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L'intervista

Faraone ci spiega perché al governo Conte serve “un’agenda nuova”

David Allegranti

Il capogruppo dei renziani al Senato chiede un tagliando al governo Conte: “Il M5s allontani gli estremisti dal governo”

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Sulla riforma del Mes non ci sarà un problema di numeri, assicura al Foglio Davide Faraone, capogruppo di Iv al Senato. Se non è sul Mes che si valuta la tenuta della maggioranza perché non avete firmato la risoluzione? “La tenuta si valuta sull’identità europeista del governo, che va riconfermata. La riforma del Mes non riguarda solo lo strumento in sé che è indispensabile per far fronte alle spese della sanità dirette e indirette che ci troveremo nei mesi prossimi a sostenere con la sfida della distribuzione del vaccino”.

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Sulla riforma del Mes non ci sarà un problema di numeri, assicura al Foglio Davide Faraone, capogruppo di Iv al Senato. Se non è sul Mes che si valuta la tenuta della maggioranza perché non avete firmato la risoluzione? “La tenuta si valuta sull’identità europeista del governo, che va riconfermata. La riforma del Mes non riguarda solo lo strumento in sé che è indispensabile per far fronte alle spese della sanità dirette e indirette che ci troveremo nei mesi prossimi a sostenere con la sfida della distribuzione del vaccino”.

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“Mercoledì (domani, ndr) sono in gioco le relazioni tra stati europei. Il tema della governance tra stati membri e dei nostri rapporti con Bruxelles non possono essere un fatto che la maggioranza che sostiene il Conte 2 può ancora  mettere in discussione. Il  problema non sarà di ordine numerico, ma politico: se i Cinque stelle si rimangiano di nuovo la svolta europeista e tornano a essere quelli che inseguivano i gilet gialli allora non ci siamo proprio. Detto ciò: la risoluzione di maggioranza non ha avuto la nostra firma perché non siamo abituati a siglare documenti al buio: non lo abbiamo fatto sul Recovery plan e sulla cabina di regia, dossier che sono arrivati nelle mani delle nostre ministre alle due di notte per essere votati in un Cdm che avrebbe dovuto seguire di qualche ora, non lo faremo sul Mes. E’ evidente che questo nulla c’entra con la nostra posizione: siamo il partito di maggioranza che più convintamente e da subito si è schierato a favore del Mes, ma da qui a siglare una risoluzione che contiene un’approvazione preventiva delle parole future del premier ce ne passa. Diciamo che confidiamo nel testo 2 che arriverà riformulato”.

 

E’ ipotizzabile, a partire dal voto sul Mes, un’altra maggioranza? Sarebbe ipotizzabile l’allargamento a Forza Italia? “Intanto spero che sul Mes ci sia almeno la stessa maggioranza in Parlamento che ha eletto Ursula von der Leyen: per questo faccio un appello a Forza Italia: ma è mai possibile che proprio loro, che abitano nella grande famiglia del Ppe, possano votare contro una riforma che vuole rinforzare le basi dei rapporti tra i paesi europeisti in un momento così delicato per il futuro di noi tutti? Prendano le distanze da Salvini e Meloni che l’Europa vogliono farla a pezzi semmai. Farei volentieri uno scambio, dentro Azione, Più Europa, l’Udc, Forza Italia, fuori l’ala Cinque stelle che fa capo a Di Battista”.  Il governo Conte è arrivato a un bivio? “Qui il problema non è il destino di Conte, premier peraltro indicato da forze politiche di maggioranza, ma la qualità del suo esecutivo: un governo in salute è un governo che usa se stesso come mezzo, non come fine. Ci si propongono degli obiettivi e si lavora per raggiungerli, se non si riesce si valuta cosa e come modificare l’azione. Era esattamente questo il senso del tavolo politico dei leader, andato fallito in meno di un mese. Peccato, poteva essere un modo concreto di lavorare rafforzando la maggioranza invece di minarla con continue e inutili task force e nuovi carrozzoni”.

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Ma che cosa chiede Italia viva a Conte?  “Di fare una nuova agenda che dia slancio alla legislatura, da qui al 2023. Di rispettare la maggioranza  e le istituzioni, il Parlamento, le forze sociali, di essere meno sprezzante e condividere con gli alleati le decisioni fondamentali per il paese. Dobbiamo capire il limite in cui da parte di un governo che funziona come un corpo solo si diventa complici di qualcosa che non va per responsabilità personali.  Il Recovery è una grande occasione, le risorse vanno investite bene per rilanciare l’economia del nostro paese. Noi, come detto da Renzi, siamo impegnati fino alla legge di Bilancio perché la priorità è  assicurare all’Italia il decreto con cui si risarciscono le attività chiuse durante questi mesi e la cassa integrazione per i lavoratori costretti a rimanere a casa, su quello che verrà dopo la responsabilità è esclusivamente del premier”. Senta Faraone, ma i Cinque stelle sono ancora alleati affidabili? “Riconosco ai Cinque stelle di aver fatto grandi cambiamenti, la svolta europeista di cui dicevo prima e che spero sia riconfermata nel voto sul Mes, ne è la prova. Il Movimento vive da sempre un grande conflitto interno, spero che vengano sempre più isolati populisti e sovranisti”.

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