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Stato della competizione

La concorrenza ci salverà dalla pandemia

Vaccini, consegne, e-commerce, streaming, tlc. Il mondo che regge, nella stagione del virus, è quello che vive di competizione. Lezioni per il governo

Claudio Cerasa

La concorrenza ha alleggerito per quanto possibile il peso del virus. Ed è un peccato che nel disegno di legge di Bilancio a cui il governo sta lavorando la parola concorrenza, su 191 pagine, compaia, nonostante le raccomandazioni della Commissione europea, appena tredici volte

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C’è un filo forse invisibile ma in realtà decisamente robusto che in modo sistematico collega ormai da tempo alcune delle storie di successo emerse durante i mesi da incubo della pandemia. Questo filo mette insieme le nostre speranze sul futuro (i vaccini), la capacità di proteggerci nel nostro quotidiano (le mascherine), la resistenza nelle nostre case (i delivery, l’e-commerce e le piattaforme streaming), la flessibilità sul lavoro (i servizi di teleconferenza) e la capacità di mantenere il nostro contatto con il mondo nella stagione dei contatti zero (le connessioni internet).

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C’è un filo forse invisibile ma in realtà decisamente robusto che in modo sistematico collega ormai da tempo alcune delle storie di successo emerse durante i mesi da incubo della pandemia. Questo filo mette insieme le nostre speranze sul futuro (i vaccini), la capacità di proteggerci nel nostro quotidiano (le mascherine), la resistenza nelle nostre case (i delivery, l’e-commerce e le piattaforme streaming), la flessibilità sul lavoro (i servizi di teleconferenza) e la capacità di mantenere il nostro contatto con il mondo nella stagione dei contatti zero (le connessioni internet).

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Quel filo invisibile è un filo che in molti si rifiutano di vedere ma in un certo senso è un filo strategico che ci sta letteralmente salvando dalla pandemia e che coincide con una parola di undici lettere: concorrenza. Se il mondo, Italia compresa, avrà presto un vaccino capace di generare anticorpi nel nostro organismo dovrà ringraziare più la competizione fra industrie farmaceutiche (Moderna, Pfizer, AstraZeneca) che la competizione tra autocrati alla vaccinara. E lo stesso vale quando si pensa alle mascherine (se l’Italia oggi può contare su un numero quasi infinito di mascherine dovrà ringraziare più che il commissario Arcuri le centinaia di imprese  che si sono riconvertite per  produrle). Lo stesso vale quando si pensa alle  efficientissime consegne di cibo a casa (efficientissime grazie alla concorrenza tra  Deliveroo, Glovo, Just Eat, Uber).

 

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Lo stesso vale quando si pensa ai servizi di teleconferenza che, con varia disinvoltura, tutti noi abbiamo usato in questi mesi (se i servizi hanno funzionato bene è anche grazie alla concorrenza tra Zoom, Skype, Microsoft Teams, Google Meet). Lo stesso vale quando si pensa alle piattaforme di streaming (la competizione tra Netflix, Amazon Prime, Disney +, Apple Tv+ è stata così virtuosa da aver costretto persino la Rai a provare a stare al passo con i tempi con una migliore offerta di contenuti su RaiPlay). Lo stesso vale quando si pensa all’e-commerce (chi di voi non ha usato in questi mesi Amazon, Zalando, Yoox?).

 

Lo stesso vale quando si pensa ai servizi di consegna postali (per provare a stare al passo con i tempi le Poste, due giorni fa, hanno sottoscritto un accordo con Nexive, il primo operatore postale privato in Italia, l’ex Tnt Post, che in Italia possiede una quota di mercato del 12 per cento nella corrispondenza). Ma se ci si pensa bene, per restare in Italia, lo stesso vale anche per un altro ambito importante che ha tenuto in modo inaspettato anche grazie alla concorrenza e agli investimenti privati fatti dagli operatori presenti sul mercato: le telecomunicazioni.

 

Durante i mesi più duri della pandemia, in Italia i valori medi mensili di traffico dati giornaliero sono esplosi, registrando rispetto all’anno precedente degli incrementi record sia sulla rete fissa (a marzo più 90 per cento, a settembre più 30) sia sulla rete mobile (a marzo più 79 per cento, a settembre circa più 50 per cento) a fronte, però, come ci confermano dall’Agcom, di un numero di criticità sulla rete fissa e mobile “molto limitato”. La concorrenza ha alleggerito per quanto possibile il peso del virus. Ed è un peccato che nel disegno di legge di Bilancio a cui il governo sta lavorando la parola concorrenza, su 191 pagine, compaia, nonostante le raccomandazioni della Commissione europea, appena tredici volte. La competizione – soprattutto quella che si registra oggi nel mondo dei vaccini – ci salverà dalla pandemia. Ora resta solo da capire chi ci salverà dai governi incapaci di promuovere anche la concorrenza per provare a riprogettare il futuro. 

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