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L'intervista

“Conte può continuare se fa davvero il presidente del Consiglio”, ci dice Bellanova

David Allegranti

"La politica è arte della mediazione, non scelta dei riflettori migliori dove posizionarsi. Tra il Conte I che era spesso ostaggio dei due vicepremier, Di Maio e Salvini, ed il Conte II, che non riesce a fare sintesi, accentra tutto su di sé e propone alle 2 di notte una proposta ‘cotta e mangiata’ per gestire il più grande investimento che l’Italia farà dal dopoguerra ad oggi, possibile che non ci possa essere una via di mezzo?”

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Nessun giallo, assicura la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, parlando dell’incontro mancato tra Giuseppe Conte e Italia viva: “Comincio a pensare che c’è qualcosa che non torna, o che in troppi vedano molti film gialli così che tutto diventa, quando serve, una spy story. Sia il presidente Conte che tutti i capi delegazione sanno, almeno da domenica, che ieri e oggi (martedì e mercoledì, ndr) sarei stata impegnata a Bruxelles”, dice Bellanova al Foglio.

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Nessun giallo, assicura la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, parlando dell’incontro mancato tra Giuseppe Conte e Italia viva: “Comincio a pensare che c’è qualcosa che non torna, o che in troppi vedano molti film gialli così che tutto diventa, quando serve, una spy story. Sia il presidente Conte che tutti i capi delegazione sanno, almeno da domenica, che ieri e oggi (martedì e mercoledì, ndr) sarei stata impegnata a Bruxelles”, dice Bellanova al Foglio.

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“Mica per inezie, eh! Stiamo discutendo di pesca, anche a difesa del reddito delle marinerie italiane; stiamo discutendo di Pac, e di quello che sarà la politica agricola comune dopo il 2020, mentre proprio oggi il Parlamento europeo ha dato il via libera alle risorse che integrano quelle già disponibili nei prossimi due anni in attesa appunto della nuova Pac; stiamo discutendo di etichette nutrizionali, a difesa della dieta mediterranea e delle nostre eccellenze made in Italy contro le etichette a semaforo e qualsiasi”. Ed è, dice Bellanova, “legittimo che il leader di una forza politica nell’incontro con il presidente Conte voglia andarci con chi siede al tavolo del governo ed è anche presidente del partito. Lei non crede? Se lo è per le altre forze politiche, perché non dovrebbe esserlo anche per noi? Abbiamo chiesto la verifica mesi fa, abbiamo aspettato fino a ora e adesso il problema sono 24 ore avanti e indietro? I rumori mediatici di sottofondo architettati da un’unica regia lasciano il tempo che trovano. Chiedessero alle associazioni se era o no necessario essere qui a Bruxelles, in presenza, per sostenere il made in Italy e la sua forza nel mondo”.

 

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Insomma, “pensiamo a quante polemiche si sarebbero ingenerate se invece non fossi stata lì a difendere gli interessi dell’Italia per una verifica di governo che si poteva fare o il giorno prima o il giorno dopo. Capisco che per qualcuno, eternamente occupato con il proprio ego, può sembrare un’inezia”. Ma davvero Iv è pronta a ritirare le ministre dal governo? “Lo abbiamo detto in Senato che, se sono necessarie poltrone davanti a un incomprensibile schema di governance del Pnrr che prevede un consulentificio per 300 tecnici e 6 manager, Iv mette le sue a disposizione. Non è la minaccia di dimissioni quanto la messa a fuoco di un tema politico che non può essere eluso. Il Recovery non è una questione personale né lo è come investire 209 miliardi sul futuro del paese”.

 

Per Iv, “il cuore del problema è questo. 
Di questo intendiamo discutere con Conte, nei Consigli dei Ministri, nelle capi delegazione dove saremo chiamati ad approfondire le questioni”. A partire da un punto, dice Bellanova: “Al momento io non conosco ancora quale metodo ha orientato la scelta dei progetti presenti nel piano nazionale. So che quel piano deve avere un cuore agricolo e deve affrontare punti fondamentali: occupazione e lavoro per le nuove generazioni, strategia per il lavoro femminile, Mezzogiorno, logistica e infrastrutture, qualità territoriale. Questo è quello che mi interessa. Mi fa piacere che il presidente Conte ieri nel corso dell’assemblea Coldiretti abbia detto di avere un cuore agricolo. Lo dimostri”.

