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L'intervista

Marcello Pera: "Evviva la federazione del centrodestra. Salvini, credetemi, è serio".

Carmelo Caruso

"Collaborazione con il governo solo se unitaria. La federazione serve per stilare il prossimo programma di governo. Salvini ha davvero compiuto la svolta europeista". Conversazione con l'ex presidente del Senato

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Roma. All’università del professor Pera pensano che la mossa di Silvio Berlusconi sia una buona mossa. Ma all’università liberale del presidente emerito del Senato non piace la parola “collaborazione”. Ah no? “Devo dire di no”. Ma non ha appena detto che si tratta di una buona mossa? “E’ buona perché mette in difficoltà il governo su temi cruciali. Esempio: quale strategia economica avere dopo il virus? Come ripartire? In questo modo FI stana la maggioranza. Ma non chiamatela collaborazione. Qui siamo di fronte a un’offerta circoscritta d’aiuto”. E però, la parola “collaborazione” è cosi fresca ed è così gradita a Berlusconi di cui, si sa, lei rimane un caro e vecchio amico. Almeno per questa volta non possiamo utilizzarla? “Collaborazione ha come corollario il ‘collaborazionismo’. Parola pericolosissima. Aiutanti sì, utili idioti no”.

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Roma. All’università del professor Pera pensano che la mossa di Silvio Berlusconi sia una buona mossa. Ma all’università liberale del presidente emerito del Senato non piace la parola “collaborazione”. Ah no? “Devo dire di no”. Ma non ha appena detto che si tratta di una buona mossa? “E’ buona perché mette in difficoltà il governo su temi cruciali. Esempio: quale strategia economica avere dopo il virus? Come ripartire? In questo modo FI stana la maggioranza. Ma non chiamatela collaborazione. Qui siamo di fronte a un’offerta circoscritta d’aiuto”. E però, la parola “collaborazione” è cosi fresca ed è così gradita a Berlusconi di cui, si sa, lei rimane un caro e vecchio amico. Almeno per questa volta non possiamo utilizzarla? “Collaborazione ha come corollario il ‘collaborazionismo’. Parola pericolosissima. Aiutanti sì, utili idioti no”.

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Quanto viene dopo è il contenuto (ventidue minuti) di una conversazione con Marcello Pera, filosofo, padre di Forza Italia, l’uomo che ultimamente ragiona di rivoluzione liberale con Matteo Salvini. “Solo qualche telefonata serena. Vi prego di non esagerare”. Torniamo a parlare del corteggiamento della maggioranza a FI e delle interviste che il Cav. rilascia dove conferma che ‘lui è disponibile’. Pera: “Iniziamo a dire che FI ha già collaborato in passato votando lo scostamento di bilancio (e surrettiziamente fatto passare qualche altra cosa). Questa è però la prima volta che lo fa su temi qualificanti. La maggioranza di governo deve valutare seriamente questa disponibilità. Non c’è dubbio”. Dunque è fatta. “Sarebbe fatta se la richiesta d’aiuto fosse unitaria, se fosse rivolta pure a Lega e Fdi. Non lo è. In questo modo rischia di ridursi a una campagna acquisti di pezzi di FI. Così non è accettabile”. Non è fatta. “Purtroppo no. Il vicesegretario del Pd, un giovane veterocomunista, guarda solo a FI e non vuole contaminarsi con il resto del centrodestra, per ragioni dice lui, di ‘metafisica’! Atteggiamento furbo, se non fosse così scoperto”.

 

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Ma che bravo però il Cav. E qui Pera è d’accordissimo. “Il suo è un vero atto di responsabilità”. Non si tratta di astuzia? “E’ qualcosa di più. E’ davvero preoccupato per le conseguenze economiche della pandemia. In questo caso l’astuzia è del Pd che cerca di spaccare FI da Lega e Fdi. Il mio consiglio è rimanete uniti”. Raccontano che a Berlusconi non sembra vero essere tanto desiderato. E’ il suo momento felice. Resistere alla sinistra, ma poi perché? “Il Cav. è uno statista. Non si farà giocare. E’ chiaro che legge questo momento  come una sua rivincita. È stato trattato con ferocia, supponenza e arroganza da chi oggi lo invita. Dal suo punto di vista è soddisfatto perché gli viene riconosciuto il suo ruolo nella storia. Non posso biasimarlo. Ma l’interesse della sinistra è peloso”.

 

Ed ecco infatti che, per trattenerlo, Salvini propone la federazione del centrodestra. E’ un’idea. Non è che si tratta di una sua idea? “E’ una proposta intelligente ma che a Salvini non ho suggerito io. Se si guarda indietro il primo è stato proprio Berlusconi. Solo che lui fece di più. Fece il Pdl, un’annessione impossibile che non poteva che fallire”. Ma cosa sarebbe questa federazione? Spiegazione: “Uno strumento flessibile di consultazione continua, che elabori un programma di governo. Io la immagino come una palestra di classe dirigente. Deve servire a scrivere il prossimo programma e preparare una famiglia di governo. Non basta vincere le elezioni. Serve saper governare”. E chi dovrebbe sedersi? “Non diamo i nomi altrimenti il mio amico Renato Brunetta comincia ad agitarsi”.

 

Berlusconi si è infastidito per il voto contrario della Lega sull’emendamento salva Mediaset e poi per lo scippo di tre parlamentari. Professore, ma si fanno queste cose fra alleati? “È evidente che c’è stata una pressione forte per entrare. E a me risulta che ce n’è anche di più. Comunque io l’operazione sui tre parlamentari non l’avrei fatta. Il voto contrario è invece un piccolo screzio. Forse a Salvini sono saltati i nervi perché la collaborazione si stava facendo troppo evidente”. Salvini geloso. Per Pera è perfino cambiato: “Lo trovo riflessivo, duttile”. Serio? Salvini? “La sua svolta europea è serissima”. Ma non ha  una casa. “La troverà, diamogli tempo. Ha però chiara la rotta”. Ma Berlusconi sta già andando in altra direzione. “Devono avere entrambi più umiltà. Devono fare seminari e parlare di Europa, bicameralismo, giustizia che necessita di interventi costituzionali, e poi economia e fisco. Sono tutti temi liberali che forse FI ricorda meglio”. Tutti a scuola. “Il maestro è bravo, e parlo di Berlusconi. Salvini è lo studente intelligente. Sono destinati a trovarsi”. E lei sarebbe il magnifico rettore. “Reggo solo me stesso in piedi! Ma lo faccio ancora con passione. Non mi faccia passare per antico maestro”.

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