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L'intervista

Per Rosato "è il momento della coesione nazionale, Salvini decida da che parte stare"

David Allegranti

Il presidente di Italia viva: ”E' il caos dell’approssimazione. Siamo in un momento straordinario, difficilissimo per gli italiani e i semplici cittadini che rispettano le regole ma anche difficili per le imprese che non sanno come venirne fuori. In un momento come questo, serve poca approssimazione, molta chiarezza e molto senso dello stato”

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E’ il momento della coesione nazionale, dice al Foglio Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e presidente di Italia viva, che lancia un messaggio a Matteo Salvini: decida che cosa vuol fare da grande. Ma, intanto, partiamo dall’inizio. Che cos’è questo caos nel governo? “Guardi, è il caos dell’approssimazione. Siamo in un momento straordinario, difficilissimo per gli italiani e i semplici cittadini che rispettano le regole ma anche difficili per le imprese che non sanno come venirne fuori. In un momento come questo, serve poca approssimazione, molta chiarezza e molto senso dello stato”.

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E’ il momento della coesione nazionale, dice al Foglio Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e presidente di Italia viva, che lancia un messaggio a Matteo Salvini: decida che cosa vuol fare da grande. Ma, intanto, partiamo dall’inizio. Che cos’è questo caos nel governo? “Guardi, è il caos dell’approssimazione. Siamo in un momento straordinario, difficilissimo per gli italiani e i semplici cittadini che rispettano le regole ma anche difficili per le imprese che non sanno come venirne fuori. In un momento come questo, serve poca approssimazione, molta chiarezza e molto senso dello stato”.

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Ma le cause di questo caos quali sono? “Sono molteplici. E’ la prima volta che ci troviamo in una situazione così difficile dal punto di vista sanitario ed economico. Ma c’è anche il ruolo del regista da tenere in considerazione, che è quello del presidente del Consiglio: il regista non può essere quello che lavora da solo pensando di non dover ascoltare non soltanto tutta la maggioranza, ma anche le altre voci che ci sono nel  paese”.

 

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Ma Giuseppe Conte può continuare a fare il presidente del Consiglio? “Quando mai abbiamo detto che è questo il problema?”.

 

E allora qual è il problema? “Guardi, questo è il momento della coesione nazionale, che non è una forma di governo ma lo sforzo di tenere insieme l’Italia. Un compito che spetta, come primo responsabile, al presidente del Consiglio. Poi naturalmente paghiamo indubbiamente il caos istituzionale, generato dalle conflittualità politiche e dalle sovrapposizioni istituzionali tra il livello statale e quello regionale”.

 

C’è dunque un problema di Titolo V? “Ora non lo risolviamo con il cambio della Costituzione, ma con la  politica. Ci sono 15 regioni governate dal centrodestra: qui a Roma non si può prescindere da quello che pensano”.

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Insomma, non si possono escludere i governatori di regione. “Non lo diciamo noi, ma gli italiani che li hanno votati. Avranno qualche diritto anche loro, no? Siamo in una situazione straordinaria che spero non si ripeterà mai più, bisogna avere atteggiamenti e comportamenti adeguati. Non c’è spazio, in questo momento, per chi pensa di essere il migliore e di poter fare da solo. Anche se fa il presidente del Consiglio”.

 

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Con Matteo Salvini c’è un dialogo? “Salvini va a corrente alternata. Un giorno difende Orbán che non vuole dare il Recovery fund all’Italia, il giorno dopo vuole contribuire – e lì sì che ha ragione – a redigere le misure per contrastare la pandemia. Dall’opposizione bisognerebbe aspettarsi maggiore maturità. Quella che abbiamo vista con lo scostamento di bilancio, non l’atteggiamento assurdo che abbiamo visto sulla risoluzione sul mandato a Conte a trattate in Europa. Lì c’erano in ballo gli interessi nazionali”.

 

C’è un Salvini che va bene e uno che non va bene, insomma. “Salvini ha diritto a fare la politica che crede, non mi permetto di sindacare. Rende complicato il dialogo con un’opposizione che lavora così a corrente alternata”.

 

Senta, ma c’è chi dice che Renzi e Salvini potrebbero fare un governo insieme. “Essendo voi un giornale serio, non date seguito a questo gossip”.

 

Ma il dialogo con Salvini almeno c’è? “Non abbiamo interrotto il dialogo con nessuno. Una politica incapace di dialogo è una politica che non fa bene il suo mestiere. Altro è inventare strane operazioni di Palazzo. Nella mia esperienza parlamentare, che fossi in maggioranza o all’opposizione non ricordo una forza politica con cui non ho lavorato per il dialogo”.

 

Ma Italia viva cosa vuole? “A noi piacerebbe che la nostra parte ogni tanto la facesse anche qualcun altro. La misura è risultata colma quando abbiamo saputo che il riparto di oltre 209 miliardi veniva comunicato con una email alle 2 mattina per essere approvato in Cdm alle nove della stessa mattina. Un riparto che vale 10 leggi di bilancio, di cui ancora i ministri non conoscono il dettaglio delle cifre. A noi piacerebbe che questa parte – rendersi indisponibili a farsi prendere in giro – la facessero anche  altri, non sempre Italia viva.  Noi chiediamo che ci sia un governo capace di decidere collegialmente, approfondendo le questioni e senza perdere tempo. Lo richiedono il momento e l’importanza delle scelte”.

 

Non è quindi un problema di comunicazione? “Il problema di comunicazione è del tutto irrilevante, a noi interessa il merito e il metodo. Dopodiché, servirebbe qualche diretta Facebook in meno, qualche intervista in meno, e qualche fatto in più”.

 

Senta Rosato, ma l’Italia è il paese con più morti in questa seconda ondata. Che cos’è successo? “Una domanda che mi faccio tutti i giorni. Non vogliamo però essere tacciati sempre per quelli che gridano all’allarme. E’ evidente che non siamo i più bravi del mondo come si continua a dire pensando solo al consenso interno. Per esempio continuiamo a essere preoccupati per la distribuzione dei vaccini: quest’inverno  non siamo riusciti a fare nemmeno le vaccinazioni anti influenzali per tutti quelli che le chiedevano o che ne avevano bisogno. E sia chiaro, se non riusciamo a contrastare la pandemia, non è colpa degli italiani. Gli assembramenti che abbiamo visto in queste ore sono frutto del rispetto delle regole. Quando si dice che i centri commerciali sono chiusi e che si possono fare acquisti nei centri storici, è chiaro che c’è il raddoppio delle presenze. Se poi si inventa il cashback di Natale riservato agli acquisti nei negozi e non al mercato online non ci si può lamentare che i cittadini non lo usino, escano, si mettano in fila e intasino le vie dei centri urbani.  Servono regole comprensibili, logiche, non contraddittorie che possano essere rispettate”.

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