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Camici scamiciati

Roma sta male, serve un medico. A Meloni piace Rocca (Croce Rossa)

Dottori prestati alla politica, dottori al capezzale della città in vista delle comunali. Eppure c'era già stato Marino

Simone Canettieri

Per curare la Capitale moribonda spuntano camici da tutte la parti. Dopo Bertolaso e Sileri, ecco il presidente della Cri 

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Sta male, chiamate un medico.  Nonostante Roma abbia già dato con un chirurgo – il mitologico “chirurgodem” Ignazio Marino – ecco affacciarsi di nuovo il partito dei camici scamiciati. Dottori prestati alla politica, dottori al capezzale della città più malata d’Italia (varrà ancora Capitale corrotta nazione infetta?). 

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Sta male, chiamate un medico.  Nonostante Roma abbia già dato con un chirurgo – il mitologico “chirurgodem” Ignazio Marino – ecco affacciarsi di nuovo il partito dei camici scamiciati. Dottori prestati alla politica, dottori al capezzale della città più malata d’Italia (varrà ancora Capitale corrotta nazione infetta?). 

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D’altronde, tutto torna: nella repubblica dei virologi, si fa largo la corsa dalla corsia. L’esercito dei curator. I nuovi Galeno che rischiano di passare da ennesimi prof. dott. Guido Tersilli a illustre sindaco.  Perché l’immaginario questo è. 

E quindi c’è Guido Bertolaso, l’uomo del fare di Silvio Berlusconi, già capo della Protezione civile, ma soprattutto medico chirurgo specializzato in malattia tropicali con “esperienze sul campo” (si legge nel cv, fondamentale in questo campo) nel sud del mondo. Cose che potrebbero tornare utili per la fauna e la flora che popolano Roma.

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Un bestiario di pappagalli, cinghiali, volpi, topi, rospi che si possono incontrare ovunque. Non solo in centro, in fila davanti alla Rinascente o in attesa di un caffè da Ciampini, ma anche in periferia. Dove prosperano boschi verticali perché, si sa, il servizio giardini di Mamma Roma è da sempre “torno subito”. 


Bertolaso è, anzi sarebbe, il candidato del centrodestra. Ma dopo lo scherzetto del Cav. dell’altro giorno agli alleati qualcosina forse è cambiata. “Al settanta per cento sarà Guido”, dicono dalla Lega che punta invece a Palazzo Marino. Ovviamente: a Milano un manager, a Roma un medico per curare le piaghe dentro e fuori dal Grande raccordo anulare.

Anche Giorgia Meloni, forse per strategia o forse per convinzione, l’altro giorno al tavolo con i big ha tirato fuori un nome dall’ambulanza: Francesco Rocca, che è laureato in legge, ma è soprattutto il presidente nazionale della Croce Rossa italiana. E quindi l’anima del volontariato medico, simbolo dell’azione come gesto solidale e coraggioso. Pietas per la città che non riesce a rivedere la luce dopo aver visto le stelle (nel senso del dolore grillino)? 

Ecco, anche il M5s giusto per regolare un po’ di conti interni da addetti ai livori ha fatto circolare l’ipotesi di un altro candidato pentastellato. E cioè Pierpaolo Sileri, viceministro alla Sanità con delega alla tv, competente e pragmatico.

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Questo medico specializzato nella chirurgia dell’apparato digerente di muoversi da quello che fa – e nemmeno male a detta di molti colleghi perfino dell’opposizione – non ci pensa proprio. Comunque il Pd non lo appoggerebbe, comunque Virginia Raggi non si toglierebbe dalla corsa nemmeno in caso di condanna il prossimo 14 dicembre (quando ci sarà la sentenza del secondo grado della vicenda Marra, che la vide assolta in primo). Insomma,  manca solo Gino Strada. 

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