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Superclassifica

I tontoloni dell'anno 2020

Carmelo Caruso

Figura centrale e mai celebrata. Dai vaccini alle pensioni. Internazionale, vanitoso, speciale. Chi premiare per il 2020? Mimmo Arcuri, Giulio Gallera, Mimmo Parisi, Pasquale Tridico, Alessandro Di Battista. Il catalogo è questo.

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Centrale ma trascurato, decisivo ma dimenticato. Anche quest’anno verrà celebrata la persona speciale dell’anno mentre lui no. Con questo scritto si rimedia a un torto che si ripete nel periodo che va da fine dicembre a inizio gennaio. Si propone dunque una selezione, un catalogo del tontolone dell’anno, del piè di papera, del “ma perché ve la prendete con me?”; “ma insomma che potevo saperne io?”, “nei mie confronti c’è un pregiudizio da parte della stampa”. Va chiarito che il tontolone non è cattivo.

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Centrale ma trascurato, decisivo ma dimenticato. Anche quest’anno verrà celebrata la persona speciale dell’anno mentre lui no. Con questo scritto si rimedia a un torto che si ripete nel periodo che va da fine dicembre a inizio gennaio. Si propone dunque una selezione, un catalogo del tontolone dell’anno, del piè di papera, del “ma perché ve la prendete con me?”; “ma insomma che potevo saperne io?”, “nei mie confronti c’è un pregiudizio da parte della stampa”. Va chiarito che il tontolone non è cattivo.

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Il tontolone può essere pericoloso ma viene sempre perdonato perché ritenuto vittima di una disgrazia. L’etimologia di tonto è infatti tonitus che significa colpito dal tuono. Come si può rispondere a Giulio Gallera, l’assessore alla sanità lombarda, che correndo (foto su Instagram con pollice alzato) non si accorge di aver oltrepassato i confini comunali e di aver aggirato il divieto? Ciò che rende unico il tontolone è la rivendicazione della figuraccia. Prendete Gallera. Non solo non ha replicato - al suo posto lo ha fatto Attilio Fontana che è quasi tontolone - ma ha aggiunto la fondamentale informazione che le calorie bruciate erano 1.343 mentre la distanza percorsa 20,02 km. Nelle sue conferenze stampa pomeridiane seguitissime (prima che la Lega gli consigliasse di smetterla) ha confuso i gradi Celsius con le percentuali.

 

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La temperatura rischio 37.5 è diventata 37.5 percentuale. Si è difeso con tutta la sua simpatia: “Io semplificavo il concetto”. Ogni anno, in questo meraviglioso paese, un tontolone si distingue e riesce a raggiungere quelli che vengono definiti ruoli apicali. Accade in ogni settore della macchina amministrativa. Può succedere, anzi, è avvenuto, che il tontolone, e sia detto affettuosamente, venga ritenuto l’uomo della provvidenza. Sarà perché tontolone? Sarà per la sua capacità di maneggiare i dossier e farli rotare come birilli ma anche farli cadere? Il tontolone è sempre sovraccaricato di responsabilità. Domenico Arcuri è l’esempio. Manager di stato, già amministratore di Invitalia, si divide fra antibiotici e siderurgia. Deve trovare una soluzione alla ex Ilva, ma in piena pandemia doveva trovare pure le mascherine. Sono stati mesi in cui attraverso le sue interviste ha sfidato secoli di teorie neoliberali. Mascherine a prezzi calmierati, imposti. Il tontolone è quasi sempre keynesiano.

 

Quando la situazione si era fatta impossibile (non se ne trovavano) ha dato la colpa ai farmacisti che “li nascondevano”. Il giorno dopo, ed è questo che ci piace della figura che qui si celebra, ha ritirato le accuse ai farmacisti. Il tontolone sa tornare indietro. Nella retromarcia tutt’al più ammacca la logica. Arcuri si è occupato di banchi a rotelle. Anche in quel caso ha tamponato. In queste settimane è preso dai vaccini. E va detto che i cronisti non gli lasciano fiato. Ci sono momenti in qui il tontolone sbotta e si affida all’avvocato.

