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Il retroscena

A Roma Casapound vuole candidarsi con Meloni, ma lei dice di no. Volendo c'è Salvini

Le strategie di Cpi dopo l'autoesclusione elettorale. Così cercano asilo politico tra i sovranisti tra rifiuti e la speranza di vecchi ritorni di fiamma

Simone Canettieri

Dopo le Europee la formazione di estrema destra ha rinunciato alle urne. Ma dice di avere ancora pacchetti di voti nelle grandi città. Contatti con Fratelli d'Italia, ma la porta è sbarrata. Rimane l'ipotesi Lega 

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Si rifanno alle tartarughe. E dunque la casa se la portano appresso. Nel nome e nel simbolo. Ma visti i tempi bui  (certo, meglio: neri) sono alla ricerca di un asilo. Politico. E così da un po’ di tempo i  “fascisti del terzo millennio”, come da autodefinizione, stanno bussando alle porte di Fratelli d’Italia.

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Si rifanno alle tartarughe. E dunque la casa se la portano appresso. Nel nome e nel simbolo. Ma visti i tempi bui  (certo, meglio: neri) sono alla ricerca di un asilo. Politico. E così da un po’ di tempo i  “fascisti del terzo millennio”, come da autodefinizione, stanno bussando alle porte di Fratelli d’Italia.

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Gli attivisti di CasaPound vorrebbero essere candidati, a macchia di leopardo, nelle liste del partito di Giorgia Meloni alle prossime amministrative. Specie a Roma. Ma anche nelle altre grandi città che in primavera andranno al voto. Abboccamenti con i colonnelli di “Giorgia”, chiacchiere sparse, battute e richieste di intercessioni. Ma Meloni, sempre più in ascesa e sempre più accorta a smarcarsi da qualsiasi facile etichetta, continua a recapitare ai ragazzi di Cpi un dispaccio chiaro: “No, grazie”.

 

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Sul piatto CasaPound mette un (presunto) radicamento, specie nelle periferie. Tra le frange popolari in difficoltà, pronte a gonfiare le vele della rivolta contro il governo e magari chissà anche quelle delle urne. 

 

Ma la leader di Fdi sembra intenzionata a voler tenersi alla larga – alla larghissima – da questa nerboruta galassia dell’estrema destra che vanta comunque antichi rapporti e consuetudini, almeno di vicinato.  L’associazione di pensiero spesso spunta fuori ciclicamente: ci sono punti di contatto tra Fratelli d’Italia e CasaPound? “Non so perché continuate a farmi queste domande, io non condivido niente con queste persone. Non abbiamo mai fatto accordi elettorali né politici e l’ultima volta a Roma in cui sono andata a fare una manifestazione mi hanno contestata”, risponde sempre Meloni. 

 

Ma adesso la situazione è cambiata per CasaPound. Da una parte c’è il palazzo dell’Esquilino su cui pende un’istanza di sgombero visto che rientra tra i settanta palazzi occupati della Capitale e dall’altra c’è la scelta di non presentarsi più alle elezioni.  Una decisione annunciata dopo le ultime non entusiasmanti   europee (0,33 per cento) dal presidente Gianluca Iannone: “E’ finita la nostra esperienza come partito, ma non diserteremo però la battaglia sovranista”.

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Tradotto: addio partito, torniamo movimento. Un modo anche per spegnere i riflettori su una formazione che si è divisa in questi anni tra la cronaca nera (“Nel dubbio mena”) e quella politica (“Prima gli italiani”). Ma in questo desiderio di cupio dissolvi c’è la consapevolezza di aver comunque un radicamento nelle grandi città, così come un pacchetto di voti. A chi dare questa dote? Meloni non la vuole, dice e fa dire in giro.

 

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Perché i costi sono superiori a eventuali benefici. E allora – Cpi che edita un quotidiano on line molto seguito e una rivista cartacea mensile che si chiamano Il Primato nazionale – potrebbero tornare al primo amore: Matteo Salvini. Il feeling d’altronde è noto, così come le rotture. Rapporto altalenante, certo. Che ha avuto appunto alti e bassi. Con vari ammiccamenti e provocazioni.  Quando era ministro dell’Interno, Salvini in più di un’occasione bollò come  non prioritario lo sgombero della sede romana delle tartarughe (“Se non è pericolante…”) e sempre in più di un’occasione amò ostentare vicinanza   facendosi fotografare con il giubbetto blu marchiato “Pivert”,  brand legato a doppio filo con Casapound.

 

D’altronde la simpatia era nota: nelle foto a cena con i leader  e sui palchi insieme, un rapporto lungo cinque anni. E che adesso potrebbe riaccendersi? Non si sa. Di sicuro Cpi dispone di un manipolo di candidati che vorrebbe mettere nelle liste dei partiti di centrodestra alle prossime comunali. Perché in tanti territori, l’onda nera tra volontariato e accuse di rapporti pericolosi è radicata. Come nel caso di Ostia. E così, nella speranza di tenersi la casa, i fascisti del terzo millennio  cercano un asilo. Politico.

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