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L'intervista

Bruno Vespa: "Come finisce la verifica? Più ministeri per Renzi"

Una crisi senza vera crisi

Salvatore Merlo

Conte? "Argina, rimpalla, aggiusta”. Salvini? "Pur di abbattere il governo farebbe patti pure con Renzi". E Berlusconi? "Sogna il Quirinale, spero senza crederci troppo". Intervista all'inventore di Porta a Porta

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Una crisi senza crisi. Con un jolly, però. Un “matto”, come nei tarocchi: Matteo Renzi. “Lui si diverte. E nel bene e nel male ha regolato i tempi di questa legislatura. Ma segnalo che quando è venuto da me a ‘Porta a Porta’ non ha accettato la terza scommessa che gli proponevo”. E in cosa consisteva? “Gli avevo detto: ‘Scommettiamo che ci sarà un rimpasto e prendi più posti al governo’. E lui: ‘Più posti li prendo perché li merito, ma il mio obiettivo non è quello’”. Funambolo. “Sì, quindi per me la cosa più probabile è che tutto finisca con un rimpasto e  lui prende più posti. Anche se…”. Anche se? “Anche se nella politica italiana tutto è possibile. D’altra parte, domani è un altro giorno”. Come la sigla di Porta a Porta. “Che fu scelta per questo. L’eterno probabilismo”. E Bruno Vespa ne ha viste tante: crisi, verifiche, fasi due. Compreso  quello scambio di ardua scorrevolezza interministeriale battezzato con fantasia da panettieri “rimpasto”. Conte è in un vicolo cieco? “Fa quel che può. Argina, rimpalla, aggiusta”.

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Una crisi senza crisi. Con un jolly, però. Un “matto”, come nei tarocchi: Matteo Renzi. “Lui si diverte. E nel bene e nel male ha regolato i tempi di questa legislatura. Ma segnalo che quando è venuto da me a ‘Porta a Porta’ non ha accettato la terza scommessa che gli proponevo”. E in cosa consisteva? “Gli avevo detto: ‘Scommettiamo che ci sarà un rimpasto e prendi più posti al governo’. E lui: ‘Più posti li prendo perché li merito, ma il mio obiettivo non è quello’”. Funambolo. “Sì, quindi per me la cosa più probabile è che tutto finisca con un rimpasto e  lui prende più posti. Anche se…”. Anche se? “Anche se nella politica italiana tutto è possibile. D’altra parte, domani è un altro giorno”. Come la sigla di Porta a Porta. “Che fu scelta per questo. L’eterno probabilismo”. E Bruno Vespa ne ha viste tante: crisi, verifiche, fasi due. Compreso  quello scambio di ardua scorrevolezza interministeriale battezzato con fantasia da panettieri “rimpasto”. Conte è in un vicolo cieco? “Fa quel che può. Argina, rimpalla, aggiusta”.

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E oggi Vespa si troverà accanto a Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Tutti alla presentazione del suo ultimo libro (“Perché l’Italia amò Mussolini”). Il ventisettesimo. Presentazione in streaming, senza pubblico, come ormai anche in televisione. “Il mio era l’unico pubblico silenzioso”. Che non applaude. “Spero torni la prossima primavera”. Con il vaccino. “Appena ci sarà corro a farmelo pure io”. E a Salvini oggi chiederai di Renzi, del loro strano feeling? I due vennero a duellare a “Porta a Porta” poco meno di un anno fa. Possono accordarsi? Far cadere il governo? “Cinquant’anni di mestiere mi hanno insegnato a credere a tutto e a niente. Le cose sono così sfumate che non capisci mai dove cominciano e dove finiscono.  Nella Dc si odiavano da morire, eppure andavano tutti sottobraccio. Salvini è stato disarcionato da Renzi. E senza Renzi ci sarebbero state le elezioni, perché le voleva anche Zingaretti. Elezioni che probabilmente Salvini avrebbe vinto”. Dunque dovrebbe avercela a morte con Renzi. “Ma poiché la politica è fatta di utilità e interessi,  a Salvini va bene anche Renzi se serve a disarcionare Conte”. Nemici ma complici? “All’occorrenza”. E come va a finire? “E chi lo sa”.  Di solito dove portano le crisi? “Il problema è proprio questo. Non si sa più dove portano. Anzi, la crisi si apre proprio perché non si sa cosa succede. Nella Prima Repubblica Conte si sarebbe già dimesso non so quante decine di volte. Ora no. Perché nessuno vuole le elezioni. Nella Prima Repubblica  al massimo si passava da un presidente del Consiglio dc a un socialista.  Questi erano i confini del rischio. E se il premier era del Psi, i restanti quattro quinti del governo erano comunque della Dc”. Stabilità nell’instabilità. “Ora c’è il buio. E se si vota potrebbe vincere il centrodestra”.

 

 

Con i tre protagonisti che Vespa incontra oggi. Berlusconi, Meloni e Salvini. Ma si tengono insieme? Non pare. “L’unità nel centrodestra è sempre stata un optional, a differenza della sinistra.  Quindi tanto di cappello perché oggi riescono a stare insieme malgrado tutto”. Però Meloni insidia il primato di Salvini. Si guardano con sospetto. “Se hanno imparato qualcosa dalla storia recente dovranno fare di tutto per non ripetere quello che è successo tra Fini e Berlusconi o tra Berlusconi e Bossi. L’unità sta portando consensi al centrodestra. Che, per quanto valgono i sondaggi, sta di nuovo sfiorando la maggioranza assoluta”. Quindi, se non sono matti non litigano.  Eppure lo strano mezzo flirt tra Salvini e Renzi indispettisce Giorgia Meloni. La quale intanto insidia il primato della Lega. “Chi avrebbe detto che Meloni sarebbe arrivata al 17 per cento? Chi avrebbe detto che Salvini superava Berlusconi? Se ancora mi appassiono alla politica è perché è uno spettacolo che si rinnova ogni giorno”. Poi c’è Berlusconi. Nel libro, Vespa ha scritto che il Cav. si è fatto promettere da Lega e FdI  i voti per andare al Quirinale. “Che glieli abbiano promessi è sicuro. Poi io nel libro dico  che sarà una tombola, come tutte le elezioni presidenziali. Le aspirazioni sono una cosa, la realtà un’altra.  Uno ci può sperare. Ma guai a crederci”.

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E Berlusconi ci crede? “Io sono ancora sconvolto da cosa mi disse un uomo d’esperienza come Franco Marini in un fatidico mezzogiorno di elezione presidenziale. Mi disse: ‘Non è mai successo che un candidato al Quirinale che abbia preso la maggioranza nei primi tre scrutinii non la ottenga anche al quarto”’. Come finì? “Che quello stesso pomeriggio Marini rinunciò alla candidatura per favorire Prodi che subito dopo venne affossato dai famosi 101”. E qui Vespa si mette a ridere.
 

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