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Bonafede da un carcere all'altro

Maurizio Milani

Va ad Alcatraz in visita privata, studia un penitenziario modello in Messico, finisce il tour a Porto Azzurro. L’incontro con Clint Eastwood, il bisticcio con Travaglio. Foto e post inediti del ministro della Giustizia (che sogna però i Beni culturali)

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Vediamo e commentiamo insieme (senza offendere, ma non si può mai sapere) l’attività social del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Bonafede su Twitter posta una foto di Travaglio e scrive una critica: “Visto che è così competente sulla giustizia, perché non viene lui a fare il ministro al mio posto?”. Subito c’è la smentita: “Qualcuno si è inserito nel mio profilo e ha scritto una critica gratuita a Marco Travaglio; con questo non voglio dire che il direttore del Fatto non possa essere criticato. Ma quel post non l’ho scritto”. 

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Vediamo e commentiamo insieme (senza offendere, ma non si può mai sapere) l’attività social del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Bonafede su Twitter posta una foto di Travaglio e scrive una critica: “Visto che è così competente sulla giustizia, perché non viene lui a fare il ministro al mio posto?”. Subito c’è la smentita: “Qualcuno si è inserito nel mio profilo e ha scritto una critica gratuita a Marco Travaglio; con questo non voglio dire che il direttore del Fatto non possa essere criticato. Ma quel post non l’ho scritto”. 

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Travaglio: “Scusi ministro ma chi l’ha scritto? Il suo profilo dovrebbe essere blindato. Distinti saluti”. 
Bonafede: “Sarà stato quel comico mandato via da Che tempo che fa”.
Travaglio: “Chi, il grande obeso?”.
Bonafede: “Sì, penso sia lui”. 

 
In effetti ha ragione il ministro: sono stato io. Mi autoaccuso e faccio anche le mie scuse, in primis al ministro per essermi inserito nel suo profilo Twitter. E mi scuso anche con Marco Travaglio. Il problema è che la Polizia postale identifica chi ha rubato l’identità social al ministro: un disoccupato della provincia di Chieti. A quel punto vengo indagato per autodiffamazione e per aver sviato le indagini. Mi difende l’avvocato Di Pietro che mi fa assolvere con formula piena: perché il fatto non sussiste. Non vuole niente di parcella e per questo lo ringrazio.

  
Foto su Instagram, il ministro Bonafede con Zingaretti. Sono con Francesco Guccini e Luca Carboni (il mio cantante preferito). Ecco il colloquio intercettato. 
Bonafede: “Segretario, non me la sento più di fare il Guardasigilli, mettetevi d’accordo con Di Maio”. 
Zingaretti: “Ma è un dicastero così importante, perché non ti piace?”.
Guccini: “E’ vero Alfonso, cosa ti succede?”. 
Bonafede: “No, niente. Al limite, Nicola (Zingaretti), metti alla Giustizia Franceschini e io vado ai Beni culturali”. 
Zingaretti: “Sì dai facciamo così, telefono a Grillo se dà il permesso”.
Bonafede: “No! Lascia stare, ci ho ripensato”. 
Guccini: “Bravo, devi rimanere lì. Al limite al prossimo giro fai il sindaco a Cava dei Tirreni, pur mantenendo un incarico a Roma”. 
Bonafede: “Non si può”. 
Guccini: “Basta modificare la legge e farla tornare come prima, anzi lo statuto Cinque stelle. Tu Alfonso non hai mai pensato di metterti in proprio e fare un partito tutto tuo?”.
 Bonafede: “Sì, vorrei farlo ma non vorrei offendere”. 
Zingaretti: “Sì, in effetti i Cinque stelle si offendono se fai un tuo movimento. Però tu fallo lo stesso.

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Foto n. 4. Il ministro Bonafede posa con la giacca della Polizia penitenziaria. Qualcuno sostiene che all’inizio del suo mandato (già Conte 1) non riconoscesse i gradi di tale corpo militare. Illazione priva di fondamento. Bonafede saluta sempre, anteponendo il grado, sia agente, sottufficiale o ufficiale. Non sbaglia mai. Per cui: “Buongiorno sovrintendente. Buongiorno ispettore. Buongiorno comandante. Buongiorno direttore” (che però quest’ultimo è vestito da civile).

 
Foto n. 5 su Facebook. Alfonso Bonafede con Andrea Orlando (già ministro della Giustizia). Sono a Panarea per un convegno. Bonafede a margine del convegno chiede al collega: “Come sto andando?”.
Orlando: “Sei il miglior ministro della Giustizia dal 1970 a oggi”. 
Bonafade: “Più di te?”.
Orlando: “No, come me: siamo i migliori due ministri della Giustizia che l’Italia abbia mai avuto”. 
Bonafede: “Conte ha detto che se vado avanti così mi cambia e mette te”. 
Orlando: “Dice così a tutti, lo ha detto anche a Gualtieri”. 
Bonafede: “Allora sono tranquillo?”.
Orlando: “Ma certo! Ciao grazie”.

