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Il caso

"E' stanco": da Gallera a Grillo fino a Prodi e Conte. Viaggio in uno stato fisico molto politico

E' diventata la scusa madre per farsi da parte o per togliere qualcuno di mezzo. Ma dietro lo stop, si nascondono insolite ripartenze

Simone Canettieri

Il governatore della Lombardia ha detto che il suo ex assessore aveva bisogno di riposo e così lo ha cambiato. Ma dietro la spossatezza si nascondono la noia e la delusione (capitò con Grillo, Di Maio, Veltroni, Prodi), ma anche la rabbia come fa trapelare in queste ore il premier

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L'ultimo "stanco" è Giulio Gallera. Fatto fuori dal governatore della Lombardia Attilio Fontana perché evidentemente ha bisogno di riposo, di dolce far niente, di fare un respiro profondo e rilassare le spalle. D'altronde è stato, ed è, un periodo duro. Come tutti sanno – e ironizzano – dietro a questa diagnosi coatta del governatore c'è l'ennesima gaffe del suo ormai ex assessore. Quella sui medici, stanchi a loro volta certo, che non dovevano essere richiamati durante le feste per la campagna vaccinale. Si capisce dunque come la stanchezza sia il nuovo "a sua insaputa".

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L'ultimo "stanco" è Giulio Gallera. Fatto fuori dal governatore della Lombardia Attilio Fontana perché evidentemente ha bisogno di riposo, di dolce far niente, di fare un respiro profondo e rilassare le spalle. D'altronde è stato, ed è, un periodo duro. Come tutti sanno – e ironizzano – dietro a questa diagnosi coatta del governatore c'è l'ennesima gaffe del suo ormai ex assessore. Quella sui medici, stanchi a loro volta certo, che non dovevano essere richiamati durante le feste per la campagna vaccinale. Si capisce dunque come la stanchezza sia il nuovo "a sua insaputa".

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Un tic della politica per coprire dimissioni imposte, ma anche volontarie. "Sono un po' stanchino", si disse anche Beppe Grillo quando nel 2014  usò l'espressione di  Forrest Gump che aveva attraversato l’America a piedi, seguito da migliaia di runners-proseliti. Epica e comica. Uno sfinimento, quello di Grillo, che porterà a un direttorio nel M5s, imploso dopo una marachella di Luigi Di Maio (che si tenne per sé la notizia dell'assessore all'Ambiente Paola Muraro indagata).

L'ironia della sorte vorrà che proprio Luigi Di Maio, qualche anno dopo si dirà "stanco" delle pugnalate e degli attacchi interni al punto di dimettersi da capo politico dei grillini. A dimostrazione che  lo stress da spossatezza non è una questione anagrafica, ma una condizione politica. 

 

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E allora sono tutti Bandoleri stanchi, come ti giri ti giri. Lo è Romano Prodi, fuori da tutto dopo i 101 franchi tiratori che gli sbarrarono le porte del Quirinale nel 2013. Stanchezza come addio. Stanchezza come meglio cambiare aria, ma non escludo il ritorno. Lo sanno bene anche l'eclettico Walter Veltroni, che tutto fa eccetto partecipare ai dibattiti del partito che fondò, ma anche Massimo D'Alema, così annoiato dalle nostre vicende  da eccitarsi in vista della sua visita alla Duma. 

Ma l'essere stanco, è anche un avviso. Un ultimatum, un attenti mi sto per arrabbiare. Si sfoga così il premier Giuseppe Conte in queste ore a proposito di Matteo Renzi. E usa la medesima categoria, ma al plurale e riferita agli italiani, Nicola Zingaretti a proposito del teatrino che sta vivendo il governo.

E dunque gli italiani sono stanchi. Per la crisi certo, ma soprattutto per la pandemia. La stanchezza impone uno stop per una nuova ripartenza. Chissà magari anche per Gallera, con calma. 

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