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Il retroscena

Il cucchiaio del Cav. fa infuriare Meloni e Salvini. Il Pd esulta e Conte respira

Dopo il blitz sullo scostamento, i leader di Lega e Fratelli d'Italia sono pronti a stanare Berlusconi sulla federazione

Simone Canettieri

Tajani: "Aspettiamoci ritorsioni". Renzi: "Quello di oggi è il primo passo". Conte plaude agli azzurri ma teme che possa diventare un abbraccio pericoloso

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Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno mani trattenute e denti stretti, nella sala Nassirya del Senato. Berlusconi li ha bruciati: ha detto sì allo scostamento di bilancio già da un paio d’ore, costringendoli a seguirlo. Anzi a inseguirlo. Ancora una volta, forse per l’ultima, il Cav. dà le carte nel centrodestra.  Meloni e Salvini sono inferociti. Ma dissimulano. E dicono che è la maggioranza ad avere problemi e che loro sono responsabili. Lo stato maggiore di Forza Italia è teso.  Si affaccia Anna Maria Bernini: “Giorgia, Matteo: bravi. Avete avuto pazienza”. E loro, in coro: “Pure troppa”. Tajani fila via e si apparta con Licia Ronzulli. Telefonata ad Arcore: “Mi senti? E’ andata, ma aspettiamoci ritorsioni”.  

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Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno mani trattenute e denti stretti, nella sala Nassirya del Senato. Berlusconi li ha bruciati: ha detto sì allo scostamento di bilancio già da un paio d’ore, costringendoli a seguirlo. Anzi a inseguirlo. Ancora una volta, forse per l’ultima, il Cav. dà le carte nel centrodestra.  Meloni e Salvini sono inferociti. Ma dissimulano. E dicono che è la maggioranza ad avere problemi e che loro sono responsabili. Lo stato maggiore di Forza Italia è teso.  Si affaccia Anna Maria Bernini: “Giorgia, Matteo: bravi. Avete avuto pazienza”. E loro, in coro: “Pure troppa”. Tajani fila via e si apparta con Licia Ronzulli. Telefonata ad Arcore: “Mi senti? E’ andata, ma aspettiamoci ritorsioni”.  

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Nel centrodestra si consuma lo smacco. Anche perché nel frattempo il Pd infierisce. Esce Dario Franceschini: “Chapeau al Cav. ha costretto gli alleati ad adeguarsi”. Nicola Zingaretti parla “di Italia che si unisce sulle cose da fare”. Un mitragliamento. Ecco la nota di Giuseppe Conte che incassa, tira il fiato, plaude all’ “ottimo segnale” ringrazia “in particolare quanti hanno voluto perseguire la strada del dialogo sin dall’inizio, con determinazione, ma sempre nella chiarezza dei ruoli”.

 

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Sono le dodici e mezza: la Camera praticamente all’unanimità ha votato lo scostamento di bilancio. E forse è il preludio dello scostamento della maggioranza. Nuovi test all’orizzonte. “E’ il primo passo”, dice Matteo Renzi attraversando la sala Garibaldi del Senato.  Renzi, Silvio for ever? “Silvio for ever sì, ma questo lo ha già detto Marcucci”.

 

Marcucci, che sta chiacchierando amabilmente con l’ex premier, ride. E prima di pranzo si godeva la scena con metafore pallonare. “Se fossi un tifoso della Roma, ma sono del Cagliari, direi che oggi Berlusconi ha fatto il cucchiaio a Salvini e Meloni”. E adesso? “Il prossimo passo di Forza Italia potrebbe essere, mi auguro, sulla manovra”. E poi ci sono le riforme. 

 

E dunque la legge elettorale, visto che il proporzionale non dispiace affatto a Berlusconi. Dal Pd si godono l’effetto che fa. Goffredo Bettini, che tanto si è mosso nei giorni scorsi con Renato Brunetta, è più che soddisfatto. D’altronde ormai, come da sua ammissione, non si occupa più di Roma, ma solo di governo. La “telefonata notturna”, contestata da Matteo Salvini in conferenza stampa, è stata propiziata anche dall’intervento del “Monaco del Pd”. “Beh, Roberto Gualtieri aveva già conosciuto a Strasburgo Berlusconi…”, dicono dal ministero dell’Economia i testimoni della chiacchierata dell’altra notte. Proprio quella che non va giù al leader della Lega, che ora reclama “lo streaming per trovare una soluzione sulle scuole”, dando a intendere che invece Berlusconi lavori con il famoso favore delle tenebre.

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Anche  Meloni abbozza, ma si lascia sfuggire che il Pd punta a spaccare il centrodestra titillando “l’ego di qualcuno”. Ignazio La Russa non ci vuole credere che si sia mosso direttamente Berlusconi con Gualtieri: “Digiamo che sono state le quarte file, che però andrebbero mandate in Siberia. E di sicuro quando torneremo al governo non staranno più con noi, ma con il centrosinistra”. Sarà. E’ vero però che  Forza Italia pattina verso la responsabilità e il dialogo, auspicati anche dal Quirinale. E attende segnali da Conte sulla manovra. Decrittabili con “la massima attenzione alle partite Iva”, come dichiara subito il premier. Conte sa che non reggerebbe l’impatto di una maggioranza Ursula, auspicata da Renzi ma anche dal Pd.

 

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Allo stesso tempo il canale diretto con Forza Italia in questi giorni precisi gli serve per respirare a pieni polmoni un po’ di tranquillità. Sapendo che poi ci sarà la prova del Mes e che, come registrano al Nazareno, anche volendolo “i voti di Forza Italia non possono sostituirsi, purtroppo, a quelli del M5s”.

 

Intanto, per il momento, ci sono gli ammiccamenti: come la “breve intervista” che il premier ha rilasciato ieri sera al Tg5.  Il mezzo, si sa, è il messaggio. 

 

Ma Salvini e Meloni in tutto questo? A fari spenti vedono il bicchiere mezzo pieno di questa faccenda. La fuga in avanti di Berlusconi, definita “scorretta”, accelera    la federazione unica del centrodestra:  “Più Silvio si spinge tra le mani della maggioranza – è il ragionamento dei big della Lega – più si autoesclude e rende  veloce questo processo. Così non ci sarà bisogno di aspettare chissà quanto”.

 

Il futuro è incerto, lo scostamento è sicuro: sia quello di bilancio, sia quello della maggioranza. Ma con passi lenti e felpati. Altrimenti qualcuno potrebbe bruciarsi. Lo sa Berlusconi, ma lo sa soprattutto Conte.

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