PUBBLICITÁ

Il braccio destro di Gualtieri invita il Cav.: "Lavoriamo sulla manovra"

Carmelo Caruso

Parla Claudio Mancini, vicino al ministro dell'Economia e a Goffredo Bettini. Collaborazione con Forza Italia e manovra: "Un'occasione per Berlusconi. Può marcare la differenza da Salvini"

PUBBLICITÁ

Una collaborazione chiara e limpida senza modificare il perimetro della maggioranza, un’occasione per Forza Italia “per marcare la sua identità popolarista, europeista”. Tutto comincia da questa analisi: “Credo che si stia verificando qualcosa di notevole all’interno del centrodestra. Prende le mosse dalla sconfitta di Donald Trump e si collega alla futura legge elettorale proporzionale. Siamo di fronte alla deriva del sovranismo. C’è in atto una separazione fra due modi di leggere il mondo. Forza Italia, una sua parte, ha una propensione contrapposta alle bellurie della Lega. Già in passato ha dato prova di senso di responsabilità. E’ un fatto”. C’è la disponibilità di Silvio Berlusconi a collaborare e c’è un importante dirigente del Pd, un deputato di numeri e ragionamenti, un compagno di strada, uno dei più vicini,  del ministro Roberto Gualtieri e di Goffredo Bettini, che parla di “preziosa opportunità”, di “una possibilità per allontanare i veleni, stemperare il clima nel momento più difficile per il paese”. E’ Claudio Mancini, e siede in commissione Bilancio.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Una collaborazione chiara e limpida senza modificare il perimetro della maggioranza, un’occasione per Forza Italia “per marcare la sua identità popolarista, europeista”. Tutto comincia da questa analisi: “Credo che si stia verificando qualcosa di notevole all’interno del centrodestra. Prende le mosse dalla sconfitta di Donald Trump e si collega alla futura legge elettorale proporzionale. Siamo di fronte alla deriva del sovranismo. C’è in atto una separazione fra due modi di leggere il mondo. Forza Italia, una sua parte, ha una propensione contrapposta alle bellurie della Lega. Già in passato ha dato prova di senso di responsabilità. E’ un fatto”. C’è la disponibilità di Silvio Berlusconi a collaborare e c’è un importante dirigente del Pd, un deputato di numeri e ragionamenti, un compagno di strada, uno dei più vicini,  del ministro Roberto Gualtieri e di Goffredo Bettini, che parla di “preziosa opportunità”, di “una possibilità per allontanare i veleni, stemperare il clima nel momento più difficile per il paese”. E’ Claudio Mancini, e siede in commissione Bilancio.

PUBBLICITÁ

 

Sono parole, le sue, che partono innanzitutto dalla necessità di approvare una manovra che definisce “una manovra potente” da 38 miliardi di euro, una manovra che in altri momenti sarebbe stata chiamata “straordinaria”. E’ su questo impianto che il confronto tra FI e maggioranza di governo si sta svolgendo. Dice Mancini: “Questa è una manovra che supera le divisioni di maggioranza e di opposizione, una manovra scritta in uno stato d’emergenza e con la pandemia che aggredisce”. Per quale ragione Silvio Berlusconi, il suo partito, dovrebbe offrire un suo contributo e i suoi voti? Risponde: “Se ci fosse un voto favorevole per lo scostamento sarebbe un segnale di forza e unità nel paese. A noi interessano i loro contenuti al di là del voto sulla manovra di bilancio che sarà parlamentare e con ampi margini di modifica in Aula. Questa volta il Parlamento potrà davvero incidere”. Non sarebbe la prima volta. FI in passato ha votato lo scostamento di bilancio senza gli schiamazzi della destra sovranista.

 

PUBBLICITÁ

La manovra è secondo Mancini il passaggio più intenso. Non si tratta solo di cifre. “Attraverso la manovra l’Italia si spiega all’estero, si racconta. La manovra è un racconto di conti pubblici, di progetti, ambizioni”. E’ un esercizio di solidarietà che i mercati valuterebbero con attenzione. “Da osservatore non posso che vedere positivamente che all’interno del centrodestra c’è un partito che ha piena cittadinanza in Europa, un partito che, ripeto, ha una vocazione popolare, liberale e che si iscrive a pieno titolo a quella tradizione”. Non è qualcosa di nuovo, ma una sintesi, un ascolto che fra Fi e maggioranza si è già verificato fruttuosamente. “Pensiamo a temi come automotive, taglio delle tasse, iva, investimenti. A noi interessa il confronto con Fi anche perché gli riconosciamo la capacità di rappresentare ceti sociali dinamici del paese, gli stessi che Salvini incita soffiando sul fuoco della protesta”.

 

Sono quei ceti che, aggiunge Mancini, il partito di Berlusconi da anni riesce a intercettare e interpretare. E’ un incontro che può essere favorito anche “perché non ci sono elezioni e non abbiamo bisogno di enfatizzare le divisioni”. L’obiezione è perché non provarci anche con la Lega di Matteo Salvini. E infatti, secondo Mancini, la “vera anomalia in Europa è che in Italia la destra sovranista non ha offerto vera collaborazione”. E’ dunque falsa la collaborazione di Salvini? “Sì, non ha fatto altro che partecipare a manifestazioni senza mascherina. L’unica che ha indossato era quella di Trump”. Forza Italia si candida invece a occupare uno spazio centrista. Ci sono ulteriori argomenti a favore di FI. Sono le riforme costituzionali e la prossima legge elettorale che sarà proporzionale. “La mia impressione – spiega – è che FI si prepari a competere in un quadro mutato, con un sistema elettorale diverso e si troverà a sfidare la Lega nello stesso insediamento sociale”.

 

Il M5s ha finora manifestato segni di apertura con Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede. Per Mancini il tema sull’eventuale apertura di una interlocuzione con Fi riguarda tutta la maggioranza. “Capisco che per gli amici del movimento sia un po’ più difficile che per noi. Il Pd ha nel dna il compromesso storico, la vocazione all’unità nazionale. Io leggo però, in questo passaggio, anche un riconoscimento alla pazienza del M5s, alla loro capacità di evolversi e di maturare”.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Nessuno chiede a Berlusconi di entrare al governo. Dice ancora Mancini: “Neppure il suo partito vuole confondersi con la sinistra. Rimaniamo alternativi. Quella che si propone è solo una soluzione intelligente in un momento difficile”. E’ dunque questa la soluzione del Pd? “La nostra è l’apertura di un grande partito estremamente compatto e rafforzato dalle recenti elezioni. Chi cerca degli spazi di divisione fra il gruppo dirigente del Pd e la delegazione del governo può stare certo che non li troverà”.
 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