 

Arcuri in piena conferenza stampa (sono numerosissime perché il tontolone ha bisogno di comunicare) ha annunciato che ne ha già sporte ben quattro. Attenti! Nel lessico del tontolone la querela “è regolare”. L’avviso di Arcuri è allora quello di Totò “parli come badi” perché “ho già sporto regolare querela a due programmi televisivi, a un quotidiano, a un sito internet”. In questo caso ha ragione lui. Il tontolone non può mai essere combattuto con le inchieste ma solo con lo specchio. Ecco, che scompare il tontolone di stato e appare Paperino.

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Giuseppe Conte che di Arcuri si fida, oltre a nominarlo commissario speciale per l’emergenza covid, gli ha affidato, come già detto, il compito di gestire la più grande campagna di vaccinazione della nostra epoca. Il tontolone è vanitosissimo. Quando ha l’occasione, e si avvicinano le feste, al tontolone si apre il cuore. Arcuri ha ricordato che “per una volta non dobbiamo pensare solo a trascorrere un buon Natale piuttosto impegnarci a vivere un Natale buono”. C’è qualcosa che ancora non è stato detto. Il tontolone è internazionale e parla uozzamerica. Ha girato il mondo. Un esempio.

 

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Il tontolone di peluche è Alessandro Di Battista che come si sa viaggia molto. In ogni paese del mondo trova l’ombra del complotto. Quando torna in Italia, e capisce che non gli sono rimasti spiccioli, trova qualcuno che gli permette di fare lezioni, scrivere, pubblicare memorie. Il tontolone ha sempre un mecenate. Il tontolone è scravattato. Non sa indossarla. Pasquale Tridico, presidente Inps, protagonista del bonus covid percepito anche dai politici, ha prima detto che lui non l’ha detto. “Non è stata l’Inps a divulgare questa informazione” ha detto. Poi ha spiegato che un direttore di giornale lo ha chiamato e allora lui lo ha detto. Quando c’è di mezzo il tontolone, le cose si ingarbugliano. E’ tutto complesso. Si finisce per non capire nulla. E’ il vero potere del tontolone. Pasticciare anche il pasticcio.

 

Tridico è ovviamente tra i candidati al premio istituito insieme a Mimmo Parisi, l’uomo che Luigi di Maio ha scelto per guidare l’Anpal, i navigator. Il suo curriculum è lungo 18 pagine, è professore all’università del Mississippi. Fa la spola fra Italia e America. Il suo stipendio e i suoi rimborsi si gonfiano a causa dei voli businnes. Il tontolone ha sempre una predilezione per l’agiatezza ma che nel suo caso viene chiamata necessità. Se Parisi è costretto a volare in business class non è certo perché ama il lusso ma perché “ha problemi di schiena”.

 

C’è sempre un medico che dimostra attraverso qualche certificato “regolare” che il tontolone ha qualche malessere. Anche nel caso di Parisi, si è preferito soprassedere. Il tontolone non è dimissionabile. Il tontolone va via a fine contratto.

 

E’ stato un anno difficile, ma come si vede ci sono tontoloni che hanno reso tutto meno doloroso. Sono uomini che non beneficiano di premi, che devono sopportare lo scherno. Sono eroi del nostro tempo: tontoloni che mandano avanti il paese, che permettono ai giornalisti di scrivere, ai comici di recitare ancora.

 

Chi ha responsabilità sa che su di loro può sa sempre contare e nel caso attribuirgli la mezza minchiata. Sono essenziali per una democrazia compiuta. Ebbene, si sono solo indicati alcuni campioni, ma non si è deciso di premiarne uno solo perché sarebbe stata una tontolaggine. Per chi li studia non possono che essere tutti primi al traguardo del nostro cuore. Tutti premi ex aequo. Non dimenticateli, nei momenti di malinconia. Il tontolone è come il vecchio zio mezzo rimbambito ma che non si può che abbracciare.

 

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