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Strette intese

Un nuovo Nazareno? La perplessità dei conduttori di Mediaset. Parlano Porro e Del Debbio

David Allegranti

Porro: "Quando sento parlare di ‘grandi intese’, di ‘allargamento della maggioranza’, metto mano alla pistola". Del Debbio: "L’ipotesi di un nuovo Nazareno mi sembra una chimera"

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Un nuovo Nazareno? I giornalisti di punta di Mediaset sono parecchio diffidenti. Dice al Foglio Nicola Porro, conduttore di Quarta Repubblica: “Quando sento parlare di ‘grandi intese’, di ‘allargamento della maggioranza’, metto mano alla pistola. Per un semplice motivo: quando c’è un problema, le responsabilità vanno individuate, non allargate ad altri. Già il governo allarga la responsabilità ai tecnici del Comitato tecnico-scientifico, aggiungere anche un’altra forza politica mi sembra folle. E questo è il primo elemento”. Poi, dice ancora Porro, “c’è un’altra questione: questo governo non sa neanche nominare un commissario alla sanità in Calabria, che è una scemenza, e non lo sa fare perché non si mettono d’accordo le varie componenti del governo. Ed è così su tutto, anche sulle Grandi Opere, che non riescono a finanziare. Ora, allargare il governo a una nuova componente liberale lo farebbe procedere con maggior speditezza? Arriverebbero prima i quattrini per costruire la Gronda?” Terzo elemento, aggiunge Porro: “Oggi si parla, giustamente, della disunità del centrodestra. Ma non può essere questo il problema di tutto. C’è un governo, che governi. Non c’è bisogno di una maggioranza liquida che rende impossibile capire di chi sono le responsabilità”. 

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Un nuovo Nazareno? I giornalisti di punta di Mediaset sono parecchio diffidenti. Dice al Foglio Nicola Porro, conduttore di Quarta Repubblica: “Quando sento parlare di ‘grandi intese’, di ‘allargamento della maggioranza’, metto mano alla pistola. Per un semplice motivo: quando c’è un problema, le responsabilità vanno individuate, non allargate ad altri. Già il governo allarga la responsabilità ai tecnici del Comitato tecnico-scientifico, aggiungere anche un’altra forza politica mi sembra folle. E questo è il primo elemento”. Poi, dice ancora Porro, “c’è un’altra questione: questo governo non sa neanche nominare un commissario alla sanità in Calabria, che è una scemenza, e non lo sa fare perché non si mettono d’accordo le varie componenti del governo. Ed è così su tutto, anche sulle Grandi Opere, che non riescono a finanziare. Ora, allargare il governo a una nuova componente liberale lo farebbe procedere con maggior speditezza? Arriverebbero prima i quattrini per costruire la Gronda?” Terzo elemento, aggiunge Porro: “Oggi si parla, giustamente, della disunità del centrodestra. Ma non può essere questo il problema di tutto. C’è un governo, che governi. Non c’è bisogno di una maggioranza liquida che rende impossibile capire di chi sono le responsabilità”. 

 

Perplesso anche Paolo Del Debbio, conduttore di Dritto e Rovescio: “L’ipotesi di un nuovo Nazareno mi sembra una chimera”, dice al Foglio. “Ma poi, a cosa servirebbe? Per risolvere qualche problema di liquidità? Per gestire dei progetti europei in maniera sensata? Per non prendere solo 32 miliardi ma averne di più? C’è insomma un’idea? Altrimenti, di per sé, la cosa non è migliorativa. Non è che se Forza Italia va al governo, le cose cambiano. Comunque, immagino che ci andrebbe sulla base di un programma, ammesso che la cosa conti ancora. Ho visto che Berlusconi ha detto cose interessanti sull’allungamento dei tempi per i mutui, sui soldi a fondo perduto. È su quello che fanno entrare Forza Italia? Ai tempi del Nazareno, c’era Matteo Renzi, con il Pd che aveva una cifra pazzesca. Era un altro mondo. Oggi c’è Zingaretti e Renzi è al 3 per cento, conta quel che conta anche se senza di lui il governo andrebbe allo scatafascio. Quindi il Nazareno con chi lo fai? Renzi non ha potere di prendere decisioni del genere. I Cinque stelle vorrebbero un Nazareno, sì, ma per crocifiggere quelli di Forza Italia. Vorrebbero un Golgota, altro che”. Quindi, spiega ancora Del Debbio, a Renzi magari potrebbe far comodo Berlusconi al governo; “penso che lui pensi che Berlusconi potrebbe far modificare alcune cose che a lui oggi non piacciono. Ma agli altri? Leu vuole una roba del genere? Conta poco, però conta anche quella. E il Pd di Zingaretti? A me sembra che che si sia innamorato dei Cinque stelle. Detto questo, io non mi meraviglio più di niente. Neanche se l’acqua diventa asciutta. Solo se l’acqua diventasse vino, quello sì, perché l’ha fatto uno solo”. E l’ostilità manifesta di Salvini nei confronti di Forza Italia, che ha scippato tre parlamentari? Non può portare solo guai al centrodestra? “Non è certo una politica di appeasement, però le transumanze in Parlamento ci sono sempre state. Non nella Prima Repubblica, che io ho vissuto per la maggior parte, quando era impensabile che un Repubblicano diventasse socialista. Oggi però è tutto più volatile. Probabilmente questi parlamentari si sono fatti due conti, hanno pensato che con il 6-7 per cento al prossimo giro saranno molti di meno, mentre di là comunque sono oltre il 25 e magari ci sono più possibilità”. Detto questo, osserva Del Debbio, “l’errore che nessuno deve fare e che invece è stato fatto almeno 15 volte su 23 anni è considerare il Cavaliere finito. Perché questo non è un errore da matita rossa. È un errore da matita blu. In termini cattolici, è un peccato mortale, non veniale. Il Cavaliere non è finito. Non è questione di simpatia o antipatia, è che in Italia c’è ancora un bel gruppo di persone che se Berlusconi si fa vedere lo vota. Se ora le cose non vanno bene è perché lui si è fatto vedere meno, non c’è un delfino…”. La storia è lunga.

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