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Il personaggio

Berlusconi, tra Giggino e il Truce

Il Cavaliere che flirta di nascosto con Di Maio fa impazzire Salvini

Salvatore Merlo

Salvini prende tre deputati al Cav. che lo avverte: “Senza di me non vinci”. In mezzo c’è Di Maio. Sembra una canzone di Aznavour, ma è l’ultimo brivido di Berlusconi. Liti, scippi, ammiccamenti e minacce

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Diffidenza pubblica e cordialità privata, diffidenza privata e cordialità pubblica. La politica talvolta è un labirinto. E d’altra parte come racconta spesso Nicolò Ghedini, parlando dell’avversario: “E’ dal 2018 che Di Maio cerca Berlusconi”. E come invece racconta spesso Giancarlo Giorgetti, parlando dell’alleato: “E’ dal 2018 che  Berlusconi non si capisce con Salvini”. Del giovane grillino il Cavaliere si è trovato spesso a dire, una volta persino davanti a chi scrive, “è proprio bravo”. Mentre sul meno giovane padano, che pure Berlusconi trova furbo, il Sovrano di Arcore ha manifestato sempre delle caute riserve. “Non si può moderare un immoderato”, disse. “Gli puoi anche mettere la cravatta al collo ma guarda il risultato”, confessò una volta a Roberto Maroni (che intanto annuiva sornione).

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Diffidenza pubblica e cordialità privata, diffidenza privata e cordialità pubblica. La politica talvolta è un labirinto. E d’altra parte come racconta spesso Nicolò Ghedini, parlando dell’avversario: “E’ dal 2018 che Di Maio cerca Berlusconi”. E come invece racconta spesso Giancarlo Giorgetti, parlando dell’alleato: “E’ dal 2018 che  Berlusconi non si capisce con Salvini”. Del giovane grillino il Cavaliere si è trovato spesso a dire, una volta persino davanti a chi scrive, “è proprio bravo”. Mentre sul meno giovane padano, che pure Berlusconi trova furbo, il Sovrano di Arcore ha manifestato sempre delle caute riserve. “Non si può moderare un immoderato”, disse. “Gli puoi anche mettere la cravatta al collo ma guarda il risultato”, confessò una volta a Roberto Maroni (che intanto annuiva sornione).

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E insomma Silvio tra Luigi e Matteo. Una storia che si ripete, un gioco di specchi, una canzone di Aznavour: “E io, tra di voi / lui di nascosto osserva te / tu sei nervosa vicino a me”. Ad agosto del 2019, alla nascita del Bisconte, mentre il grillino e il leghista divorziavano burrascosamente, Di Maio già frequentava l’entourage del Cavaliere, che pure era il suo nemico.  Proprio quando Salvini, al contrario, disertava gli inviti a pranzo della corte di Palazzo Grazioli, che pure erano i suoi amici.  E così ancora adesso il segretario della Lega  conferma l’alleanza col vecchio Cav., ma solo dopo aver votato  per la seconda volta in Parlamento contro gli interessi di Mediaset e dopo aver sfilato tre deputati ieri a Forza Italia. Mentre Di Maio respinge in pubblico ogni ipotesi di  abbraccio con il  Caimano, “non gli rispondo manco al telefono”, ma è stata la grillina Mirella Liuzzi  a scrivere la norma che difende Mediaset da Vivendi. L’avversario che piace e l’alleato che dispiace. Per Berlusconi è questione di coabitazione complicata con Salvini, certo. Ci sono anche ragioni di orgoglio personale, senz’altro. Ma forse la verità è che Di Maio gli piace perché sbarbato e ripulito è uno che “sembra uscito da Publitalia”. 

 

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Certo nessuno sa quanto sia disposto Di Maio a spingere la sua “simpatia” per il Cavaliere. Probabilmente non (ancora) sino al punto di provocare lo sconcerto del suo amico Di Battista, che alle ultime politiche andò a tenere comizi ad Arcore urlando sotto casa del Cavaliere: “Mafioso”. Come nessuno sa  fino a che punto Salvini sia intenzionato a insistere negli sgarbi che appaiono un po’ scomposti pure a Giorgia Meloni. Anche perché, alle ragioni di offesa politica, sempre più, per Berlusconi si sommano ragioni d’orgoglio personale da non sottovalutare. E la faccenda potrebbe anche farsi pericolosa. Un paragone plausibile suggerisce  l’immagine di un gatto selvatico al quale abbiano spuntato gli unghielli ma che tuttavia sia in grado, da un momento all’altro, di graffiare a sangue.  In assenza di chiarezza sulla legge elettorale, infatti, nemmeno a Salvini, cui a volte sfuggono i calcoli più elementari, può sfuggire che senza Forza Italia  non c’è maggioranza a destra. Berlusconi lo ha pure detto, ieri: “Forza Italia è e resta il soggetto fondante del centrodestra. Senza Forza Italia la coalizione non vince e sarebbe solo una destra isolata”.

 

Così s’intuisce che questo stato di fluida ambiguità, con il Pd che invita Berlusconi in maggioranza e lui che si ritrae ma è disposto a una generica collaborazione, questo gioco d’inganni e disillusioni con Di Maio che in apparenza lo respinge e con Salvini che invece  tenta di minacciarlo togliendogli deputati, possa essere destinato a durare parecchio. Il nemico/amico, l’amico/nemico, un gioco paradossale di amori oscuri nel quale Berlusconi resta sospeso, in mezzo, a metà, tra Salvini e Di Maio, indebolito dal tempo che è passato, trasformato in una voce dalla lontana Provenza, eppure al centro di ogni cosa. “Lui accarezza lo sguardo tuo / tu ti abbandoni al gioco suo / E io, tra di voi”.
 

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