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Il colloquio

Il presidente del Copasir Volpi: "La legge sui Servizi segreti va cambiata"

Il caso degli 007 agitano il governo. Conte continua a non voler cedere la delega nonostante le pressioni di Pd e Iv, Ed è stallo sulle nomine

Simone Canettieri

Il leghista che presiede il comitato di garanzia per la Repubblica: "È una legge che ha più di 13 anni, intanto il mondo si è aggiornato e va tutto più veloce"

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“Non faccio polemiche, non è il mio ruolo. Anche se mi piacerebbe”, dice, concedendosi una battuta, Raffaele Volpi, presidente del Copasir, in quota Lega. Dunque, la vicenda della delega ai Servizi che il premier Conte non vuole mollare, nonostante il pressing del Pd e di Iv, “è un dibattito interno alla maggioranza, che non mi riguarda come presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica”. Il problema – dice Volpi al Foglio – è semmai un altro. Quale? “Secondo me andrebbe rivista e aggiornata la legge 124 del 2007: i tempi sono cambiati”. 

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“Non faccio polemiche, non è il mio ruolo. Anche se mi piacerebbe”, dice, concedendosi una battuta, Raffaele Volpi, presidente del Copasir, in quota Lega. Dunque, la vicenda della delega ai Servizi che il premier Conte non vuole mollare, nonostante il pressing del Pd e di Iv, “è un dibattito interno alla maggioranza, che non mi riguarda come presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica”. Il problema – dice Volpi al Foglio – è semmai un altro. Quale? “Secondo me andrebbe rivista e aggiornata la legge 124 del 2007: i tempi sono cambiati”. 

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Il presidente del Copasir Raffaele Volpi si riferisce infatti alla legge che concentra nelle mani del presidente del Consiglio tutto il controllo delle agenzie di intelligence in via esclusiva. E stabilisce che sia lui stesso a nominare direttore e vicedirettori delle varie agenzie e coordinare le politiche dell’informazione per la sicurezza.

   

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Il capo del governo – in via esclusiva – può detenere l’alta direzione e la responsabilità della politica dell’informazione per la sicurezza, l’apposizione e la tutela del segreto di stato, determinare l’ammontare annuo delle risorse finanziare, provvedere al coordinamento dei servizi e impartire le direttive. Volpi pensa, molto probabilmente, anche a un aspetto più pratico e di gestione. Nel 2007, anno della legge in questione,  il mondo, o almeno l’Italia, non aveva idea di cosa fossero gli attacchi cibernetici, la potenza di internet, la sfida del 5G. “Insomma – dice ancora Volpi – ora va tutto più veloce”. E quindi, fa capire il leghista, questa legge avrebbe bisogno di una bella stretta ai bulloni. Quanto al braccio di ferro in atto da giorni sulla delega ai Servizi, il presidente del Copasir si limita a dare una risposta tonda, senza spigoli. Ma chiara: “L’autorità delegata ha una funzione continuativa nel rapporto con le agenzie. Per noi può cambiare l’interlocutore, ma non la sostanza. Il comitato di controllo ha comunque un rapporto diretto con l’autorità politica di controllo dei Servizi”.

 

Il Copasir a partire dall’anno nuovo accenderà i fari sui dossier che meritano attenzione perché strategici e perché rischiano di finire sott’attacco: l’energia e i porti. Allo stesso tempo è facile prevedere che alla prima finestra libera saranno convocati il premier Giuseppe Conte, il ministro Luigi Di Maio e il direttore dell’Aise Gianni Caravelli per informare i rappresentati parlamentari dell’organismo sulla liberazione dei pescatori a Mazara del Vallo, buona notizia prenatalizia con una serie di modalità che ancora non sono state chiarite fino in fondo. A partire dalla spedizione italiana a Bengasi, passando per l’incontro con il generale Haftar. “Nessuna dietrologia o polemica nemmeno su questo: l’importante è sapere come siano andate le cose, tutto qui”, dice ancora Volpi. L’ex sottosegretario alla Difesa del Conte 1 non intende buttare più legna sul fuoco nella vicenda degli 007. Bastano, in effetti, le tensioni all’interno della maggioranza che sostiene Conte. Il premier su questo punto sembra però non vuole arretrare, nemmeno di un millimetro. Visto che proprio dal salotto di Bruno Vespa ha detto chiaro e tondo che è indisponibile a cedere la delega sui Servizi a una forza politica di maggioranza o a una persona che non sia di sua fiducia. In quanto si creerebbe “una struttura bicefala”, “un’anomalia”, una grave compromissione dell’operatività dei servizi”.

   

Dentro la maggioranza c’è chi maligna che dietro a questa tenacia nel voler tenere per sé la delega ci sia la vicenda del caso Barr, la doppia visita romana del ministro della Giustizia dell’amministrazione Trump interessato all’epoca – era il 2019 – a raccogliere più informazioni possibili sul Russiagate.

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Un dossier secretato di cui un eventuale delegato verrebbe a conoscenza? Ma è proprio in questo clima che si innesta un’altra decisione che continua a essere rinviata. E cioè la nomina dei vicedirettori delle agenzie. Per  quella esterna  si fanno i nomi del generale Luigi Della Volpe  e  dell’ammiraglio Carlo Massagli, attuale consigliere militare del premier Conte. Mentre all’Aisi  il ballottaggio è  tra i generali Aimola e De Donno. In questo gioco di incastri potrebbe tornare in auge la nomina, come vice di Gennaro Vecchione al Dis, dello 007 Marco Mancini. Ma nel Pd in molti storcono la bocca. Nel dubbio è tutto congelato.

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