni e Salvini? Un polo centrista formato da Fi, Azione, +Europa e Italia Viva sarebbe decisivo per la formazione di una maggioranza di governo. I rossogialli supererebbero di un soffio i sovranisti di Lega e Fdi, senza ottenere però la maggioranza assoluta. Il Centro quindi sarebbe fondamentale per costruire un esecutivo di centrodestra oppure di centrosinistra.

 

L'importanza di Fi per il centrodestra si vede prendendo in considerazione degli schieramenti speculari all'attuale assetto parlamentare del Conte-Bis. Con Renzi alleato della coalizione rossogialla, il centrodestra comprensivo dei berlusconiani avrebbe comunque i numeri per governare, seppure di poco. L'unica combinazione in grado di assicurare al centrosinistra una maggioranza assoluta per poter governare in autonomia prevede la formazione di una coalizione larghissima. Un grande blocco, difficile da immaginare, con il M5s alleato del Pd ma soprattutto di Renzi, Calenda e Bonino. In un'Unione dove troverebbe posto anche la sinistra a sinistra dei dem. E nonostante il dispiegamento di forze, i numeri sarebbero abbastanza risicati. Con 12 deputati e 10 senatori in più rispetto alla coalizione a quattro gambe formato da sovranisti, Forza Italia e Cambiamo di Toti. Insomma, il Rosatellum e il taglio dei parlamentari blindano il centrodestra, ma solo se dentro ci sono anche i berlusconiani.

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