PUBBLICITÁ

I tic europei

David Carretta

L’Ue cerca di evitare il panico e mantenere un’azione coordinata. Il guaio del rimpatrio dal Regno Unito

PUBBLICITÁ

L’annuncio di una nuova variante di coronavirus nel Regno Unito ha ripiombato l’Unione europea all’inizio della crisi del Covid-19 dello scorso marzo. Misure nazionali unilaterali annunciate in modo caotico, frontiere chiuse all’improvviso, ipotesi di divieto di ingresso valido per tutta l’Ue evocata e smentita: nonostante gli sforzi per coordinare la risposta al Covid-19, ciascuno stato membro continua ad andare per conto proprio. Nella notte tra sabato e domenica, dopo l’annuncio di un nuovo lockdown nel sud dell’Inghilterra a causa di una mutazione che rende il Covid-19 fino al 70 per cento più contagioso, i Paesi Bassi sono stati i primi a sospendere i voli aerei da e per gli aeroporti britannici. A mezzogiorno il Belgio ha interrotto il traffico aereo e ferroviario. Poche ore dopo anche l’Italia ha annunciato il blocco dei voli. Ma la decisione più radicale è stata quella della Francia che dalla mezzanotte ha vietato il traffico di passeggeri e merci, decretando l’isolamento del Regno Unito dal continente.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


L’annuncio di una nuova variante di coronavirus nel Regno Unito ha ripiombato l’Unione europea all’inizio della crisi del Covid-19 dello scorso marzo. Misure nazionali unilaterali annunciate in modo caotico, frontiere chiuse all’improvviso, ipotesi di divieto di ingresso valido per tutta l’Ue evocata e smentita: nonostante gli sforzi per coordinare la risposta al Covid-19, ciascuno stato membro continua ad andare per conto proprio. Nella notte tra sabato e domenica, dopo l’annuncio di un nuovo lockdown nel sud dell’Inghilterra a causa di una mutazione che rende il Covid-19 fino al 70 per cento più contagioso, i Paesi Bassi sono stati i primi a sospendere i voli aerei da e per gli aeroporti britannici. A mezzogiorno il Belgio ha interrotto il traffico aereo e ferroviario. Poche ore dopo anche l’Italia ha annunciato il blocco dei voli. Ma la decisione più radicale è stata quella della Francia che dalla mezzanotte ha vietato il traffico di passeggeri e merci, decretando l’isolamento del Regno Unito dal continente.

PUBBLICITÁ

 

 

  

PUBBLICITÁ

 

 

Per tutto il fine settimana la Commissione è rimasta silenziosa. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha organizzato una telefonata con Ursula von der Leyen, Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Il suo gabinetto ha improvvisato una videoconferenza con gli sherpa dei capi di stato e di governo dei 27. La presidenza tedesca dell’Ue ha convocato per ieri una riunione del meccanismo integrato di risposta politica alle crisi. Dopo tre ore e mezzo di discussione, gli esperti nazionali sono giunti alla solita conclusione: serve “un approccio coordinato dell’Ue in relazione alle misure applicate ai collegamenti con il Regno Unito” e “linee guida della Commissione”, ha spiegato un diplomatico europeo. Se non fosse per l’imminente avvio della campagna di vaccinazione – ieri l’Agenzia europea dei medicinali ha dato il via libera al vaccino di Pfizer-BioNTech e la Commissione ha subito autorizzato l’immissione sul mercato – sembrerebbe di essere tornati all’Ue di marzo. Il pericolo di un ritorno alla reazione nazionale di marzo e aprile è reale.

 

Durante la riunione di ieri del meccanismo integrato di risposta politica alle crisi, alcuni stati membri “hanno sottolineato l'importanza di tenere le frontiere aperte all'interno dell'area Schengen”, ha spiegato il diplomatico europeo. Se la nuova variante del coronavirus dovesse essere individuata in altri paesi, il rischio è di una ripetizione dell’effetto domino sulla chiusura delle frontiere. La Svezia ha annunciato il divieto di ingresso dalla Danimarca per tutti i non residenti per un periodo di un mese. Ufficialmente la ragione è il timore che i danesi, i cui negozi sono chiusi, vadano a fare compere natalizie oltre il confine svedese. Ma alcuni sospettano che la decisione sia anche legata alla presenza della variante del coronavirus in Danimarca.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

 

 

La chiusura dei confini innesca poi altri problemi. Nella riunione del meccanismo integrato di risposta politica alle crisi alcuni stati membri hanno parlato del “rimpatrio dei cittadini che vogliono tornare dal Regno Unito”, ha detto il diplomatico europeo. L'Ue potrebbe essere costretta a organizzare una grande operazione di evacuazione da oltre Manica, esattamente come aveva fatto con decine di voli dal resto del mondo a marzo. L'urgenza ora, però, è restaurare un minimo di normalità nei flussi delle merci con il Regno Unito. Il Belgio e i Paesi Bassi hanno mantenuto il traffico cargo via nave, ma anche la Francia potrebbe fare un passo indietro. “Nelle prossime ore, a livello europeo, svilupperemo un protocollo sanitario solido per fare in modo che i flussi dal Regno Unito possano riprendere”, ha detto il ministro francese dei trasporti, Jean-Baptiste Djebbari.

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