 
Foto n. 30, Facebook. Bonafede e Vito Crimi ospiti in Campidoglio dalla sindaca. Il comune resta chiuso per questa visita. La gente si lamenta. Il comune viene riaperto. Crimi dichiara: “Non c’era bisogno di chiudere il comune per la nostra visita. Non ne sapevo niente”. Anche la Raggi posta: “Nemmeno io sapevo che qualcuno ha chiuso il comune perché c’erano in visita un ministro e un capo politico. Comunque è stato subito riaperto”. Bonafede scrive una circolare inedita: “A tutti i municipi d’Italia. Nel caso venissi in visita da voi non chiudete il comune”. Risponde il sindaco di Ravenna su Twitter: “S.E. signor ministro, saremmo lieti di averla ospite in città. Ma non è il caso di ricordarci di non chiudere il comune. Perché dovremmo chiuderlo? Possiamo accoglierla con tutti gli onori che merita un ministro in carica, senza bloccare l’attività dell’ente”. Bonafede risponde: “No, siccome a Roma l’hanno chiuso, quando sono andato, ho ritenuto opportuno far presente la non necessità di tale chiusura. Comunque sto arrivando adesso a Ravenna. Se non c’è lei, mi faccia pure ricevere dal suo vicesindaco. Distinti saluti”.

 
Bonafede entra in polemica su Twitter con il direttore Sansonetti. Motivo della contesa: il finanziamento pubblico dell’editoria. Bonafede chiude dicendo: “Direttore, cortesemente si rivolga al sottosegretario alla presidenza con delega all’editoria”. Sansonetti si offende. Grillo gli manda un post di scuse dicendo che ha cambiato idea. E’ perché lo stato finanzi ancora di più la stampa tradizionale. Grillo si impegna ad acquistare il nuovo quotidiano di Imperia che è uscito oggi. Le tesi sono quelle delle Sardine. Per cui viene definito (a torto) La Gazzetta delle Sardine. Purtroppo per un equivoco tra procure tutti i vertici delle Sardine vengono arrestati. Reato contestato: “Adunata sediziosa”. Subito Bonafede firmerà l’ordine di scarcerazione. Per questo verrà indagato: non era di sua competenza (anche se ha fatto benissimo). Il tribunale dei ministri non dà l’autorizzazione. Giustamente. Le Sardine chiedono a Bonafede se vuole essere lui il candidato premier per il nuovo movimento. Bonafede prende tempo. Telefona a Sergio Rizzo (coautore della Casta intercettata): “Sergio le Sardine mi hanno proposto di fare il loro leader, cosa dici?”. Rizzo: “Fallo subito, ormai il nostro movimento è cotto!”.

 
 Da questa frase, si deduce che Rizzo e Stella sono i veri artefici dell’ascesa dei grillini. Rizzo, preso in castagna, conferma tutto in tv: “Sì, sono socio di Grillo; il libro da 10 milioni di copie La Casta e quello che ha scardinato la Seconda Repubblica e spianato la strada ai nostri. Sono un Cinque stelle da sempre e mi hanno promesso di candidarmi al Quirinale”. Il conduttore: “Chi le ha promesso il Colle?”. Rizzo: “Salvini e Di Maio. Perché il governo naturale di questo paese è il Conte 1. Ho lavorato tanto per formarlo”. 

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Rizzo poi smentisce tutto. Ma come fa? C’è la registrazione tv. Rizzo dice che è stata manipolata. E comunque lui rimane per un governo Pd + Forza Italia + responsabili della Lega e Cinque stelle. Sempre con Conte premier.

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Bonafede su Instagram, fotografato ad Alcatraz. Visita turistica privata. Quando il ministro della Giustizia di Trump viene a saperlo si offende. “Ma come”, twitta, “un ministro italiano per di più competente per la giustizia viene in America e non ci avvisa. Noi pressioni per far riaprire il supercarcere di Alcatraz non ne accettiamo. Al limite ve lo diamo in gestione per 150 anni. Il governo italiano ci paga l’affitto simbolico (1 dollaro), lo sistema a sue spese e lo dota del personale necessario. Bonafede su Twitter si scusa per non averlo avvertito della visita. Ma si giustifica: “Fuga da Alcatraz è il mio film preferito… volevo vedere se è possibile organizzare una grande fuga… mi scuso ancora”. 

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Ad Alcatraz Bonafede incontra Clint Eastwood. La foto è postata su entrambi i profili Instagram. Bonafede posta: “Sono contento di aver incontrato una leggenda di Hollywood”. Sylvester Stallone legge e si offende e scrive sul suo Twitter: “Mi aspettavo che il ministro Bonafede dicesse che il suo film preferito è quello ambientato nelle carceri da me interpretato. Come italoamericano mi sento deluso”. Bonafede per rendere omaggio a Sylvester Stallone posta: “Per miglior mio film intendevo fra quelli ambientati in penitenziari, il mio film preferito in assoluto è Rocky IV. Grazie Sylvester”. 