 

Ma che cosa vuole davvero Iv? “Un cambiamento di metodo e di merito. Reale. Qui e ora, non rinviato a data da definire con quella stessa melina che ha accompagnato le pagine più tristi della storia politica italiana. Di metodo nel rapporto con gli alleati, che deve essere fra pari invece che confermare l’idea che ci sia una maggioranza nella maggioranza. Nei percorsi decisionali, che non possono essere imposti ma condivisi. Nel ruolo che la presidenza del Consiglio deve avere anche sul fronte della comunicazione, dove hanno definitivamente stancato le veline quotidianamente fatte circolare per indebolire la posizione o il punto di vista di chi è alleato di governo e non controparte. 
Chi ha proposte non è mai un nemico. Se chi guida la comunicazione di Chigi non lo ha ben chiaro, è veramente un problema. Non siamo al ‘Grande fratello’ ma al governo del paese. E per governare bene servono proposte, non veline”.

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Conte può continuare a fare il presidente del Consiglio? “Le rispondo con una ovvietà: se fa il presidente del Consiglio sì. Il che significa guidare i ministri e il paese, ed essere attore principale e garante della sintesi politica necessaria a una maggioranza che, su molti punti, ha posizioni al suo interno composite. La politica è arte della mediazione, non scelta dei riflettori migliori dove posizionarsi. Tra il Conte I che era spesso ostaggio dei due vicepremier, Di Maio e Salvini, e il Conte II, che non riesce a fare sintesi, accentra tutto su di sé e propone alle 2 di notte una proposta ‘cotta e mangiata’ per gestire il più grande investimento che l’Italia farà dal dopoguerra ad oggi, possibile che non ci possa essere una via di mezzo?”.

 

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I Cinque stelle come alleati sono diventati un problema? “Se per difendere rendite di posizione e supponenze ideologiche continuano a porre un freno al Mes lo sono per il paese, non per Italia viva.
 Se per lo stesso motivo non si rendono disponibili a rivedere tutte le criticità del Reddito di cittadinanza e non comprendono una buona volta che il punto vero sono le politiche attive e che la vera emergenza si chiama lavoro lo sono per l’Italia e per tutte quelle persone che da marzo rischieranno di perderlo, non per Teresa Bellanova.
 Se ancora oggi privilegiano interventi a base di bonus, senza porsi il problema di come rilanciare il Paese, lei capisce che la domanda è spontanea: a che serve un’alleanza che non costruisce un futuro per le nuove generazioni?”.  

 

Le hanno detto “braccia rubate all’agricoltura”. “Se chi lo ha scritto crede di avermi offesa, è uno stupido. Non ha capito niente. Forse dovremmo mandarlo nei campi a capire che anche i lavori più umili hanno bisogno di grandi competenze e intelligenza, di saperi che possono anche essere molto raffinati, come saper fare gli innesti, ad esempio. Non parliamo poi dell’agricoltura di precisione. Zappare è come scrivere. Se non lo sai fare non arriva niente di buono. E infatti… Dopo di che con le mie braccia rubate all’agricoltura in questi mesi insieme ai miei uffici abbiamo destinato al settore, con le misure messe in campo nei diversi decreti, oltre 4 miliardi, e al netto delle misure orizzontali. Una cifra enorme. 
Probabilmente ancora insufficiente per rispondere a tutte le criticità e difficoltà, ma comunque rilevante. E nella prossima legge di Bilancio, che io considero un ponte verso la costruzione del Piano strategico per la nuova Pac e verso l’attuazione della nostra Strategia nel Pnrr, mettiamo in campo oltre un miliardo. Queste braccia stanno servendo l’agricoltura e la filiera agroalimentare, non crede?”. Ministra, ultima domanda: Iv sarebbe disponibile a un governo con Salvini? "Noi siamo quelli che Salvini l’hanno mandato a casa".

 

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