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La storia

I Giovani Democratici occupano la pagina Facebook dei Giovani Democratici

David Allegranti

La protesta sulla pagina ufficiale del movimento giovanile del Pd

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Un congresso finito tra gli stracci, un ultimo aggiornamento su Facebook il 10 agosto scorso. All’improvviso, la pagina Facebook ufficiale dei Giovani Democratici oggi è stata digitalmente occupata da ignoti:

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Un congresso finito tra gli stracci, un ultimo aggiornamento su Facebook il 10 agosto scorso. All’improvviso, la pagina Facebook ufficiale dei Giovani Democratici oggi è stata digitalmente occupata da ignoti:

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“Cari amici, compagni, fratelli di tante lotte e di tanti sforzi, oggi ci rivolgiamo a voi in uno dei momenti più bui di questa organizzazione giovanile, almeno da quando ne siamo parte. Questo congresso, costruito su radici marce, non è stato il momento di rinascita e rifondazione che ci avevano fatto credere, ma ci sta conducendo sull'orlo del baratro”.

 

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Parole durissime, come si capisce, da parte degli occupanti, che mal hanno digerito la vittoria – considerata controversa dagli avversari fin dal primo momento – di Caterina Cerroni. Da quel giorno comunque, complice la pandemia, l’azione politica dei Giovani Democratici si è comunque fatta inconsistente. Al governo, di cui il Pd fa parte, sta succedendo di tutto ma la dirigenza stenta a dare una linea politica chiara.

 

 

Le motivazioni, dicono gli occupanti, sono però politiche: “Questa pandemia che limita i nostri movimenti e le nostre azioni fa ribollire l'impotenza nelle nostre vene. Vorremmo fare qualcosa per la nostra organizzazione, ma non possiamo. Ci siamo iscritti ai Giovani Democratici perché avevamo la speranza, oltre che l'ambizione, di cambiare il mondo. Quando abbiamo firmato la prima tessera nessuna impresa ci sembrava impossibile con  la nostra bandiera sulle spalle. Oggi ci rendiamo conto che la nostra comunità è corrotta sin nel midollo”. D'un tratto i nostri miti, “quei dirigenti del nostro territorio che guardavamo come eroi guidare i cortei alle manifestazioni, hanno mostrato la  propria seconda faccia. All'improvviso tutte le nefandezze che si compivano intorno a noi, trovavano mille giustificazioni irrealistiche. Per anni non ci siamo capacitati di come si potessero conciliare i canti di lotta, le citazioni di Che Guevara o i poster di Falcone e Borsellino con le compravendite quotidiane  o l'accettazione di situazioni intollerabili”.

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Il testo del messaggio pubblicato dagli occupanti della pagina prosegue qui:

“Ci hanno sempre detto che c'erano grandi questioni politiche che non potevamo capire dietro la necessità di quelle scelte così difficili, ma in fondo non ci abbiamo mai creduto. Ce la siamo raccontata, come se la raccontavano loro. Ora lo vediamo chiaramente: non c'è nessun bene superiore dietro quello che facciamo, solo ambizioni personali ed egoismi. Forse non saremo bravi a capire  le grandi questioni politiche che muovono il nazionale, ma questo lo capiamo bene. Su una cosa siamo bravi però, ad usare il computer. Così il modo per darci da fare lo abbiamo trovato anche nel divano di casa nostra. Per una volta forse i Giovani Democratici torneranno ad essere avanguardia. Perché noi, non potendo occupare le  sezioni, abbiamo occupato la pagina nazionale. Forse possiamo considerarla la prima occupazione dell'era digitale. State tranquilli, restituiremo la pagina intatta ai gestori. Nel frattempo questa occupazione servirà per fare una grande operazione verità su questo congresso e sullo stato di salute dei Giovani Democratici. Non osiamo rassegnarci all'idea di essere gli unici in Italia a provare sconforto e disgusto di fronte al punto a cui siamo giunti. Siamo una comunità in cui ormai il numero dei militanti è stato soverchiato da quello degli iscritti inventati, o al massimo fittizi, frutto del tesseramento più o meno  inconsapevole di parenti ed amici. Ed ogni volta che arriva il momento in cui potremmo cambiare, vale a dire il congresso, puntualmente diamo il peggio di noi. Come possiamo rimanere tutti in silenzio davanti alla scena triste di alti dirigenti che per interesse personale si spartiscono in base a tesseramenti falsati cariche che non eserciteranno mai? A volte ci chiediamo cosa pensi la gente quando si accapiglia fino alla morte per esercitare un potere che di fatto non esiste, come non esiste la nostra iniziativa politica. Per non parlare dei numerosi casi di minacce e intimidazioni, o all'abitudine di usare la delegittimazione personale come strumento di repressione del dissenso. Con questo congresso abbiamo toccato davvero il fondo. Da quel che abbiamo capito non esiste un vincitore perché le votazioni sono state talmente truccate che chi ha vinto davvero, in fondo non si sa. Nella nostra regione praticamente non si è votato nemmeno. Stavolta però non si è riusciti nemmeno a spartirsi i posti e si va avanti da mesi a litigare sull'esito di una competizione che per una gran parte non c'è mai stata. Ora si paventa l'ipotesi che il segretario lo facciano entrambi i candidati, con un accordo che tenga dentro tutti quelli che ci hanno portato a questo punto, sull'orlo del baratro. Possiamo sperare ancora che ci sia qualcuno che abbia voglia di ribellarsi a tutto questo, in entrambe le mozioni. Dobbiamo sperarlo. Stiamo per scoprirlo. Chiediamo a tutti voi che ci state leggendo di unirvi a questa operazione verità. Di farvi avanti pubblicamente o di  inviarci anche in maniera anonima, ad esempio da una mail fittizia, tutte le nefandezze a cui avete assistito in questi anni e in questo congresso. Le raccoglieremo in un grande documento che invieremo al Segretario nazionale uscente e a chiunque in questa giovanile voglia la verità. Mi raccomando raccontateci solo fatti a cui avete assistito direttamente e non che avete appreso per sentito dire. Questa è una rivoluzione non una caccia alle streghe.

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Al Segretario nazionale uscente inoltre chiediamo di nominare immediatamente un commissario dal profilo autorevole e indipendente che faccia pulizia e ci porti ad un congresso vero e rifondativo. Solo facendo pulizia potremo costruire un nuovo inizio, liberi dalla schiavitù che ci lega strutturalmente agli interessi di questa o quella corrente del partito, che ci utilizzano come bassa manovalanza  per i propri interessi particolari. Sappiamo di aver compiuto un atto di forza con questa occupazione. Eppure tante volte abbiamo manifestato e abbiamo lottato, andando sopra le righe,  per quello in cui credevamo. Oggi occupiamo per noi stessi, per il nostro futuro, in mancanza di alternative. In breve: ci siamo seduti dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati. Mille volte ci hanno detto che i panni sporchi si lavano in casa. Il problema in questa organizzazione è che i panni sporchi non si lavano mai.

Di fronte a ciò abbiamo più volte pensato di strappare la tessera. Ma noi ai nostri sogni non vogliamo rinunciare, almeno prima di aver fatto un ultimo tentativo. Se l'ira funesta degli interessi che abbiamo toccato si abbatterà su di noi, comunque andremo avanti con la consapevolezza di essere stati quelli che nei Giovani Democratici ci hanno creduto più di tutti. Quelli che hanno creduto davvero che potessero cambiare. In fondo al nostro cuore sappiamo che la maggioranza di questa organizzazione sarà con noi. Perché abbiamo detto quello che nessuno ha mai detto. La verità. Questo è il giorno per farci, tutti quanti, un grande esame di coscienza. Non siamo forse diventati quello che ci eravamo giurati di combattere? Vale così poco l'impegno di tanti bravi ragazzi che ignari in questa organizzazione ci spendono l'anima? Vale la nostra omertà, rispetto a quello che tutti sappiamo da sempre? Vale il nostro silenzio? Possiamo ricominciare, tutti insieme. Solo se lo vogliamo”.

 

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