  
Intanto che è in America Bonafede va a visitare un carcere modello in Messico. Qui i detenuti lavorano, hanno una discreta libertà e per il 99,5 per cento loro riescono a tornare in società responsabili e non commettono reati. Bonafede visita anche un manicomio a Washington: anche qui rimane colpito dall’eccellenza nel settore. Tanto che twitta: “Perché non riaprire i manicomi anche in Italia? Se saranno come quello di Washington, chi potrebbe obiettare?”. Obietta Di Battista, che posta: “Il ministro Bonafede vuole riaprire i manicomi, la piattaforma Rousseau che dice?”. La piattaforma è rotta. Sembra che il voto fosse favorevole a Bonafede. Ma non lo sapremo mai.

  
Bonafede twitta: “Perché i castelli semiabbandonati dell’Appennino (circa 100) non li destiniamo a carcere? Potremmo per prima cosa arrestare i proprietari. Non esiste che nel 2020 una persona in Italia sia un proprietario di un castello medioevale. E’ un manufatto che deve passare allo stato. Cominciamo con il Castello di Lerici. Mando subito un direttore”. 

  
Bonafede in un’intervista al settimanale Oggi ammette di non aver mai visto il film Detenuto in attesa di giudizio con Lino Banfi direttore del carcere. Il giorno dopo telefona alla cronista di Oggi e dice: “Signorina, ho visto su YouTube il film. E’ il film più bello che abbia mai visto nell’ambito giustizia”. Clint Eastwood gli leva l’amicizia su Facebook. Avrà letto Oggi? Sì! Non c’è altra spiegazione per aver tolto l’amicizia a Bonafede.

  
Altra foto. Bonafede in tuta da ginnastica corre nella tenuta di Castelporziano. I Carabinieri forestali addetti alla sicurezza della tenuta non sono stati avvertiti. Viene però riconosciuto da un maresciallo dell’Arma: 
“Ministro, tutto bene?”. 
Bonafede: “Sì grazie! E lei?”. 
Maresciallo: “Non male, grazie. Mi permetto di ricordarle che sarebbe bene avvertire il comando per fare jogging”. 
Bonafede: “Ho mandato un fonogramma al ministero delle Foreste dicendo…”.
 Maresciallo: “Non c’è problema ministro, buona passeggiata. Attenzione alle gazzelle di Thompson che attraversano senza guardare i vialetti”. 
Bonafede: “Per curiosità quante gazzelle di Thompson ci sono a Castelporziano?”. 
Maresciallo: “Cento esatte di Thompson e due normali”. 
Bonafede: “Grazie, un caro saluto”.
Bonafede su Facebook, al carcere di Porto Azzurro. Il direttore lo omaggia dei prodotti coltivati dai detenuti, che sull’isola sono liberi. Bonafede si vede che è contento e dice: “Dovremo adibire più isole a carceri così a misura d’uomo”. 
Un giornalista al seguito: “Quali, ministro?”.
 Bonafede: “Le isole Eolie, per esempio”.
 Giornalista: “Tutte?”. 
Bonafede: “Tutte! Tutte! Non ha senso farne una sì e una no”. 

  
Altra foto di Bonafede, assieme a un deputato Cinque stelle. Sono sull’altopiano di Asiago. Il motivo è ignoto. Posta Bonafede: “Pensandoci bene la prescrizione è giusta. Anzi direi che va estesa a tutti i reati e dirò di più, se un imputato non viene giudicato dopo pochi giorni decade l’accusa. L’atto va prescritto. Solo così si rende più veloce la giustizia”. Grillo telefona a Renzi: “Hai sentito Bonafede sulla prescrizione?” Renzi: “Sì, vuole prescrivere tutto”. Grillo: “Cosa facciamo? La votiamo?”. Renzi: “Senti Fico”. Grillo telefona al presidente della Camera: “Cosa dici, sulla prescrizione?”. Fico: “Non so, senti Zingaretti”.

  
Ultima foto di Bonafede, in visita alla Samsung in Corea. Viene omaggiato dall’ad di un telefonino che non può essere intercettato. Fanno una prova. Bonafede telefona al coordinatore Cinque stelle di Nuoro. Il contenuto della telefonata è subito sul web dell’Espresso. Che dice: “Hanno manomesso il nostro sito. Non siamo stati noi a pubblicare la telefonata”. Bonafede telefona a Grillo: “A questo punto direi di togliere i fondi all’editoria!”. Grillo: “Sì! A questo punto sì. Diglielo tu a Conte”. Bonafede: “No, meglio tu”.

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