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Recovery Fund, la minaccia di Italia Viva: "Votiamo contro la legge di Bilancio"

Roberta Benvenuto
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"Non possiamo immaginare che di fronte a una legge di bilancio non discussa, saltando e bypassando il Parlamento inseriamo tutta la principale discussione sui prossimi 200 miliardi. Lo capite che è una discussione fondamentale per le istituzioni? Ci potete dare uno, due, tre, dieci sottosegretari, ve li lasciamo indietro. È in ballo la credibilità del paese, lo capite che è ora o mai più questo?", Matteo Renzi urla, si agita e agita il suo foglio degli appunti sottolineati in giallo e rosa. E agita la maggioranza sui tempi, modi e gestione del Recovery Fund, nonostante il voto sulla risoluzione della riforma del Mes in vista del Consiglio europeo passerà con 156 sì, 129 no e 4 astenuti in Senato. Dopo l'affondo del leader di Italia Viva in aula, a fare il punto fuori  è la ministra Teresa Bellanova: "Se si vuole inserire nella legge di bilancio l'emendamento sulla governance noi non solo voteremo contro ma ne prenderemo atto e ci dimetteremo". "La nostra richiesta è lavorare sul Recovery - continua - confrontarsi sui contenuti e dire a questo paese cosa si vuol fare per farlo ripartire. Deve essere un modo per immaginare un sistema paese, non per discutere degli amici degli amici che bisogna posizionare".

 

"Signori perché chiedete a me quello che dice Renzi?! Io so che oggi ha votato la risoluzione di maggioranza", risponde una Paola Taverna incappucciata e di corsa per schivare pioggia e cronisti. "Se Renzi bluffa? Non so che cosa fa Renzi e non me ne frega nemmeno. Se fa cadere il governo se ne assumerà la responsabilità davanti ai cittadini. Mica fa n'favore a me " dice chiudendo la portiera dell'auto. Se non un ultimatum, un penultimatum? "Facciamo sul serio nel senso che non si torna indietro. Non voteremo un provvedimento al buio senza averlo conosciuto, non vogliamo che sia nella legge di bilancio e non vogliamo i tecnici che sostituiscono i ministri o il parlamento. Non facciamo passi indietro è stato preso un impegno davanti il parlamento", eccolo il punto politico spiegato da Davide Faraone, capogruppo di Iv in Senato. Insomma "dipende tutto da Conte. Noi abbiamo fatto un governo politico, non tecnico. Se poi vuole fare un governo politico e lo commissaria con i tecnici e lui a capo, è chiaro che non abbiamo capito nulla"

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