PUBBLICITÁ

Il racconto

"A chi la Rai? A me!" Cda, nomine e sgambetti: la guerra tra Salvini a Meloni

Nell'ultimo consiglio d'amministrazione lo scontro tra De Biasio e Rossi sull'appalto mensa nelle sedi distaccate. Un corrida che divide i due leader sovranisti

Simone Canettieri

I leghisti accusano Fratelli d'Italia di fare sponda con il grillino Salini. E provano ad andare all'attacco

PUBBLICITÁ

Lo smacco è stato talmente clamoroso che alla fine è scattata la chiamata tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Gli Adamo ed Eva della destra nostrana, ma distanti anni luce in Rai, l’azienda di stato che tutto mischia e scompone, comprese le alleanze più scontate. D’altronde, lassù, al mitico settimo piano di Viale Mazzini, le bussole convenzionali non funzionano.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Lo smacco è stato talmente clamoroso che alla fine è scattata la chiamata tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Gli Adamo ed Eva della destra nostrana, ma distanti anni luce in Rai, l’azienda di stato che tutto mischia e scompone, comprese le alleanze più scontate. D’altronde, lassù, al mitico settimo piano di Viale Mazzini, le bussole convenzionali non funzionano.

PUBBLICITÁ

Sicché venerdì scorso, durante l’ultimo cda, il leghista Igor De Biasio collegato via Zoom da Milano ha chiesto il “passo indietro” di Alessandro Zucca, direttore infrastrutture immobiliari e sedi locali. Si parlava della proroga dell’appalto per mense e bar. Di una delibera che il consiglio avrebbe dovuto approvare. Un atto burocratico, seppur con tanti zeri. Ma alla fine è saltato tutto. E Giampaolo Rossi, l’antenna 5G di Fratelli d’Italia in Rai, è rimasto in silenzio. Scuro in volto. L’affronto non finirà così. Zucca, ex vicedirettore di Rai Sport, è una delle tante nomine che è riuscito a piazzare dall’opposizione in quota Fdi. Grazie a un gioco di sponda con l’ad Fabrizio Salini.

Alla fine il voto della delibera è stato rinviato, le mense possono aspettare, la guerra tra Salvini e Meloni no. Anzi sembra essersi ancora di più riaccesa da quando il leader della Lega ha sostituito in Vigilanza i deputati Paolo Tiramani e Igor Iezzi con il fedelissimo pasdaran Alessandro Morelli e con Elena Maccanti.  

Un modo per muovere l’artiglieria pesante contro Salini, per cercare di spezzare il filo che lo lega a Fdi. O meglio a Rossi, personaggio chiave nell’ascesa di  “Giorgia” nella radiotv di stato. Uno dei pochi a conoscere bene i meccanismi dell’azienda: dai dirigenti all’ultimo dei giornalisti. Sempre presente su tutti i dossier. “In Rai siamo già i leader del centrodestra – dicono i deputati di FdI –: parlano i risultati”. Cioè nomine e direzioni. Dal Pd commentano: “Facile: il grillino Salini governa grazie alla Meloni”.  

PUBBLICITÁ

Ora, che sia proprio così, non è certificato da nessun notaio, ma che di sicuro il fastidio del Carroccio sia sempre più crescente è da tempo storia nota. Salini è in scadenza così come tutto il cda. E nelle settimane scorse proprio De Biasio si è premurato di far sapere a Rita Borioni (nel cda in quota Pd) che “Matteo non ha la minima intenzione di provare a prorogare questo consiglio”.

Nonostante Marcello Foa, anche lui in fase di ritirata, sempre a sentire gli umori dell’azienda. Chiamata a breve ad approvare il budget del 2021, pratica non banale che potrebbe di nuovo creare queste strane maggioranze che ormai governano la Rai. Spiritelli liberi: Salini, Rossi, Coletti e Foa da una parte; Borioni, Laganà e De Biasio dall’altra.

Il Consiglio d’amministrazione è atteso al capolinea la prossima primavera, salvo una exit strategy del ministero dell’Economia per  Salini. Una bella nomina in qualche partecipata pubblica per accelerare la pratica. Ma, come raccontavano ieri da Via XX Settembre, “al momento la questione non è all’ordine del giorno”. Prima ci sono la manovra e i fondi del Recovery; poi, per carità, si aprirà la vicenda Rai.  E quando ci saranno da fare le nuove nomine,  Salvini potrebbe pregustare la vendetta:  lasciare la presidenza della Vigilanza “ai Fratelli” mettendo nel cda un leghista e un forzista.  Finirà così? C’è chi dice di no. Intanto, però, gli scontri continuano a essere quotidiani tra le due gambe sovraniste italiane. “Questo Morelli si muove come un elefante in una cristalleria e senza mai ottenere nulla”, dicono gli uomini della Meloni. Accusa che da via Bellerio rimbalzano mettendoci il carico sopra: “Voi pensate solo agli inciuci e siete la migliore assicurazione sulla vita per Salini”.


La lista delle sportellate rimediate dalla Lega è lunga quanto nota. E inizia quando salta la direttrice di Rai 1 Teresa De Santis. Per compensarne l’uscita il Carroccio punta su Marcello Ciannamea a Rai 2, che però viene surclassato da Ludovico Di Meo “in quota Giorgia”. Sgambetti e nomine. 
Un carosello dove nessuno vuole andare a nanna.  E durato fino all’altro giorno, con liti sul rinnovo dell’affitto della sede di Potenza e pure per l’appalto delle mense nelle sedi distaccate. E così nella destra si litiga per chi sale sul cavallo morente di Francesco Messina e chi gli porta il fieno. La differenza tra Zorro e Bernardo. Altro che Adamo ed Eva.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