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L'intervista

Il marito infettivologo di Lamorgese: "Ho il Viminale in una stanza. Luciana? Lavora"

Il medico alle prese con il coronavirus nella sua abitazione dell'Eur: "Mia moglie è sempre stata molto scrupolosa, ora sta di là al lavoro"

Simone Canettieri

Parla Armignacco, consorte della ministra dell'Interno risultata positiva: "Purtroppo con il virus ormai stiamo tutti sotto allo stesso cielo. Ho appreso anche io la notizia dalla televisione: un cortocircuito"

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“E per fortuna che casa nostra è abbastanza grande”. E sua moglie? “E’ di là, chiusa, sta bene, sta lavorando. Meglio non disturbarla”. 

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“E per fortuna che casa nostra è abbastanza grande”. E sua moglie? “E’ di là, chiusa, sta bene, sta lavorando. Meglio non disturbarla”. 

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Quartiere razionalista dell’Eur, ora di pranzo. In una stanza c’è, sigillata, Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno, risultata positiva al coronavirus. Lo ha scoperto lunedì pomeriggio, nel bel mezzo del Consiglio dei ministri, dai siti dei giornali. Ed è stato il panico a Palazzo Chigi. Seduta interrotta per trenta minuti. Rocco Casalino agitatissimo alle prese con una nota da inviare al mondo (“ Veloci, veloci”) per dire che tutti indossavano la mascherina, che la sanificazione sarebbe avvenuta all’istante, che tutti sarebbero stati subito tamponati (“Veloci, veloci”)  Nel dubbio sono subito finiti in isolamento i vicini di tavolo della Lamorgese: i ministri Di Maio e  Bonafede.   Fin qui lunedì, ma andiamo avanti.  In una bella casa prefettizia,  immersa nella zona che avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione universale del nel '42  si stanno coordinando i prefetti, le questure e in generale la polizia di un paese del G7: l’Italia. Benvenuti a casa Lamorgese.

 

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Il Viminale in una stanza?

“Diciamo all’Eur, via”, risponde al Foglio, Orlando  Armignacco, marito del ministro, ma anche infettivologo di fama.  

 

Dottore, nelle sue mani, e non solo, c’è un architrave dello stato: ne è consapevole? Di positivo c’è che è in buone mani, visto il suo curriculum.

“La mia opera, finora, non è servita.  E per fortuna, aggiungo. Luciana sta bene. E anche io e mio figlio”, risponde Armignacco, già direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Belcolle di Viterbo, docente universitario nella Capitale e pezzo grosso della Società italiana di malattie infettive di cui ha ricoperto tutti i ruoli più importanti. Lamorgese, la seconda tra i ministri del governo Conte a risultare positiva dopo Francesco Boccia, è rimasta colpita. E ha confessato ai suoi collaboratori che non si capacita di come abbia preso il virus (“Sono sempre stata attentissima”).  Intanto Matteo Salvini, che l’ha preceduta al Viminale, si è subito gettato a pesce nella vicenda chiedendone, per non saper né leggere né scrive, le dimissioni per direttissima perché ha partecipato al consiglio dei ministri senza aspettare l’esito del tampone. Esito che alla fine è stato   spiattellato sui siti prima che la diretta interessata ne fosse a conoscenza. 

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Ecco, dottore Armignacco com’è stato possibile tutto questo, polemiche a parte ovviamente?

“La cosa assurda è che anche noi in famiglia, anche io lo abbiamo saputo in tempo reale dalle televisioni. Un cortocircuito incredibile, questo sì”.
 

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Come sta, sua moglie?

“Sta bene e in pienissima attività da questa mattina. Certo, è chiusa in una stanza. Mentre io e mio figlio più grande siamo altrove, per fortuna, come le dicevo, la nostra abitazione non è piccolissima e ci permette spazi vivibili”.

 

Non è intervenuto, ma giustamente sarà preoccupato, constatazione banale, ma umana. E’ pur sempre un marito-infettivologo o no?

“Adesso dobbiamo monitorare come vanno le cose, ma al momento, ripeto, non ci sono problemi. Spero e credo che sia asintomatica. Ma aspettiamo, com’è giusto che sia l’evolversi della vicenda. Luciana non mi sembra particolarmente preoccupata: da questa mattina lavora di gran lena”. E lei? “E io niente: dovevo scrivere un intervento per lavoro e tra poco mi metterò di là  a farlo”.    

 

Ma si è dato una spiegazione scientifica?

“E che vuole che le dica? La verità è che stiamo tutti sotto allo stesso cielo, purtroppo. E dunque è successo anche alla Luciana, nonostante le mille precauzioni che giustamente adotta da sempre”.

 

Un infettivologo in casa può risultare fondamentale.

“Guardi, in questi mesi è capitato a molti nostri amici di ammalarsi. Ed è stata sempre una spiacevole sorpresa. E sono stato sempre a disposizione di tutti per dare una mano nelle mie possibilità. La verità è che davvero, ormai, siamo tutti sotto a un unico cielo. E forse in questo occorre anche rassegnarsi. Può capitare, come appunto si è visto”.

 

Avere il Viminale in casa deve essere un bel test?

“Luciana tornerà perfettamente operativa tra poco, ne sono sicuro”.

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