Il dibattito delle idee

La sinistra vista fuori dal Palazzo. Parlano Macaluso e Cervetti

David Allegranti

Macaluso pessimista: "Non c’è più dibattito politico, non c’è più confronto, non c’è scontro politico: i tre elementi per cui la politica diventa politica non ci sono. È un periodo di mediocrità". Cervetti: "Non è certo il migliore dei mondi possibile, ma questo governo è in uno stato di necessità”.

“Francamente la politica in questo periodo mi sembra così squallida che è difficile seguirla”. Emanuele Macaluso, 96 anni, è amareggiato. Non è l’età a infiacchirlo, ma quel che trova ogni giorno sui sei giornali che acquista. Ma che gliene pare del dibattito all’interno del governo? “Le assicuro che seguo poco la politica politicante. Mi sembra così misera”. E Matteo Renzi? “Si agita per testimoniare che è ancora vivo politicamente. Ma politicamente è morto. Gli auguro una lunga vita, naturalmente, ma in politica non esiste, non c’è più”. È un problema solo di Renzi? “La politica è in decadenza. Non c’è più dibattito politico, non c’è più confronto, non c’è scontro politico: i tre elementi per cui la politica diventa politica non ci sono. È un periodo di mediocrità”. E il Pd? “Il Pd non si capisce che cosa sia, è un partito, non è un partito… Non ha le caratteristiche di un partito strutturato. Anche se è l’unica forza un po’ organizzata nella totale disorganizzazione della politica. Questa è la mia impressione”. Giuseppe Conte le sembra in difficoltà? “Cosa vuole, Conte… È presidente del Consiglio ma non ha un retroterra politico. Era avvocato fino a due anni fa. Essendo senza retroterra politico, si arrangia. Il problema non è lui. Alla politica manca la battaglia, senza la quale la politica non è politica. Se non c’è battaglia politica, con obiettivi che vengono posti al popolo, non esiste più la politica. Quali sono oggi gli obiettivi di fondo per trasformare questa società misera che abbiamo?”. Meno rassegnato, anche se solo leggermente, Gianni Cervetti, classe 1933, europarlamentare del Pci. “Non vedo altre soluzioni all’orizzonte come alternativa a questo governo. Il Pd deve accrescere la sua capacità di intervenire nella vita politica”. Ma Zingaretti va bene come segretario? “Zingaretti come tutti i segretari ha i suoi difetti, non vedo altre soluzioni per la situazione attuale, mi pare che debba continuare”. Ma lo stato di agitazione di Matteo Renzi come lo valuta? “Renzi mi pare che sia in uno stato di confusione. È confuso e fa il male di se stesso e dell’insieme della coalizione”. Ma un governo con i Cinque stelle può durare? “Non è certo il migliore dei mondi possibile, ma questo governo è in uno stato di necessità”. Conte le piace? “Fa quello che può, comunque il problema maggiore dell’Italia è un’opposizione confusa che fa soltanto confusione per non dire peggio: è in uno stato di inconcludenza”. Senta Cervetti, ma secondo lei la sinistra ha ancora un futuro in Italia? “Ce l’ha sicuramente, come in tutti gli altri paesi. Bisogna vedere che cosa può fare oggi la sinistra. Nel 2020 bisogna che la sinistra aggreghi, che abbia la capacità di essere inclusiva”.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.